Non se ne è parlato molto (anzi per niente…), ma il 15 settembre scorso il Consiglio delle Autonomie locali ha approvato una mozione, poi trasmessa al Consiglio provinciale, tramite la quale si chiede di intervenire a tutti i livelli per far convivere la disciplina comunitaria in materia di concorrenza con la tutela della natura pubblica del bene acqua e del suo sfruttamento a fini idroelettrici coinvolgendo gli enti locali. Una presa di posizione importante, che il M5S ha fatto propria, anche perché ricalca ciò che avevamo chiesto alla giunta lo scorso aprile tramite un nostro ordine del giorno che venne però bocciato. Per evitare che la richiesta del Consiglio delle Autonomie resti lettera morta, abbiamo presentato un’interrogazione (3141/XVI del 26 ottobre 2021) con la quale chiediamo al presidente Fugatti di essere conseguente rispetto alle richieste dell’organo di rappresentanza dei Comuni.
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Domanda: qual’è, su tutti, il problema principale del settore idroelettrico? Risposta: Un quadro normativo europeo estremamente frammentato e disomogeneo, con ogni Stato che applica le regole che vuole e i richiami della Commissione Europea che per ora sono stati recepiti solo dall’Italia. Questo è fonte di criticità, specialmente alle aziende energetiche locali che producono energia tramite le piccole concessioni idroelettriche. Avevamo presentato al Consiglio provinciale un Ordine del Giorno per provare ad arrivare ad una soluzione ma purtroppo la maggioranza ha ritenuto di bocciarlo.
Continua a leggere “Piccole centrali idroelettriche: la maggioranza respinge le proposte del M5S di partecipare alla definizione di una norma quadro statale per tutelare la gestione pubblica”Centraline idroelettriche e tralicci: il punto della situazione prima del confronto in Aula
Nell’ottobre 2020 la Provincia Autonoma di Trento ha modificato la legge provinciale 4 del 1998 nella parte riguardante le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni idroelettriche. Si è puntato tutto sul prezzo trascurando ogni valutazione in fatto di impatto ambientale delle grandi centrali sui corsi d’acqua, senza contare che il più grande operatore in Trentino è Hydro Dolomiti Energia, società controllata al 60% da Dolomiti Energia Holding spa e per il restante 40% da Fedaia Holdings Sarl in Lussemburgo, di proprietà di Macquarie European Infrastructure Fund 4, rispondente a un fondo speculativo australiano noto alle cronache col poco lusinghiero soprannome di “canguro vampiro”.
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