La rinascita del civismo può partire dalle valli

Ho letto con attenzione la disamina del risultato elettorale fatta dal vicedirettore del Trentino Paolo Mantovan (“Popolarismo addio, ora ci sono feudi” 29/10/2018). Pur nel rispetto del suo punto di vista, trovo che la sua analisi parta da alcuni assunti quanto meno opinabili.

Mantovan impernia la prima parte del suo ragionamento su quello che lui chiama l’addio al popolarismo. Mi permetto di controbattere che il popolarismo come sembra intenderlo lui non c’era già più da parecchio tempo e forse non è mai davvero esistito. L’Upt era (è?) una sorta di corporazione dei lavori pubblici che sommava poteri feudali locali ormai al tramonto o in libera uscita verso i nuovi padroni del potere. Non a caso era chiamato il partito dei sindaci ed aveva per mandato il prelievo delle risorse dalla Provincia per portarle in valle indirizzandole verso i seguaci più fedeli. Questi ultimi, forti del loro status di clientes, prosperavano mentre il politico dominus di turno poteva tranquillamente continuare gestire il proprio orticello elettorale. Per questo a quel tipo di governo era stato associato il termine magnadora, definizione interiorizzata dall’opinione pubblica e sedimentata nel pensiero di molti cittadini. Il popolarismo è un altra cosa, infinitamente più complessa e più nobile e potrebbe benissimo essere rilanciato grazie a un’azione congiunta di tutte le forze politiche per riavvicinare i cittadini alla gestione della cosa pubblica tramite strumenti di partecipazione ma anche rafforzando l’autonomia e la responsabilità degli enti locali e valorizzando il principio della rappresentatività nei consigli comunali ormai ridotti a palcoscenico per la sterile contrapposizione tra maggioranze sorde e di minoranze rancorose.

C’è poi la valutazione sul civismo che si sarebbe liquefatto. Anche qui la mia opinione diverge da quella di Mantovan. Il cosiddetto civismo, laddove col termine si intenda un gruppo di sindaci pronti a riproporre lo stesso sistema di sempre sostituendo i vecchi attori con se stessi, non è sparito, più semplicemente non ha mai assunto consistenza solida rimanendo invece sempre allo stato gassoso, come del resto segnalavo già nel settembre 2017. Anche in questo caso conta il significato che attribuiamo ai termini. Il civismo autentico dovrebbe connotarsi per una politica costruita sulla condivisione delle scelte mentre coloro che lo promuovevano non si sono mai caratterizzati per un tale approccio. Al contrario hanno sempre scelto la strada opposta, si ricordino ad esempio le modifiche statutarie imposte d’autorità a Pergine, il taglio degli alberi manu militari grazie alla celere a Rovereto cui si sono anche aggiunti gli insulti in aula a chi contestava alcune scelte locali in materia di politiche sociali o il disinteresse a far adeguare la legge sui referendum comunali da parte dell’ex assessore Daldoss. Il civismo è partecipazione ed è per definizione trasversale. Si costruisce con l’educazione civica e con un processo democratico che arresti il fenomeno di delegittimazione delle istituzioni e incentivi la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Come è facile capire, concetti che non c’entrano nulla con la politica portata avanti dai signori che si erano appropriati del termine in questione con una sfacciata operazione di marketing elettorale.

Infine c’è la questione dei feudi elettorali. Tornando al ragionamento sul popolarismo ribadisco che semmai quel genere di gestione del potere era propria al partito dei sindaci e dei suoi vari epigoni, oggi in diaspora. Il fenomeno odierno a mio avviso merita una maggior benevolenza iniziale e di essere giudicato alla prova dei fatti. I rappresentanti eletti lo sono stati con preferenza espressa direttamente dai cittadini ed è spesso stato un esito spontaneo, non imposto dalla legge come ad esempio avviene per il seggio ladino della val di Fassa. Si è ridotto il divario tra centro e periferia per volontà popolare, talvolta con appoggio politico trasversale, un esito a mio parere positivo. L’autonomia del resto non è il precipitato dell’egemonia del principe vescovo sul resto del territorio ma deriva dall’autonomia delle comunità locali che si audisciplinavano con le carte di regola, quelle che poi il dominatore austroungarico avrebbe definito illecite combriccole di popolo, sopprimendole.

Le elezioni appena concluse costituiscono l’occasione storica per riportare potere decisionale e servizi, non solo opere pubbliche, nelle valli periferiche, alle quali si pone l’opportunità di ripopolarsi, rivitalizzarsi nel loro orgoglio e nella loro capacità di autogoverno. Si è creata la possibilità concreta di ridistribuire il potere togliendolo agli apparati burocratici, ad esempio le Comunità di valle, riconoscendolo alle popolazioni che abitano i territori , oggi rappresentate da Comuni e amministrazioni separate di uso civico, che potranno essere in grado di agire dal basso tramite rappresentanti autoctoni.

La situazione non è nera come la dipinge Mantovan, ma ha in sé potenzialità per esprimere un cambiamento positivo per tutto il Trentino, perché l’interesse di queste terre non si tutela né accentrando risorse sulle aree urbane e nemmeno distraendole verso le valli col solo scopo di alimentare famelici bacini elettorali. Serve invece contemperare le esigenze di ciascuno in modo che esse possano trovare adeguata soddisfazione e per far questo serve incentivare la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini alla vita politica e al governo del territorio in modo che possano esserne responsabilizzati.

Rassegna stampa:

20181029_editoriale Mantovan

Di Giovanni Pascuzzi “Chi ha tradito chi”

20181031_elezioni chi ha tradito chi _ Pascuzzi

Risposta di Paolo Mantovan

20181102_risposta Mantovan

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...