Oggigiorno il voto alle elezioni con cadenza quinquennale è l’unico strumento di dissenso (molto più raramente viene utilizzato per esprimere consenso) per far breccia nel circuito chiuso della classe politica. Nel sistema in vigore la classe politica rappresenta un’esigua minoranza organizzata che, sotto l’egida di leggi ammuffite, esclude la cittadinanza dai processi decisionali facendo gli interessi di pochi.
La necessità di assicurare la piena espressione della volontà popolare sui temi che riguardano la gente comune è la motivazione principale che ci impone l’introduzione di nuovi strumenti di democrazia diretta. A Roma come a Trento la normativa sulla partecipazione popolare deve essere riformata per permettere a cittadini e cittadine di partecipare alle decisioni che riguardano la loro vita e il loro benessere oltre che per riavvicinarli alla gestione e al controllo della cosa pubblica.
La politica è una cosa troppo seria per essere lasciata nelle mani dei politici.