Concessione A22, Pedullà: “La Commissione Europea segue da vicino il caso e solleva serie preoccupazioni sul diritto di prelazione. Salvini e Province agiscono contro l’Europa”

La farsa sulla concessione A22 è arrivata al capolinea. Ora che anche la Commissione Europea solleva serie preoccupazioni sulla compatibilità del bando con il diritto UE, crolla il castello di carte costruito da Salvini, Fugatti e Kompatscher.

Insieme a Sabrina Pignedoli, già nella scorsa legislatura avevamo lanciato l’allarme: quel bando non reggeva. Abbiamo documentato le criticità, chiesto trasparenza, chiesto una gestione pubblica autentica. Inascoltati.

Oggi quell’allarme è diventato quasi irreversibile. Con l’interrogazione presentata all’Europarlamento da Gaetano Pedullà E-000615/2025, sostenuta tecnicamente anche da noi, la Commissione ha acceso i riflettori su una procedura che rischia di violare le norme europee. Le province di Trento e Bolzano, invece di tutelare il territorio, l’hanno esposto al disastro.

Chi pagherà il conto della loro arroganza?

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Segue il comunicato stampa integrale diramato da Gaetano Pedullà il 25 aprile 2025:

“Il castello di carte costruito dal Ministro Salvini e dai presidenti Fugatti e Kompatscher sulla concessione dell’Autostrada A22 rischia di crollare sotto il peso del diritto europeo”. Lo dichiara l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Gaetano Pedullà, primo firmatario, insieme al collega Danilo Della Valle, di un’interrogazione parlamentare alla Commissione Europea sulla procedura di affidamento dell’infrastruttura, realizzata con il supporto tecnico dell’ex europarlamentare Sabrina Pignedoli e dell’ex consigliere trentino Alex Marini, che continuano a seguire da vicino la vicenda del bando per il rinnovo della concessione.“Il punto cruciale della risposta della Commissione, che conferma tutte le nostre perplessità”, sottolinea l’onorevole Gaetano Pedullà, “riguarda proprio il bando in questione”.

La Commissione ha affermato che la procedura di affidamento tramite finanza di progetto, che prevede un diritto di prelazione per il concessionario uscente, “solleva serie preoccupazioni in merito alla sua compatibilità con il diritto dell’UE”.
A ulteriore conferma della gravità della situazione e dell’attenzione con cui Bruxelles guarda a questa vicenda, la Commissione conclude la sua risposta affermando: “La Commissione è in contatto con le autorità italiane e segue il caso da vicino”.
“Questa dichiarazione è estremamente significativa”, aggiunge l’europarlamentare Pedullà. “Dimostra che l’Europa ha acceso un faro potentissimo sull’operato del Governo italiano e delle autorità locali riguardo all’A22. Le ‘serie preoccupazioni’ espresse e il fatto che la Commissione stia ‘seguendo il caso da vicino’ e sia ‘in contatto con le autorità italiane’ sono segnali inequivocabili di una potenziale non conformità con le norme europee sugli appalti e le concessioni”.

L’Autostrada A22, un’arteria fondamentale per la mobilità europea, attende un nuovo affidamento dal 2014, data di scadenza della precedente concessione. Nonostante gli annunci, finora non si sono visti risultati concreti. L’attuale bando, predisposto dal Ministero, prevede un controverso diritto di prelazione per il concessionario uscente, Autostrada del Brennero S.p.A.. “Questa modalità solleva seri dubbi e il rischio concreto è che un’infrastruttura strategica venga consegnata a operatori privati, riducendo il controllo degli enti locali”, hanno più volte ribadito dal Movimento 5 Stelle trentino.

Il Movimento 5 Stelle del Trentino continuerà a vigilare. “Non permetteremo che gli interessi dei cittadini vengano sacrificati sull’altare di promesse elettorali o di procedure opache”. Restano margini per esplorare seriamente l’opzione di un affidamento in-house a una società completamente pubblica, che meglio garantirebbe il perseguimento di obiettivi di mobilità sostenibile, decarbonizzazione e tutela della salute pubblica, come ribadito anche nella nostra interrogazione.

“Il Governo e le Province autonome non possono più ignorare i richiami dell’Europa”, conclude Pedullà. “Ci aspettiamo che agiscano prontamente per correggere la rotta e garantire una gestione trasparente dell’A22 nell’interesse esclusivo dei cittadini e del territorio trentino e altoatesino, in linea con il diritto dell’Unione Europea”.

Già nel 2022, una precedente interrogazione presentata dall’allora europarlamentare Sabrina Pignedoli aveva ottenuto il chiarimento che l’unica via per evitare la gara e mantenere una gestione completamente pubblica (in-house) era liquidare i privati presenti nella società concessionaria. “Purtroppo, questi chiarimenti sono rimasti inascoltati”, prosegue Pedullà.

L’interrogazione E-000615/2025, presentata l’11 febbraio 2025, chiedeva alla Commissione Europea di chiarire la compatibilità del diritto di prelazione con le norme UE, le conseguenze di un eventuale giudizio negativo e la possibilità di un affidamento in-house a una società interamente pubblica.

Nella risposta pervenuta il 24 aprile 2025, il Vicepresidente esecutivo Stéphane Séjourné, a nome della Commissione europea, ha ribadito i principi. Una concessione può essere aggiudicata senza gara solo se sono soddisfatte tutte le condizioni “in-house” di cui all’articolo 17 della direttiva 2014/23/UE, inclusa l’assenza di capitale privato nella società concessionaria. Se tali condizioni non sono soddisfatte, l’aggiudicazione deve avvenire tramite gara d’appalto per garantire la concorrenza leale, adottando adeguate misure di attenuazione per garantire che la concorrenza non sia distorta.

Rassegna stampa: Il Dolomiti

2 Replies to “Concessione A22, Pedullà: “La Commissione Europea segue da vicino il caso e solleva serie preoccupazioni sul diritto di prelazione. Salvini e Province agiscono contro l’Europa””

  1. Ciao, Alex.
    Chi è il concessionario uscente?
    Sono curiosa.
    E con il castello di Pergine, come si è difesa la cd Fondazione sui
    rilievi della locale Agenzia delle Entrate, che, giustamente, ha
    sottolineato che  la Fondazione non poteva beneficiare delle
    agevolazioni fiscali previste per gli enti del terzo settore (non
    sussistendone i presupposti)? Non è che la solita Provincia e il solito
    Comune provvedano ad  un’altra erogazione gratuita per riparare alle
    conseguenze dell’accertamento tributario? Se così fosse, ci sarebbero
    gli estremi per una denuncia penale.
    Un cordiale saluto e grazie per gli aggiornamenti.
    Maria Teresa

  2. se ne parlerà nell’incontro di domani alla sala circoscrizionale a Piedicastello con Pedullà e la candidata sindaco Bortolotti?

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