Vajont e Vanoi

Segue il testo di un intervento pubblicato dal quotidiano on line “Il Dolomiti” il 9 ottobre 2023

Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia si staccano dal monte Toc, al confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, e precipitano nel bacino artificiale creato dallo sbarramento del torrente Vajont. La frana causa un’onda da 50 milioni di metri cubi d’acqua, la metà dei quali superano la diga che porta lo stesso nome del corso d’acqua e si abbattono con violenza dirompente sugli abitati attorno al lago e a valle dello sbarramento. È notte quando i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, e la parte bassa dell’abitato di Erto vengono distrutti. Alla stessa maniera Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè sono travolti dalla massa d’acqua, ed è impossibile per gli abitanti mettersi in salvo. È una strage. Alla mattina si contano 1910 morti, 487 dei quali di età inferiore ai 15 anni. Indagando successivamente sulle cause della tragedia si scoprirà che i versanti della vallata del torrente Vajont erano ad elevatissimo rischio idrogeologico e che ciò era noto ai progettisti e ai dirigenti della SADE, l’ente gestore della diga.

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Diga del Vanoi. I veneti invocano “tirate d’orecchie” al Trentino da parte del presidente Mattarella e Fugatti tace

Domenica ho depositato un’interrogazione al Consiglio provinciale per chiedere che il presidente Fugatti riferisca in merito al teatrino dei leghisti veneti che attaccano l’Autonomia trentina per effetto della questione della diga sul torrente Vanoi mentre i loro compagni di partito trentini giurano che non sapevano nulla dell’opera, che si dovrebbe credere sia arrivata in Gazzetta ufficiale senza che nessuno sapesse nulla.

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Attività di novembre 2022 – Newsletter n° 49

Novembre è iniziato con una serie di atti di sindacato ispettivo su temi d’attualità e su questioni pendenti: in particolare, una serie di accavallamenti mi ha costretto a fare gli straordinari nella sessione del Consiglio provinciale ai primi del mese, nei giorni del 8, 9 e 10 novembre.

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