* lettera pubblicata su Il T quotidiano, 1° febbraio 2025
Mentre la Provincia autonoma di Bolzano continua a rendere omaggio alla memoria del neuroscienziato Valentino Braitenberg attraverso il sostegno al premio internazionale a lui intitolato, il Trentino rimane inspiegabilmente inerte. Questa situazione è tanto più grave se si considera che il Consiglio provinciale di Trento aveva approvato, nell’ottobre 2021, un ordine del giorno specifico per istituire una cattedra a suo nome presso l’Università di Trento, senza che però alcun seguito concreto sia stato dato a quella deliberazione.
Braitenberg, nato a Bolzano nel 1926, è una figura di livello mondiale nel campo delle neuroscienze computazionali e della cibernetica biologica. Oltre a dirigere il Max Planck Institute for Biological Cybernetics di Tubinga, ha lasciato un segno indelebile anche in Trentino, contribuendo alla nascita del laboratorio di scienze cognitive di Rovereto. Il suo lavoro ha ispirato una generazione di scienziati e rappresenta un patrimonio scientifico e culturale che meriterebbe maggiore attenzione e valorizzazione anche nella nostra provincia.
È in questo contesto che l’iniziativa recentemente annunciata dalla Provincia autonoma di Bolzano assume un peso significativo: il rinnovo dell’accordo con il Bernstein Network per sostenere il Premio Valentin Braitenberg nei prossimi due anni, in vista del centenario della sua nascita nel 2026. Questo premio, che riconosce l’eccellenza nella ricerca neuroscientifica, non solo rende giustizia alla memoria di Braitenberg ma rafforza anche il legame tra scienza, territorio e innovazione.
In Trentino, invece, permane il silenzio. L’ordine del giorno 429/XVI, approvato con l’intento di avviare il dialogo con l’Università di Trento per istituire una cattedra intitolata a Braitenberg, rappresentava un primo passo concreto per onorare la sua eredità. Tuttavia, a distanza di oltre tre anni, nulla è stato fatto. È una mancanza che non possiamo più permetterci di ignorare.
Sono certo che personalità come l’ex assessora Donata Loss e il neuroscienziato Giorgio Vallortigara, che hanno avuto l’onore di lavorare fianco a fianco con Braitenberg, sarebbero felici di offrire il loro supporto per pianificare e promuovere un’iniziativa che valorizzi la sua figura. Trento ha tutte le risorse e le competenze necessarie per fare un passo avanti in questa direzione, a partire dal CIMeC – Centro interdipartimentale mente/cervello, che rappresenta già oggi un’eccellenza internazionale nel campo delle neuroscienze cognitive.
Non è solo una questione di memoria storica, ma anche di prospettiva per il futuro. Investire nella scienza e nella ricerca significa valorizzare le nostre risorse umane e intellettuali, stimolare l’innovazione e contribuire al progresso del territorio. Il Trentino non può rimanere indietro su questo fronte. È tempo che la Giunta provinciale onori l’impegno assunto con l’ordine del giorno del 2021 e dia avvio a un dialogo serio e concreto con l’Università di Trento e con le altre realtà scientifiche locali per rendere giustizia all’eredità di Valentino Braitenberg.
L’immobilismo non è accettabile. Il Trentino ha il dovere morale e culturale di essere all’altezza del proprio ruolo.



Buongiorno Dr. Marini,
trattandosi di una Eccellenza italiana, per giunta locale, sono del parere che la Provincia non dovrebbe stare in silenzio, ma dovrebbe intitolare qualcosa di importante nelle Aule dell’Università trentina. Un Neuroscienziato e pioniere della cibernetica biologica, merita un grande riconoscimento. Mi auguro che il Presidente Fugatti, si premuri al più presto, di portare a compimento, quanto promesso.
RingraziandoLa, porgo un cordiale saluto.
Erika Nardon
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