Dopo 5 anni di governo, di fronte ai problemi della sanità trentina non basta dire “ci stiamo lavorando”!

di Paolo Minotto

Su L’Adige del 12 settembre, nelle pagine della cronaca di Rovereto, è stato pubblicato l’articolo dal titolo “Cure domiciliari senza dieci infermieri”. Nel pezzo si evidenzia il problema ormai cronico e conclamato della carenza di infermieri sul territorio della nostra Provincia. Si tratta di una situazione particolarmente grave se si pensa al fatto che queste persone svolgono un servizio fondamentale per la cittadinanza anziana e disabile e per i relativi nuclei familiari.

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Il (non) senso di Gerosa per il bene pubblico

Qualche giorno fa ho ricordato alla presidente dimissionaria di ITEA Francesca Gerosa che il Consiglio Provinciale aveva chiesto per ben 2 volte che l’azienda pubblica da lei guidata rendesse noti i risultati relativi agli investimenti del Superecobonus. Risultati che, aggiungiamo noi, fanno riferimento a investimenti annunciati ma mai realizzati. 

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L’antipolitica, i veti e il M5S

Segue il testo originale della lettera inviata al quotidiano L’Adige per dar conto del punto di vista del M5S rispetto alle affermazioni del candidato presidente del centrosinistra trentino a giustificazione della chiusura ad ogni accordo per le prossime elezioni provinciali. Il testo pubblicato è stato modificato su richiesta del quotidiano stesso per motivi di pubblicazione.

Da qualche giorno il candidato presidente del centrosinistra trentino va di giornale in giornale giustificando il rifiuto a prendere in considerazione un’alleanza col M5S utilizzando un argomento piuttosto singolare: “i 5 Stelle sono più orientati al soffio sull’antipolitica che alla fatica della mediazione e del governo” continua a ripetere. Si tratta tuttavia di un’affermazione alquanto discutibile, a meno di non voler equiparare la categoria alquanto fumosa dell’antipolitica col lavoro e l’impegno a perseguire il mandato conferito dai cittadini.

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Covid, privatizzazione della sanità e dell’energia, inefficienze provinciali: cosa fare per mettere a posto le cose

Ecco il testo integrale di un’intervista che ho rilasciato al Giornale delle Giudicarie e che è stata pubblicata sull’edizione del mese di febbraio 2022

A due anni dalle prossime elezioni provinciali del 2023 qual è il bilancio ed i risultati raggiunti dalla Giunta del Presidente Fugatti?

La legislatura era partita fra squilli di tromba e grandi promesse di sostegno alle aree montane pronunciate nel corso degli Stati generali sulla Montagna. Alla prova dei fatti le promesse, come spesso avviene con certi politici, sono rimaste tali. Si parla molto di vie di comunicazione, ma le strade, per quanto importanti possano essere, non bastano a dare un futuro certo al tessuto socio-economico delle valli trentine. Limitandoci al solo territorio giudicariese, eventuali interventi viabilistici non potrebbero ad esempio compensare la perdita del controllo dell’ente pubblico sull’energia idroelettrica, visto che il rischio che i privati mettano le mani su grandi e piccole concessioni a danno dei consorzi storici e delle municipalizzate non è esiguo e ciò causerebbe un danno notevole in termini di benefici negati e aumento di costi per tutta la popolazione residente.

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Attività di ottobre 2021 – Newsletter n° 36

Ottobre 2021 ci ha portato delusioni ma anche qualche soddisfazione. Riguardo alle prime, che sono state purtroppo tante, citiamo l’ennesima conferma della mancanza di volontà delle forze politiche trentine di mettere in campo strumenti reali di contrasto alla criminalità organizzata. Per le seconde cito invece l’approvazione di una nostra mozione al Dreier Landtag, la seduta congiunta delle diete di Innsbruck, Bolzano e Trento, sulla quale tornerò più avanti, e di un ordine del giorno in ricordo del neuroscienziato Valentin von Braitenberg.

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Acqua Pubblica: approvato un ordine del giorno del M5S per reagire all’impatto del cambiamento climatico

Nel giugno del 2011, grazie al referendum sull’acqua pubblica quasi 30 milioni di italiani si opposero alle leggi pensate per favorire il controllo da parte delle multinazionali sulla gestione delle risorse idriche del nostro Paese. Fu un’eccezionale mobilitazione popolare, con la quale mettemmo un freno al palese tentativo di privatizzare l’acqua (un freno che, va detto, i corifei dell’affarismo senza limiti si sono subito ingegnati per aggirare). Il bene idrico non è purtroppo solo minacciato dagli interessi speculativi. Un’altra minaccia insidiosissima è legata al cambiamento climatico. Detta semplice semplice, le temperature medie sono ogni anno sempre più alte, i ghiacciai alpini stanno scomparendo e lo stesso vale per le grandi masse di acqua dolce congelate ai poli. Questo significa che avremo sempre meno acqua a disposizione che di conseguenza diventerà sempre più preziosa (ed ecco tornare il tema della tutela dagli interessi speculativi…). Se vogliamo resistere e ridurre l’impatto di questi cambiamenti epocali e potenzialmente disastrosi l’unica soluzione è premunirci organizzandoci per tempo. Ecco quindi che come M5S abbiamo ottenuto l’approvazione di un Ordine del Giorno che impone la realizzazione di studi accurati dell’impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche del Trentino e quindi delle conseguenze di questo fenomeno sull’ambiente (mutano gli ecosistemi), sulla produzione energetica (c’è meno acqua e in periodi diversi dell’anno), sull’agricoltura (cambia il quadro delle precipitazioni e quindi vanno adattate le colture), sulla sicurezza in montagna (il permafrost sparisce e con esso i versanti montani diventano più franosi), ecc. (Immagine di copertina: Areuabach © WWF Schweiz Eduardo Soteras).

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Il punto sulla situazione trentina: intervista per il Giornale delle Giudicarie

Di seguito le risposte che ho fornito ad una recente intervista pubblicata sul numero di febbraio 2021 del Giornale delle Giudicarie riguardo alla situazione politica trentina al traguardo di metà legislatura.

Siamo a metà legislatura, quale giudizio ritiene di poter esprimere sulla Giunta Fugatti nel suo complesso?

Se valutiamo i fatti, il giudizio sulla giunta e sulla maggioranza in generale non può purtroppo essere buono. Governano come chi li ha preceduti, aggiungendoci un po’ di folklore di facciata a uso e consumo dei fan più sfegatati. Scarsa è stata finora la disponibilità ad ampliare gli spazi democratici per dar voce a cittadini e parti sociali. Un esempio emblematico in questo senso si ha se si guarda all’atteggiamento messo in campo di fronte alla crisi pandemica e ai suoi risvolti economici. Al di là degli impegni approvati dall’Aula non c’è ancora stata da parte della Giunta alcuna convocazione per associazioni di categoria, sindacati e terzo settore, al fine di avviare una discussione volta alla programmazione concertata delle strategie per far fronte agli effetti di breve periodo connessi alla crisi economica e sociale e per il rilancio dell’economia trentina, impiegando così con diligenza ed efficacia le risorse messe a disposizione dell’Unione Europea con il Recovery Fund. Il tempo per ravvedersi e modificare la prospettiva devastante di una distribuzione a pioggia delle risorse al solo scopo di ottenere consenso, c’è ma non è più molto. Se vogliamo veramente ripensare il nostro modello di sviluppo secondo la transizione ecologica e l’innovazione digitale dobbiamo procedere in fretta ma chi governa la Provincia non pare proprio essere di quest’idea.

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