Disegno di legge per introdurre le assemblee dei cittadini estratte a sorte nei comuni del Trentino-Alto Adige

15 mar ’23 – Il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige respinge la proposta di legge

25 feb ’22 – La Prima commissione regionale esprime un parere contrario alla proposta di legge votando per non procedere alla discussione articolata

18 mar ’21 – Pagina di Politici per Caso su Audizioni degli esperti proposta il 12 novembre 2020 (resoconto integrale delle audizioni degli esperti)

21 dic ’20 – Fine discussione della proposta di legge su Rousseau (pareri raccolti dagli iscritti alla piattaforma del M5S)

27 nov ’20 – Parere negativo del Consiglio delle autonomie locali di Trento

23 nov ’20 – Parere negativo del Consorzio dei Comuni di Bolzano

12 nov ’20 – Avanzato richiesta dei soggetti da ascoltare in audizione: Paolo Spada, Alessandro Pluchino, Rodolfo Lewansky, Samuele Nannoni, Lorenzo Mineo, Nenad Stojanović e Stefano Sotgiu (qui il dettaglio del profilo dei soggetti)

31 ott ’20 – Partecipazione al Webinar “PoliticiPerCaso: è tempo di rinnovare la democrazia!” e presentazione del disegno di legge (qui video integrale con Marco Cappato, Mario Staderini, Fulco Lanchester, Rodolfo Lewansky, Giulia Innocenzi, Filomena Gallo, Mattia Santori, Andrea Rapisarda, Stephan Lausch, Elisabetta Gualmini, Giobbe Covatta)

19 ott ’20 – Depositato il disegno di legge (versione pdf in lingua italiana e tedesca) a firma di Alex Marini e Diego Nicolini (pagina dei disegni di legge del Consiglio regionale)

Articolato e relazione illustrativa del disegno di legge regionale 32/XVI
presentato il 19 ottobre 2020 da Marini e Nicolini
(versione pdf)

MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 3 MAGGIO 2018, N. 2 “CODICE DEGLI ENTI LOCALI DELLA REGIONE AUTONOMA TRENTINO-ALTO ADIGE” E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI E DISPOSIZIONI PER INTRODURRE L’ASSEMBLEA DEI CITTADINI ESTRATTI A SORTE

Art. 1

Modificazione dell’articolo 14 della legge regionale 3 maggio 2018, n. 2 ed introduzione dell’assemblea dei cittadini estratti a sorte

  1. Dopo l’articolo 14 della legge regionale 3 maggio 2018, n. 2 (Codice degli enti locali) è inserito il seguente:

Articolo 14-bis
Assemblea dei cittadini estratti a sorte

1. È costituita l’assemblea dei cittadini, quale organo consultivo e di proposta composto da una selezione rappresentativa di persone residenti nel territorio comunale individuate mediante campionamento casuale. Il numero minimo e massimo di cittadini componenti dell’assemblea, per ciascuna fascia demografica di comuni, e i criteri generali e le modalità di campionamento sono definite, con l’obiettivo di assicurare la rappresentatività della popolazione interessata, secondo quanto previsto con regolamento della regione, approvato con il coinvolgimento degli istituti di statistica delle province autonome di Trento e di Bolzano previo accordo con le province interessate.

2. Lo statuto del comune, nel rispetto della disciplina regionale, individua il numero di cittadini componenti dell’assemblea, le modalità e i tempi per la raccolta delle sottoscrizioni previste dal comma 4, lettera a) nonché le modalità di convocazione dell’assemblea. Il regolamento comunale può specificare i criteri e le modalità di campionamento nonché le modalità di funzionamento dell’organo.

3. Spetta all’assemblea dei cittadini:
a) la presentazione di proposte di deliberazione o di atti di interesse generale tra i quali, in particolare, proposte di modifica statutaria, di regolamenti comunali, di atti di indirizzo e proposte di provvedimenti di cui agli articoli 39 e 49;
b) l’espressione di pareri al consiglio comunale, ove richiesti dallo stesso su questioni di interesse generale.

4. L’assemblea dei cittadini è convocata dal sindaco:
a) su istanza di un comitato promotore costituito da almeno tre cittadini residenti che presenti un numero di sottoscrizioni definito dallo statuto; in ogni caso il numero di sottoscrizioni richiesto non può essere inferiore a 40 né superiore al 5 per cento e, nei comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti, al 2 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune in possesso del diritto di elettorato attivo per l’elezione del consiglio comunale;
b) su richiesta del consiglio comunale, con deliberazione approvata a maggioranza assoluta dello stesso;
c) obbligatoriamente decorsi 10 anni dall’ultima convocazione.

5. Le proposte elaborate dall’assemblea dei cittadini indirizzate al consiglio comunale o alla giunta comunale sono sottoposte a votazione entro sei mesi dalla data di deposito presso la segreteria generale del comune.

6. Gli statuti comunali sono modificati obbligatoriamente entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento previsto dal comma 1. Qualora il predetto regolamento previsto dal comma 1 non sia approvato entro dodici mesi dall’entrata in vigore di questa legge, il contenuto ad esso demandato è provvisoriamente disciplinato dallo statuto comunale modificato obbligatoriamente entro sei mesi da tale data. Entro sei mesi dalla data di modifica dello statuto viene approvato il regolamento di cui al comma 2. La prima assemblea è obbligatoriamente convocata dal sindaco entro sei mesi dalla data di approvazione dello statuto.

Relazione illustrativa del disegno di legge 32/XVI

Il presente disegno di legge mira ad istituire all’interno degli organi di governo comunali un nuovo organismo consultivo da affiancare all’attuale consiglio comunale: l’assemblea dei cittadini estratti a sorte. L’istituzione di un’assemblea dei cittadini nasce dall’esigenza di un maggior coinvolgimento della popolazione alla vita pubblica del territorio di cui è parte e di introdurre modelli democrati innovativi sperimentati con successo in realtà locali, regionali e nazionali di altri Paesi.

La proposta si inserisce in un processo di rinnovamento della democrazia che le istituzioni statali, regionali e locali sono invitate a seguire, anche su sollecitazione delle organizzazioni internazionali e sovranazionali a cui la Repubblica italiana aderisce.

Un esempio in questo senso viene dal documento di indirizzo The Future of Democracy in Europe: Trends, Analyses and Reforms – A Green Paper for the Council of Europe, coordinato da Philippe C. Schmitter della European University Institute (Italia) e da Alexander H. Trechsel dell’Università di Ginevra (Svizzera) e redatto su commissione del Segretariato Generale del Consiglio d’Europa, nell’ambito del progetto integrato “Making democratic institutions work”. Fra le varie proposte ivi contenute al fine di aumentare l’affluenza elettorale si trova quella dell’istituzione delle cosiddette “Lotterie degli Elettori”. In pratica si tratterebbe di istituire 3 distinte lotterie, una per ciascuno specifico segmento elettorale, elettori “fedeli” che hanno sempre votato o almeno nelle ultime 3 tornate, una per gli elettori alla prima esperienza di voto e una per tutti gli altri elettori. Ai vincitori, i cui nomi verrebbero resi pubblici, non sarebbero assegnate somme in denaro per godimento personale ma porzioni di budget istituzionale da distribuire su programmi statali o a favore di associazioni no-profit o movimenti attivi nella società civile. Ai vincitori verrebbe garantito un periodo di tempo definito (ad esempio un mese) nel quale formulare la propria decisione, nel contempo ricevendo proposte da enti e associazioni interessate. L’idea è che una volta rese pubbliche, le decisioni di questi cittadini selezionati in maniera casuale possano avere un impatto significativo nel determinare le priorità d’intervento pubblico e/o incentivare al sostegno delle organizzazioni attive a livello di società civile (The Future of Democracy in Europe: Trends, Analyses and Reforms – A Green Paper for the Council of Europe – Council of Europe Publishing, novembre 2004).

Con la crisi democratica che, in maniera trasversale, sta caratterizzando diversi Paesi del mondo, come del resto confermato dai dati resi noti dal Democracy Index 2019, ovvero l’indice sull’andamento della democrazia a livello globale per il 2019, curato dall’Unità di ricerca ed analisi del The Economist Group, è fondamentale studiare nuove forme di democrazia rappresentativa nel cui ambito le decisioni non vengano prese solo da chi è stato eletto a tal fine, ma siano frutto di un percorso il più possibile inclusivo e partecipativo che garantisca le medesime probabilità a tutti di essere inclusi nel processo.

L’attuale indice sull’andamento della Democrazia, infatti, risulta essere il peggiore dal 2006, primo anno nel quale questo indice è stato calcolato, passando da una valutazione di 5.48 del 2018 a 5.44 nel 2019. Questo strumento misura lo stato della democrazia basandosi su cinque fattori: processo elettorale e pluralismo, diritti civili, funzionamento del governo, partecipazione alla vita politica e cultura politica. All’interno di queste macro categorie sono inseriti 60 indicatori specifici ed ogni Paese viene infine catalogato in base a quattro tipi di sistemi che vanno da una democrazia piena fino ad un regime autoritario.

Il passo indietro del livello di democrazia globale verificatosi nel 2019 è in primo luogo attribuibile a un forte arretramento democratico avvenuto in America Latina e nei Paesi dell’Africa Subsahariana. Delle cinque macro categorie sulle quali è basata l’analisi del Democracy Index solo una ha avuto un miglioramento nel corso del 2019, la partecipazione politica, passata da un indice di 4.59 nel 2008 a 5.28 nel 2019 (Global democracy in retreat – The Economist-Intelligence Unit, 21 gennaio 2020).

In un clima di arretramento globale della democrazia, alla quale l’Italia e la nostra Regione non possono dirsi sottratte, è necessario non solo salvaguardare i presidi democratici di base, ma anche intraprendere azioni affinché ve ne siano di nuovi. Ciò risulta ancor più vero nell’attuale contingenza determinata dal virus Covid-19. Una risposta efficace per arginare la preoccupante situazione delineata ai paragrafi precedenti risiede sicuramente nella promozione di azioni per garantire il coinvolgimento effettivo della società civile, degli enti locali e della cittadinanza nelle scelte che spesso vengono demandate a chi è stato eletto.

In vista del conseguimento di tale fine, appare necessario che le idee di tutte le fasce di popolazione ricevano attenzione senza pregiudizi e che a tutti sia data la possibilità di fornire il proprio contributo materiale, ideale e morale.

Andrew Dobson, professore di scienze politiche alla Keele University in Inghilterra, in occasione della riforma della Camera dei Lord si espresse con le seguenti parole in una lettera pubblicata il 10 luglio 2012 sul quotidiano The Guardian:

Jackie Ashley ha ragione quando afferma “tutti i veri democratici dovrebbero supportare la riforma della Camera dei Lord” – ma non per mezzo di una camera eletta. I principi democratici di legittimità e rappresentatività vengono meglio rispettati se viene utilizzata l’estrazione a sorte (“sorteggio”) anziché le elezioni. Cosa c’è di più legittimo di un processo di selezione che garantirebbe la presenza di un gran numero di gente comune nella camera? Le elezioni producono la loro propria aristocrazia, ovvero una classe politica comprendente coloro che occupano la miglior posizione per essere eletti per mezzo del denaro, dell’influenza o dell’appoggio degli apparati partitici. Una camera composta da parrucchieri e manovali avrebbe più legittimità democratica rispetto a qualsiasi organo eletto. Rappresentatività? Un rapido sguardo alla Camera dei Comuni mostra come molte categorie siano scarsamente rappresentate, come ad esempio le donne e le minoranze, e come l’età media sia troppo alta. La pratica dell’estrazione a sorte presenta le migliori garanzie al fine di comporre una camera effettivamente rappresentativa di una completa gamma delle identità sociali. Il sorteggio garantirebbe anche l’indipendenza dei rappresentanti, una varietà di competenze e conoscenze, e nessuna dominanza di alcun partito. Il Democratic Audit(ndr un istituto di ricerca indipendente che si occupa di democrazia e diritti umani) ha dipinto un quadro desolante sullo stato della democrazia nel Regno Unito. Qual è il modo migliore per smuovere le cose se non attraverso un assortimento irriverente di politici non professionisti, legittimi al 100%, rappresentativi, indipendenti ed esperti? (Fonte: “A citizens’charter to rejuvenate democracy” di Andrew Dobson – The Guardian, 10 luglio2012)”.

La composizione di organi rappresentativi per sorteggio era una pratica comune nell’Italia medievale e rinascimentale. Nella Serenissima Repubblica di Venezia già nel corso del Duecento l’elezione dei membri del Maggior Consiglio era per estrazione a sorte. Da questo novero, ma sempre a sorte, venivano a loro volta estratti i componenti del Minor Consiglio. La Repubblica di Venezia non era tuttavia l’unica ad utilizzare un simile sistema elettorale. Lo prova un “paper” contenuto nella pubblicazione a cura di John E. Law and Bernadette Paton “Communes and Despots in Medieval and Renaissance Italy” che prese in considerazione 16 comuni dell’Italia settentrionale e individuò ben 29 sistemi diversi di elezione, tra i quali i modelli più diffusi erano basati tra la scelta discrezionale e il sorteggio (“The use of Sortition in Appointments in the Italian Communes” di D. Waley 2010).

Nella seconda metà del Quattrocento, per iniziativa dei sovrani della dinastia Trastamara, anche nell’area della Catalogna si tentò di introdurre il sorteggio. L’obiettivo era quello di scalfire il sistema della cooptazione che era costituito da una serie di meccanismi e pratiche volti a favorire lo strato più alto della cittadinanza, i cosiddetti ciutadans honrats, i quali dopo essersi arricchiti con attività mercantili avevano accumulato ricchezza e consolidato potere tramite attività immobiliari e investimenti dei proventi nella finanza e nel debito pubblico diventando una vera e propria aristocrazia. Seppur tardivamente, venne introdotto l’insacculaccio ovvero il sistema dell’imborsazione con estrazione a sorte, già in uso nei comuni italiani del primo Trecento (a tal proposito vedasi, “A consiglio – La vita politica nell’Italia dei comuni” di Lorenzo Tanzini, 2014).

Oggigiorno, un esempio avanzato di applicazione dei processi e dei meccanismi sin qui descritti viene dall’Austria e più precisamente dallo stato federato del Vorarlberg dove, a partire dal 2010, è stato introdotto il meccanismo dei Wisdom Council ideato dall’americano Jim Rough. Lo strumento dei Wisdom Council è stato riadattato all’ambito dei consigli dei cittadini (BürgerInnen Rat) su iniziativa dell’Ufficio per le questioni future del Vorarlberg (The Office for Future-related Issues) con la collaborazione del Ministero dell’agricoltura e foreste, ambiente e acqua (Ministry of Life). La valutazione dei processi partecipativi garantiti da tale strumento (Report – Wisdom Councils in Austria) ha prodotto risultati ritenuti estremamente promettenti.

È evidente come in virtù delle affinità storico/culturali, ma anche di collaborazione politica, si pensi ad esempio all’Euregio, che legano il Trentino all’Austria, un modello simile potrebbe essere replicato con successo anche sul territorio regionale. La capacità creativa delle assemblee di cittadini estratti a sorte e la loro efficacia nel dare risposte concrete ai temi più complessi e che richiedono ampio dibattito e massima condivisione è stata peraltro dimostrata anche in altri Paesi come Irlanda (la Citizens’ Assembly convocata nel 2016 ha permesso una serie di modifiche costituzionali di portata storica), Canada (per l’elaborazione di leggi elettorali nelle province della British Columbia e dell’Ontario), Australia (su impulso e con l’assistenza della New Democracy Foundation le giurie di cittadini estratti a sorte sono state adite per esprimersi su svariati temi a livello federale, statale e comunale: dalle modalità di smaltimento dei rifiuti nucleari ai regolamenti sulla vita notturna), Germania (recente la convocazione di un’assemblea dei cittadini in seno al Bundestag per elaborare proposte sull’immagine della Germania nel mondo), Belgio (nella regione di lingua tedesca Eupen-Malmedy è stato costituito un consiglio permanente di cittadini estratti a sorte), Francia (la Convention citoyenne pour le climat è stata convocata da Macron nel 2019), Polonia (celebre l’assemblea civica di Danzica convocata dall’allora sindaco Paweł Adamowicz per elaborare un piano per fronteggiare condizioni meteorologiche di pioggia torrenziale il cui modello è stato replicato in altre realtà urbane polacche), Regno Unito e Stati Uniti (tipicamente nei Paesi anglosassoni le giurie vengono utilizzate per valutare l’efficacia delle politiche pubbliche, soprattutto nell’ambito ambientale e dei servizi pubblici). In simili contesti le assemblee si sono occupate con successo di modifiche costituzionali, leggi elettorali, allocazione di risorse per grandi progetti, pianificazione dei servizi pubblici e misure di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.

In provincia autonoma di Trento una proposta simile a quella qui considerata era stata presentata con il disegno di legge di iniziativa popolare 328/XIV. In quel caso il riferimento era ai pritani, la cui denominazione era da ricondursi alle pritanie dell’Antica Grecia, assemblee costituite da cittadini estratti a sorte dalle tribù dell’Attica che duravano tra i 35 e 36 giorni e avevano il compito di deliberare l’ordine del giorno delle sedute della Bulè e dell’Ecclesia. Sul disegno di legge si era espressa anche la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa con il parere n. 797/2014.

Sempre in provincia di Trento con l’ordine del giorno 166/XVI del 9 maggio 2020, il Consiglio provinciale di Trento ha impegnato la Giunta provinciale a predisporre una valutazione sulla proposta di organizzare un’assemblea dei cittadini a cui affidare l’elaborazione di pareri e proposte da indirizzare alle istituzioni provinciali con particolare riferimento alle tematiche inerenti ai cambiamenti climatici e alla crisi sociale ed economica connessa all’emergenza epidemiologica da Covid-19, tenendo conto dell’attività svolta nell’ambito del processo partecipativo sull’Agenda 2030.

Più di recente in provincia di Bolzano è stata presentata una proposta di iniziativa legislativa popolare a voto referendario per un Consiglio dei cittadini estratti a sorte rispetto alla quale è in corso l’iter per la valutazione di ammissibilità del testo.

Tra gli enti locali italiani si distingue il Comune di Vignola in Emilia-Romagna dove nel 2016 è stato introdotto un numero consistente di strumenti democratici compreso un istituto basato sulla demosortecrazia. Il nuovo statuto comunale prevede che su iniziativa dell’amministrazione comunale, almeno una volta ogni due anni, viene convocata “La Giornata della Democrazia” su argomenti di interesse collettivo e aperta a tutti i residenti. Alla giornata sono invitati a partecipare

500 cittadini estratti a sorte dalle liste elettorali. La Giornata della Democrazia ha luogo secondo le seguenti caratteristiche: orario e luoghi scelti in modo da agevolare la massima partecipazione dei cittadini; presenza del sindaco e degli assessori; si utilizzano vari metodi partecipativi nei gruppi di lavoro e in seduta plenaria per permettere a tutti di fare proposte e discuterle, al fine di scegliere insieme, con votazione, le proposte prioritarie, approfondirle e presentarle sotto forma di raccomandazioni finali; le raccomandazioni finali de “La Giornata della Democrazia” vengono approfondite, discusse e votate nelle apposite commissioni del consiglio comunale, con invito ai cittadini proponenti a relazionare.

Da segnalare infine che il 20 dicembre 2019 è stata depositata presso la Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione delle “Assemblee dei Cittadini” a livello nazionale il cui contenuto integrale è disponibile sul sito internet politicipercaso.it. Il primo grande tema su cui il comitato promotore chiede di convocare un’assemblea è l’emergenza climatica. Come sta avvenendo in Francia il comitato propone di affidare a un’assemblea di cittadini sorteggiati in base a specifici criteri, affiancati da esperti, l’analisi e l’indirizzo su questioni di interesse generale su cui la democrazia elettorale non riesce a dare soluzioni adeguate.

Data l’attuale e perdurante congiuntura è purtroppo chiaro che i cittadini sono stati, sono e saranno ancora per qualche tempo pesantemente colpiti dagli effetti della pandemia. Un numero considerevole di persone ha dovuto rinunciare al lavoro e quindi si è trovato nella condizione di vedere ridotti, o in alcuni casi azzerati, i mezzi per il sostentamento proprio e dei propri familiari. Fermo restando che nel nostro ordinamento i rappresentanti eletti sono chiamati a studiare e a implementare soluzioni ai problemi che via via si presentano, la natura stessa dell’attuale crisi impone che si dia ai cittadini e alle realtà più duramente messe alla prova dalla pandemia, la possibilità di essere coinvolti e di mettere a disposizione la propria esperienza concreta alle Istituzioni. L’utilità di un loro coinvolgimento diretto permetterebbe di sviluppare risposte empiricamente efficaci sulla base di tutti quei dettagli concreti che spesso risultano ignorati dall’elaborazione teorica degli uffici amministrativi e dalle meccaniche decisionali “top-down”, che da sole non risultano fra le più indicate per affrontare crisi simili a quella attuale.

Alla luce di quanto finora esposto, adottare lo strumento dell’assemblea dei cittadini anche nella nostra regione sarebbe straordinariamente utile. Un’alleanza degli organi politico-istituzionali con gli esponenti del corpo sociale per individuare proposte che possano portare ad una co-decisione delle scelte, in cui ogni persona è responsabilizzata a scegliere e partecipare per il proprio quartiere, per la propria città e per il proprio territorio.

Per concludere, interessante e perfettamente calzante con la ratio di questo disegno di legge è la visione fornita da Wendy Brown, professoressa di Scienze politiche all’Università di Berkley nella pubblicazione “In the Ruins of Neoliberalism: The Rise of Antidemocratic Politics in the West” (Columbia University Press). Brown ha analizzato l’attuale situazione di crisi mondiale della democrazia alla luce non solo della pandemia che ha ridefinito i confini della società, ma anche alla luce di quella che è l’idea di democrazia che si è venuta a creare e di coloro che sono ritenuti deputati a preservarla. Secondo Brown infatti: “Le società indebolite sono vulnerabili alla tossicità nei momenti di crisi e di profonda transizione, come quello attuale. Sebbene sia possibile identificare varie fonti di tossicità, una che è attualmente molto visibile e commentata è la tossicità che deriva dalla patologia psicologica. Una lunga serie di psichiatri e psicologi ha avvertito dei pericoli rappresentati da individui con determinati disturbi di personalità pericolosi, inclusi gli psicopatici, e quelli con disturbo di personalità narcisistico e disturbo di personalità paranoide, che sono psicologicamente incapaci di concepire l’idea di uguaglianza. Nelle posizioni di potere, questa minoranza agisce come una fonte di estrema tossicità che può indirizzare le transizioni in direzioni catastrofiche per il bene pubblico. Da questa prospettiva psicologicamente informata, la democrazia può essere vista come comprendente una serie di difese contro pericolosi leader psicopatici. Queste difese comprendono lo stato di diritto che si applica ugualmente a governanti e cittadini, elezioni libere ed eque a intervalli regolari che consentono la rimozione di leader tossici, protezionideidirittiumanipersingolicittadini,retidisicurezzasocialecheproteggonolesocietà da alti livelli di privazioni che alimentano il sostegno di massa ai demagoghi e sovranità condivisa che consente alla comunità internazionale di agire in caso di diffuse violazioni dei diritti umani da parte dei leader nazionali.” (The Covid-19 pandemic has exposed why we urgently need to re-imagine democracy – Democratic Audit UK, 18 giugno 2020).

Conseguenza di queste considerazioni è l’erosione democratica a cui stiamo progressivamente assistendo a livello globale, per far fronte alla quale è necessario un modello di democrazia più olistico che implichi una combinazione di forme di democrazia deliberativa, partecipativa, diretta e rappresentativa, in cui ciascuna può agire per superare le carenze dell’altra. Esempi in questo senso vengono dal tema della lotta ai cambiamenti climatici. L’assemblea dei cittadini irlandese, la Convenzione francese “Citoyenne pour le Climate” e l’assemblea per il clima nel Regno Unito già oggi consentono ai cittadini di influenzare le politiche climatiche dei rispettivi governi nazionali. Si tratta di strumenti democratici ad ampio respiro, che come tali possono contribuire alla “politica lenta” necessaria per affrontare sfide che richiedano soluzioni a lungo termine, come tali avulse dal contesto a breve termine delle competizioni elettorali.

Per non soccombere alla tossicità sociale che la minaccia, riducendosi a mero simulacro, la democrazia contemporanea abbisogna di innovazioni democratiche e partecipative che rafforzino forme di partecipazione sempre più ampie e profonde da parte dei cittadini. La capacità della democrazia di reimmaginare se stessa rappresenta la miglior speranza che abbiamo a disposizione per affrontare le crisi sistemiche che a oggi restano ancora irrisolte e muovere verso modelli sociali più forti, più giusti e più sostenibili.

La proposta legislativa prevede che la costituzione dell’assemblea dei cittadini possa essere richiesta dal consiglio comunale, per iniziativa popolare, oppure tramite un automatismo, su base decennale, in modo simile a quanto previsto da numerose costituzioni dei singoli Stati che compongono gli Stati Uniti d’America per le revisioni costituzionali laddove si prevede un referendum popolare a intervalli di tempo regolari per chiedere di approvare la convocazione di una convenzione costituzionale (vedasi ad esempio l’articolo 19 della Costituzione dello Stato di New York). Una volta convocata, l’assemblea può elaborare proposte di revisione statutaria e definire i criteri generali e le linee di indirizzo che il consiglio comunale deve tenere in considerazione nella definizione dei provvedimenti ad esso attribuiti dagli articoli 39 e 49 del Codice degli enti locali. Oltre ad elaborare schemi di revisione statutaria, l’assemblea dei cittadini estratti a sorte può dunque esprimere pareri e proposte in materia di lavori pubblici e di programmazione economica, per la definizione e l’attuazione di opere, di programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l’azione integrata e coordinata di comuni, di amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici. Può inoltre esprimere proposte sullo statuto delle aziende speciali e delle società a prevalente partecipazione del comune, sui piani strategici, i documenti di programmazione, i piani di settore, i programmi di opere pubbliche e i relativi piani finanziari, i piani territoriali e urbanistici, nonché i programmi per la loro attuazione e le eventuali deroghe, i pareri da rendere nelle predette materie e quelli relativi ai piani di settore della Provincia oppure sui progetti preliminari delle grandi opere, ma anche sull’istituzione, i compiti e le norme sul funzionamento degli organismi di decentramento e di partecipazione e in ogni caso su tutte gli ambiti elencati nell’articolo 49 del Codice degli enti locali.