La legge prevede più modi per diventare educatore socio-pedagogico ed educatore socio-sanitario (cioè per ottenere le qualifiche necessarie ad operare nell’ambito dei servizi socio assistenziali). Per entrambe le tipologie di lavoro non conta solo il titolo di studio (cioè la laurea) ma viene anche riconosciuto un valore all’esperienza maturata sul campo. La logica è intuitiva: se lavori da 20 anni nel sociale significa che con ogni probabilità sai svolgere i compiti che ti sono assegnati. Nel caso degli educatori socio-sanitari la legge recita che possono acquisire il titolo anche “coloro che, pur non avendo un titolo specifico, abbiano esercitato la professione di educatore per almeno trentasei mesi nel decennio 2009/2018 e si siano iscritti agli elenchi speciali ad esaurimento istituiti presso l’ordine di riferimento”. Sembra chiaro? Lo è… ma all’apparenza non per tutti. In Trentino infatti il Catalogo dei Servizi Socio Assistenziali inviato ai Consiglieri provinciali non comprende i lavoratori iscritti agli elenchi speciali a asaurimento come figure abilitate a svolgere la professione.
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