Il 14 febbraio 2014, salpato da Buenos Aires, il bastimento MSC Vigo della Compañía Sudamericana de Vapores arrivava al porto di Valencia e scaricava due container spediti dalla società argentina United Stone S.A.. I container trasportavano ufficialmente 18 sacchi di cubetti di porfido e 6 bancali di marmo travertino nei quali erano nascosti 380 pacchi rettangolari avvolti in nastro adesivo che contenevano complessivamente 380 chilogrammi di cocaina con una purezza del 77,5% per valore sul mercato illecito stimato allora in 15.800.000 euro.
Nei giorni successivi, nell’ambito dell’operazione Piedras Blancas, la merce veniva ispezionata dalla Guarda Civil e dagli uomini della vigilanza doganale spagnola per poi essere sequestrata su istanza dell’autorità giudiziaria spagnola. Nel 2015, per il reato di traffico internazionale di stupefacenti, il tribunale di Valencia processava e condannava tre rappresentanti dell’impresa importatrice, la Imexeval Representaciones S.R.L. di Barcellona, a 6 anni e un mese di pena ciascuno e ad un’ammenda di 20 milioni di euro. Nel marzo del 2022 era invece la giustizia argentina a fare il suo corso condannando Alfredo Ferrucci a una detenzione di cinque anni e dieci mesi ritenendolo responsabile della spedizione illecita. Il giudice argentino revocava, inoltre, la personalità giuridica e disponeva la cancellazione dell’iscrizione dal registro delle imprese della United Stone S.A., la quale fino ad allora era rappresentata da *****, originaria di Fornace in Trentino.
“I fatti risalgano agli anni scorsi ma, nonostante ciò, la vicenda non risulta essere stata trattata dagli organi investigativi italiani in ordine alle possibili connessioni con la rete criminale italiana che da sempre controlla il narcotraffico internazionale di cocaina. Per questa ragione il M5S ha ritenuto affrontare la questione in ambito parlamentare portandola all’attenzione del Governo italiano e sollecitandolo a fornire spiegazioni sulle iniziative intraprese in questi anni per far luce sul ruolo dei soggetti italiani coinvolti e, più in generale, nel contrastare il transito illegale di cocaina che dai paesi latinoamericani si dirige verso l’Europa” lo dicono in una nota il coordinatore M5S della Provincia di Trento Alex Marini e la deputata della Commissione Antimafia Stefania Ascari.
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Il testo integrale dell’interrogazione parlamentare a risposta scritta 4-02277 presentata il 5 febbraio 2024:
Alla Presidenza del Consiglio dei ministri – per sapere – premesso che:
Fonti accademiche attestano che l’Argentina, fin dal periodo post-peronista, svolge una funzione di sbocco per la cocaina prodotta in America Latina, rappresentando già allora sia un luogo di consumo ma anche un luogo di transito tramite le reti di contrabbando all’estero gestite da mafiosi italiani ed ebrei (The “Pre-Colombian” Era of Drug Trafficking in the Americas: Cocaine, 1945-1965 – di Paul Gootenberg, su “The Americas”, Cambridge University Press, 2007);
il procuratore generale Nicola Gratteri e il professore Antonio Nicaso, nella ricerca sul campo confluita nella pubblicazione del 2022 “Oro bianco. Storie di uomini, traffici e denaro dall’impero della cocaina” affermano che il traffico internazionale di cocaina che transita dall’Argentina, rimane florido e che, per una parte significativa, viene gestito dalla ‘ndrangheta attraverso raffinate operazioni finanziarie e la compiacenza della classe dirigente;
gli autori della pubblicazione riportano i dati della Direzione centrale dei servizi antidroga (Dcsa) specificando che, dagli anni 90 ad oggi, la prima destinazione della cocaina in uscita dai porti di Puerto Madryn, Buenos Aires e Zarate è l’Europa e che i carichi che si dirigono principalmente verso Spagna, Italia e Olanda vengono occultati in container che trasportano gamberetti e porfido;
la consistenza del fenomeno descritto da Gratteri e Nicaso è stata confermata dal Global Report on Cocaine 2023 prodotto dall’United Nations Office on Drugs and Crime;
nell’ottobre del 2014 la stampa argentina informava che, presso il porto di Valencia in Spagna, la Guardia Civil sequestrava 380 kg di cocaina nascosti in un container di pietra inviata dalla società argentina United Stone SA. Gli inquirenti argentini ipotizzavano il coinvolgimento nell’operazione “Piedras Blancas” di ***** e della rappresentante della società, la trentina ***** (Inédito: para eludir los escáneres ocultan droga en mármol – La Nacion, 18 ottobre 2014);
Ferrucci e Colombini, nei giorni successivi al sequestro dichiaravano la loro estraneità rispetto al traffico di droga internazionale (Aseguran que el contenedor de pórfidos salió de la Argentina libre de cocaína – El Chubut, 8 maggio 2014)
il 29 ottobre 2014 alla Camera dei Deputati il 29 ottobre 2014 veniva presentata l’interrogazione parlamentare 4/06633 per informare il Governo che il carico di cocaina sarebbe stato destinato, almeno in parte, alla città di Trento e che alcuni imprenditori trentini sarebbero stati comproprietari della società coinvolta. Nell’atto si chiedevano informazioni in merito alla natura degli scambi commerciali tra le società trentine coinvolte e gli esportatori argentini e se il Ministro interpellato intendesse intervenire per far luce sulla vicenda. L’atto, tuttavia, nel corso della legislatura XVII non riceveva alcuna risposta;
da quanto risulta agli interroganti l’allora Procuratore di Trento Giuseppe Amato riteneva di non intraprendere alcuna iniziativa con riguardo alle possibili connessioni con la realtà locale confermando le dichiarazioni pronunciate poco prima secondo le quali il Trentino sarebbe stato un “territorio assolutamente sano” (L’uomo del clan. Le infiltrazioni della criminalità in Trentino secondo Luigi Bonaventura, ex ‘ndranghetista – Questo Trentino, ottobre 2013);
a dispetto delle dichiarazioni dei soggetti coinvolti, Ferrucci nel 2022 veniva condannato dalla giustizia argentina a una detenzione di cinque anni e dieci mesi. Alla United Stone rappresentata da Stella Maris Colombini veniva revocata la personalità giuridica e disposta la cancellazione dell’iscrizione dal registro delle imprese (Mármol blanco. Condenan a un empresario por un contrabando de 380 kilos de cocaína a España y su compañía perdió todos los permisos – La Nacion, 23 marzo 2022);
sul fronte europeo, la giustizia spagnola, faceva, invece, il suo corso già nel 2015 condannando tre rappresentanti dell’impresa importatrice, la Imexeval Representaciones S.R.L. di Barcellona, a cui era destinato il carico di droga pura al 77% e che sul mercato avrebbe potuto fruttare circa 15 milioni di euro (Un viejo proveedor de la Casa Rosada quedó a un paso de ser condenado por enviar 380 kilos de cocaína a España – Tribuna de periodista, 9 novembre 2021) -:
quali sono le iniziative adottate dal Governo italiano per studiare e contrastare l’imponente traffico internazionale di stupefacenti proveniente dall’Argentina;
quali sono state le iniziative e l’esito degli accertamenti volti a investigare i possibili collegamenti con soggetti operanti sul territorio italiano in relazione all’operazione Piedras Blancas, con particolare riferimento alle verifiche svolte dalla Procura di Trento.
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Approfondimento di Luca Grossi su AntimafiaDuemila del 17 Febbraio 2024
Asse Trentino-Argentina: narcotraffico e porfido. Storia di un’indagine ‘fantasma’


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