Dopo Trento, tocca ai territori: ripensare la governance del lago d’Idro

La relazione conclusiva sulla petizione 4/XVII approvata dal Consiglio provinciale di Trento rappresenta un passaggio di grande rilievo istituzionale per la vicenda del lago d’Idro e del fiume Chiese. È un documento serio, frutto di un lavoro di ascolto, approfondimento e confronto che ha coinvolto soggetti diversi e ha restituito la complessità di un ecosistema fragile e interdipendente. Proprio per questo motivo, tuttavia, sarebbe un errore considerarla un punto di arrivo. Al contrario, va letta come un punto di partenza.

L’esperienza maturata negli ultimi anni dimostra infatti che le iniziative istituzionali locali, quando restano confinate a una gestione esclusivamente sindacale, faticano a essere efficaci. Pur con alcune eccezioni, i sindaci tendono a muoversi entro logiche autoreferenziali, spesso semplificatorie, che non tengono conto né della complessità della pianificazione territoriale né del pluralismo di sensibilità, competenze e visioni presenti nelle comunità che sono chiamati a rappresentare. La tutela di un bene comune come il lago d’Idro non può essere affidata a decisioni monocratiche o a tavoli informali privi di reale capacità di indirizzo e controllo.

Il cosiddetto “tavolo” previsto dal protocollo d’intesa tra l’associazione Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia e i Comuni lacustri ne è un esempio emblematico. Nel tempo, questo strumento ha mostrato tutti i suoi limiti: scarsa incisività, assenza di trasparenza, incapacità di produrre un confronto strutturato e continuativo orientato all’interesse generale del lago e del fiume Chiese. Nei fatti, il suo ruolo è stato superato da due fattori ben più efficaci: da un lato il lavoro sul campo, tenace e competente, di Amici della Terra e delle associazioni ambientaliste riunione nella Federazione del fiume Chiese; dall’altro l’azione istituzionale della Terza Commissione permanente del Consiglio provinciale di Trento, che ha saputo costruire un quadro complessivo della situazione, dando spazio a tutte le voci e assumendosi la responsabilità di un approfondimento vero.

Da questa esperienza emerge con chiarezza una lezione: se si vuole davvero tutelare il lago d’Idro, serve un salto di qualità anche sul piano istituzionale locale. Non si può più rimandare la costituzione di un organismo stabile, strutturato e trasparente, capace di creare un raccordo profondo e continuativo con le comunità e con il territorio. Un organismo che non si fondi su cariche monocratiche, ma su una logica di confronto pluralistico, rappresentativo e partecipato; che faccia riferimento ai Consigli comunali nella loro pluralità e non solo agli esecutivi; che sappia valorizzare competenze diffuse, informazione ambientale e partecipazione pubblica.

La relazione della Terza Commissione indica chiaramente la direzione: più ascolto, più trasparenza, più responsabilità condivisa. Sta ora ai territori raccogliere questa indicazione e tradurla in strumenti coerenti. Se il lavoro svolto a Trento ha dimostrato che una politica capace di ascoltare può cambiare, allora è tempo che anche a livello locale si costruiscano spazi istituzionali all’altezza di questa sfida. Non per aggiungere burocrazia, ma per restituire alla democrazia territoriale il ruolo che le spetta nella difesa di un bene comune che riguarda tutti.

2 Replies to “Dopo Trento, tocca ai territori: ripensare la governance del lago d’Idro”

  1. Buon pomeriggio sig. Alex, sono ancora in attesa di una risposta alla mia e- mail del 12/12/2025 ore 18,03AuguriGianni ArmaniBreguzzo

    1. Ciao Gianni,
      sinceramente non mi è chiaro il collegamento tra la manutenzione straordinaria della SS45ter (tratto Tormini–Vobarno) e la tutela del lago d’Idro.
      In ogni caso, anche nel periodo in cui ricoprivo il ruolo di consigliere, non avevo competenze in materia di viabilità bresciana, che rientra nelle attribuzioni specifiche della Provincia di Brescia.
      Per eventuali quesiti o segnalazioni sulla viabilità del territorio bresciano, ti suggerisco quindi di rivolgerti direttamente all’URP della Provincia di Brescia (urp@provincia.brescia.it).

      Sul sito istituzionale puoi trovare ulteriori informazioni:
      https://www.provincia.brescia.it/pagina0_home-page.html

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