La stabilità elettorale non è negoziabile: il caso dei sindaci che vogliono più tempo

* intervento pubblicato su Il Dolomiti, il 20 dicembre 2024

La recente circolare n.83/2024 del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno ha scatenato un acceso dibattito nel panorama politico locale trentino. Diversi sindaci e assessori stanno avanzando richieste di proroga dei loro mandati, in aperta contraddizione con i principi fondamentali della democrazia rappresentativa e le raccomandazioni internazionali sulla stabilità del diritto elettorale.

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Referendum provinciali e democrazia azzoppata. In Provincia di Trento il voto referendario è figlio di un dio minore

Una delle differenze principali tra le democrazie e i regimi autoritari riguarda il modo con cui si tiene conto del voto popolare. Nelle prime, ai sensi dei trattati internazionali e delle Costituzioni nazionali, si vota liberamente per prendere decisioni che riguardano i cittadini oppure per scegliere i rappresentanti eletti. Nei regimi autoritari invece il voto, laddove consentito, è viziato da procedure che impediscono la libera espressione delle preferenze da parte dei cittadini e dalla mancanza di sistemi di controllo sul corretto svolgimento delle operazioni stesse, lasciando quindi campo aperto alla possibilità di brogli o manipolazioni.

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