Vajont e Vanoi

Segue il testo di un intervento pubblicato dal quotidiano on line “Il Dolomiti” il 9 ottobre 2023

Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia si staccano dal monte Toc, al confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, e precipitano nel bacino artificiale creato dallo sbarramento del torrente Vajont. La frana causa un’onda da 50 milioni di metri cubi d’acqua, la metà dei quali superano la diga che porta lo stesso nome del corso d’acqua e si abbattono con violenza dirompente sugli abitati attorno al lago e a valle dello sbarramento. È notte quando i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, e la parte bassa dell’abitato di Erto vengono distrutti. Alla stessa maniera Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè sono travolti dalla massa d’acqua, ed è impossibile per gli abitanti mettersi in salvo. È una strage. Alla mattina si contano 1910 morti, 487 dei quali di età inferiore ai 15 anni. Indagando successivamente sulle cause della tragedia si scoprirà che i versanti della vallata del torrente Vajont erano ad elevatissimo rischio idrogeologico e che ciò era noto ai progettisti e ai dirigenti della SADE, l’ente gestore della diga.

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Il M5S chiede che Valvestino e Magasa siano invitati al Dreier Landtag di Riva del Garda

I Comuni lombardi di Valvestino e Magasa siano invitati come osservatori alla prossima seduta del Dreier Landtag che si terrà a Riva del Garda, cioè a un tiro di schioppo da questi territori che del Trentino avevano fatto parte fino al 1934. A chiederlo è il M5S del Trentino tramite un’interrogazione depositata negli scorsi giorni e indirizzata al presidente del Consiglio provinciale Kaswalder.

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Bocciata la proposta di invitare i Comuni confinanti col Trentino al Dreier Landtag

All’inizio degli anni 2000 furono numerosi i comuni confinanti con la provincia di Trento a chiedere l’annessione alla provincia stessa. Pensiamo ai referendum svolti nei comuni di Lamon, Sovramonte, Magasa, Valvestino o al referendum minacciato dal Comune di Bagolino. Persino la provincia di Belluno arrivò a chiedere l’annessione alla regione Trentino-Alto Adige con una raccolta di 17.000 firme.

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