Lago d’Idro, il prezzo della resa: dieci milioni in cambio del silenzio

Il lago d’Idro nel 2004: un incubo che potrebbe diventare nuovamente realtà

Riprendendo l’intervento del Sindaco di Idro, Aldo Armani, in occasione dell’incontro pubblico del 30 giugno scorso, ritengo sia giunto il momento di rendere conto con precisione alla cittadinanza delle cifre e delle modalità con cui gli enti locali lacustri hanno rinunciato preventivamente a ogni azione di tutela degli equilibri ecologici del lago d’Idro.

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Vajont e Vanoi

Segue il testo di un intervento pubblicato dal quotidiano on line “Il Dolomiti” il 9 ottobre 2023

Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia si staccano dal monte Toc, al confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, e precipitano nel bacino artificiale creato dallo sbarramento del torrente Vajont. La frana causa un’onda da 50 milioni di metri cubi d’acqua, la metà dei quali superano la diga che porta lo stesso nome del corso d’acqua e si abbattono con violenza dirompente sugli abitati attorno al lago e a valle dello sbarramento. È notte quando i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, e la parte bassa dell’abitato di Erto vengono distrutti. Alla stessa maniera Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè sono travolti dalla massa d’acqua, ed è impossibile per gli abitanti mettersi in salvo. È una strage. Alla mattina si contano 1910 morti, 487 dei quali di età inferiore ai 15 anni. Indagando successivamente sulle cause della tragedia si scoprirà che i versanti della vallata del torrente Vajont erano ad elevatissimo rischio idrogeologico e che ciò era noto ai progettisti e ai dirigenti della SADE, l’ente gestore della diga.

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“Tunnel in itinere”, un punto di vista informato sulle criticità concernenti il progetto di tunnel a senso unico alternato per collegare la Val Vestino alla Valle del Chiese

Di seguito riportiamo un contributo, che abbiamo ritenuto degno di nota, inviatoci da un nostro lettore rispetto all’ipotesi di realizzare un collegamento stradale diretto (tramite tunnel a senso unico alternato) fra la Val Vestino e la Valle del Chiese. Negli ultimi anni ci siamo occupati spesso della Val Vestino, ad esempio con le interrogazioni 375/XVI, 2347/XVI, 3361/XVI, 3463/XVI, 3465/XVI e 3582/XVI. In particolare l’interrogazione 3463/XVI (del 14 febbraio 2022) si occupava proprio delle problematiche idrogeologiche poste dagli eventuali scavi e permane ad oggi senza risposta. Sono questioni sulle quali “Ferdinando” fornisce approfondimenti e chiavi di lettura capaci di gettare luce sul perché e il percome la realizzazione del tunnel risulti assai problematica e non solo per l’evidente sproporzione fra la spesa di denaro pubblico (sui 32 milioni di euro da stime ma probabilmente di più…) e il vantaggio derivante alla collettività dalla realizzazione dell’opersa stessa.

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Le reti stradali provinciali di Brescia e di Trento, presto potrebbero essere arricchite da un tratto di strada, con una sola carreggiata di 5 Km complessivi in galleria percorribili a senso unico alternato, per collegare Valvestino nel Parco Alto Garda Bresciano al comune di Bondone nell’estremo lembo sud-occidentale del Trentino.

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Dibattito pubblico su progetto circonvallazione ferroviaria di Trento

La circonvallazione ferroviaria di Trento è un’opera fra le più importanti che mai abbiano riguardato la nostra Provincia. È quindi necessario che i cittadini vengano realmente e fattivamente coinvolti nella sua realizzazione, come parti in causa dotate di pieno diritto di parola e non come sudditi destinati a subire decisioni prese “in alto” pur riguardando le loro vite.

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Tunnel della Val Vestino: si rideterminano gli stanziamenti ma l’opera è e resta sbagliata!

Senza tanto rumore né squilli di tromba, il 25 gennaio scorso la Provincia di Trento ha presentato una determina che rivede le spese per la realizzazione del tunnel della Valvestino. Come recita il documento in questione, l’opera per il momento è ferma alla “progettazione definitiva con complessi e costosi sondaggi geologici. Le spese per le attività finora svolte si possono considerare completamente finanziate dalla Provincia autonoma di Trento nell’ambito dei 6 milioni di euro considerati completamente a proprio carico“. La spesa totale prevista a carico delle casse pubbliche trentine e lombarde ammonta invece a 32.400.000,00 euro.

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Cambiamenti climatici. Contenere il rischio idrogeologico con l’irrobustimento dell’assetto organizzativo del Servizio Bacini Montani

I distrastri causati dall’alluvione del 29 ottobre sono l’ennesimo segnale dell’inesorabilità dei cambiamenti climatici. Oltre che varare misure per portare a zero entro il 2050 il bilancio netto tra le emissioni di gas serra causate dall’uomo e quelle assorbite dall’ecosistema, è necessario fin da subito adottare ogni misura possibile per contenere i rischi idrogeologici sul territorio provinciale.

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