La rappresaglia sionista è iniziata subito dopo il 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas contro gli insediamenti israeliani che circondano la Striscia di Gaza. L’azione terroristica causò circa 1.200 vittime, di cui 900 civili e 300 militari. A quelle morti fu dato giustamente peso nel dibattito pubblico. Ma, nel giro di poche settimane, la reazione israeliana si è trasformata in un’operazione di sterminio sistematico, diretta non solo contro la popolazione civile, ma anche contro i simboli della sua identità: cimiteri, monumenti, istituzioni educative, luoghi di culto. Una strategia che va oltre l’eliminazione fisica, mirando a cancellare la storia e la cultura di un intero popolo.
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Pur nel pieno del semestre bianco che porterà all’elezione del prossimo presidente della Repubblica il mondo della politica è in pieno fermento. Anche se in teoria si dovrebbe votare nel 2023, le elezioni nazionali sono ritenute da tutti dietro l’angolo, o quasi, ed è già scattata la corsa per ottenere un posto in Parlamento, perché, diciamolo, l’Autonomia è bellissima ma tutto sommato anche il posto a Roma piace parecchio.
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