Tunnel Bondone-Valvestino: intoppi geologici costringono a rivedere l’opera!

Il costosissimo tunnel (32 milioni di euro stimati, ma potenzialmente molti di più…) a senso unico alternato che dovrebbe collegare la Val Vestino alle Valli Giudicarie e al Trentino? Oltre alle questioni di costo, già note, ci sono seri problemi idrogeologici rispetto al progetto che si pensava di mettere in cantiere, tanto che si sta valutando di modificarlo. L’area dove si intendeva procedere con gli scavi risulta infatti interessata da una falda freatica e questo da un lato renderebbe più complicati e costosi i lavori e dall’altro minaccerebbe la sopravvivenza delle numerose sorgenti che alimentano sia i Comuni bresciani che quelli trentini presenti in zona.

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Il M5S chiede di coinvolgere i Comuni trentini nella gestione del Fondo Comuni confinanti: la maggioranza Lega-SVP non ne vuole sapere.

Da qualche tempo sui giornali locali e in TV si fa un gran parlare della necessità di rivedere il funzionamento del Fondo Comuni confinanti. Non possiamo che esserne contenti, visto e considerato che noi solleviamo questioni sul funzionamento di quell’ente da anni, chiedendone la riforma, ad esempio per permettere ai Comuni trentini di confine di avere voce in capitolo sulle opere che verranno realizzate vicino a loro. Purtroppo non abbiamo mai ricevuto né ascolto da parte delle altre forze politiche né attenzione da parte della stampa. L’ultimo tentativo lo abbiamo fatto in Consiglio regionale il 19 novembre scorso… non è andata bene. Del resto un conto è parlare ai giornalisti per fare un po’ di propaganda, tutt’altro discorso è agire per risolvere davvero i problemi!

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Prelievi coatti dal Lago d’Idro e salute del suo biotopo: ci avevamo visto giusto

La scorsa estate il M5S trentino aveva denunciato (con dovizia di prove fotografiche) l’abbassamento del livello del Lago d’Idro e le pesantissime conseguenze che questa decisione aveva avuto sul biotopo sito nel Comune di Bondone. Di recente la Provincia di Trento ha risposto a una nostra interrogazione (3870/XVI) specificando di aver provveduto essa stessa a contestare le decisioni sull’abbassamento dei livelli dell’Eridio, ritenendola illegittima. Siamo ovviamente soddisfatti che ciò sia avvenuto, anche perché si deve smettere di considerare i bacini montani come serbatoi al servizio di modelli di agricoltura assolutamente insostenibili alla luce della crisi climatica.

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Promozione interregionale del Lago d’Idro: alla maggioranza non interessa ma preferisce non dirlo

Quanto a mezze risposte, giri di parole, rimandi vuoti e prese in giro la maggioranza che guida la Provincia di Trento dimostra spesso un’abilità non comune. Un esempio? La risposta fornita ad una nostra interrogazione dello scorso luglio.

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Per le questioni del lago d’Idro lo sport preferito resta lo scaricabarile

A seguire il testo di un Comunicato Stampa a firma del Consigliere regionale lombardo Ferdinando Alberti e del sottoscritto, inviato agli organi di stampa in data 11 ottobre 2021 e riguardante la scarsissima attenzione che le autorità lombarde (ma anche trentine…) dedicano all’Eridio.

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Sulle numerose problematiche che da anni attanagliano il lago d’Idro, l’assessore al territorio di Regione Lombardia, Pietro Foroni, continua a non assumersi le sue responsabilità. Ne ho avuto l’ennesima prova da una recente risposta da lui data ad una mia interrogazione. Pur ammettendo che la qualità delle acque del lago è decisamente critica e che Regione Lombardia cercherà di migliorare le cose (promessa questa sentita già troppe volte ma di fatto mai attuata o applicata con scarsissimi risultati), ha sottolineato che devono essere i Comuni interessati a doversi far sentire altrimenti lui non può agire. Peccato che i territori interessati, con i loro sindaci in testa, siano propositivi e stiano chiedendo aiuto da tempo proprio alla Regione e a lui in prima persona, senza ricevere alcuna risposta o ottenendo risposte evasive.

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“Tunnel in itinere”, un punto di vista informato sulle criticità concernenti il progetto di tunnel a senso unico alternato per collegare la Val Vestino alla Valle del Chiese

Di seguito riportiamo un contributo, che abbiamo ritenuto degno di nota, inviatoci da un nostro lettore rispetto all’ipotesi di realizzare un collegamento stradale diretto (tramite tunnel a senso unico alternato) fra la Val Vestino e la Valle del Chiese. Negli ultimi anni ci siamo occupati spesso della Val Vestino, ad esempio con le interrogazioni 375/XVI, 2347/XVI, 3361/XVI, 3463/XVI, 3465/XVI e 3582/XVI. In particolare l’interrogazione 3463/XVI (del 14 febbraio 2022) si occupava proprio delle problematiche idrogeologiche poste dagli eventuali scavi e permane ad oggi senza risposta. Sono questioni sulle quali “Ferdinando” fornisce approfondimenti e chiavi di lettura capaci di gettare luce sul perché e il percome la realizzazione del tunnel risulti assai problematica e non solo per l’evidente sproporzione fra la spesa di denaro pubblico (sui 32 milioni di euro da stime ma probabilmente di più…) e il vantaggio derivante alla collettività dalla realizzazione dell’opersa stessa.

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Le reti stradali provinciali di Brescia e di Trento, presto potrebbero essere arricchite da un tratto di strada, con una sola carreggiata di 5 Km complessivi in galleria percorribili a senso unico alternato, per collegare Valvestino nel Parco Alto Garda Bresciano al comune di Bondone nell’estremo lembo sud-occidentale del Trentino.

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Il biotopo del Lago’Idro disseccato a causa del prelievo idrico. Il M5S interroga

In questi giorni il livello del Lago d’idro è molto basso (infatti da agosto a settembre il livello è calato di quasi un metro e mezzo). È l’effetto dei prelievi che si sono susseguiti durante tutta la stagione estiva per abbeverare le colture della bassa e che sono purtroppo ancora gestite con sistemi arcaici ed idrovori. Come è facile immaginare, la conseguenza diretta di ciò è che il prezioso e bellissimo biotopo del Lago d’Idro sta pagando un prezzo assai elevato al brusco abbassamento delle acque. È una situazione nella quale il Trentino non è immune da colpe, visto e considerato che ha dato il suo placet alla svendita dell’acqua del fiume Chiese, principale immissario dell’Eridio. Per questo alcuni giorni fa ho presentato un’interrogazione che sottolinea il danno subito dall’ambiente e dal territorio del basso Chiese in nome dei regali che i politici di Trento hanno deciso di fare ai loro omologhi lombardi.

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Bocciata la proposta di invitare i Comuni confinanti col Trentino al Dreier Landtag

All’inizio degli anni 2000 furono numerosi i comuni confinanti con la provincia di Trento a chiedere l’annessione alla provincia stessa. Pensiamo ai referendum svolti nei comuni di Lamon, Sovramonte, Magasa, Valvestino o al referendum minacciato dal Comune di Bagolino. Persino la provincia di Belluno arrivò a chiedere l’annessione alla regione Trentino-Alto Adige con una raccolta di 17.000 firme.

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La Provincia di Trento svende l’acqua del Chiese agli interessi agricoli lombardi e usa i soldi per opere stradali su altri territori!

Nessun rispetto per il fiume Chiese, per la Valle del Chiese e per il lago d’Idro, nessuna coscienza ecologica, solo piccoli scambi di favori e logica clientelare per una politica al massimo ribasso. Questa in estrema sintesi la lezione che si può trarre dalla decisione presa dalla Provincia di Trento (comunicato 1585 del 18.06.2021 + delibera 1013 del 18.06.2021) di cedere alla Lombardia dai 12 ai 16 milioni di metri cubi d’acqua potabile afferente al bacino idrografico del Chiese in cambio di poco meno di un milione di euro per un intervento di sistemazione stradale sito nel bacino idrografico del Sarca.

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Lotta alla mafia: il M5S sollecita la collaborazione fra Trentino e Lombardia

Parlare di “mafia in Trentino” può essere fuorviante. Che la criminalità organizzata operi in Trentino è infatti un dato assodato e innegabile. La mafia è un fenomeno strisciante che non conosce confini e si sposta con rapidità da Stato a Stato e da Regione a Regione. Compreso questo, dobbiamo allora chiederci quali siano le migliori strategie per contrastare gli sviluppi malavitosi. Un sistema è di certo la collaborazione con le Istituzioni regionali a noi limitrofe, come il Veneto e soprattutto la Lombardia, che è molto avanti nel monitoraggio e nella lotta alle mafie. Se state pensando che la collaborazione fra le varie articolazioni dello Stato dovrebbe essere naturale, avete ragione… purtroppo però non lo è. Proprio per questo alcuni giorni fa ho depositato un’interrogazione al Consiglio provinciale, con la quale chiedo di rafforzare i rapporti e i confronti con la la commissione Antimafia lombarda.

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