Marangoni. Provincia inaffidabile, necessario aprire subito il tavolo di crisi col Governo

L’altro ieri l’assessore Olivi e Trentino Sviluppo hanno messo in scena un vero e proprio agguato ai danni dei lavoratori della Marangoni, avallando per l’ennesima volta i comportamenti di un’impresa che anche grazie alla loro colpevole connivenza negli anni ha sempre dato prova di irresponsabilità e rapacità.

Bene hanno fatto i sindacati a respingere il tentativo di far loro firmare un “accordo” che di fatto non implicava alcun impegno per l’azienda lagarina. Se mai fosse stato in dubbio, ora è del tutto evidente la totale mancanza di autonomia dell’assessore Olivi e delle strutture che da lui dipendono rispetto agli interessi della famiglia Marangoni. Le strutture provinciali non si sono dimostrate neutrali nei confronti delle parti in causa e per questo ora è fondamentale che i sindacati facciano richiesta di aprire un tavolo di crisi a livello nazionale, avendo già ricevuto la disponibilità del Governo ad operare in questo senso grazie al sostegno del M5S. Aspettare ancora fa solo il gioco dei Marangoni e del loro tentativo ormai scoperto di sbaraccare tutto senza pagare il conto per il sostegno pubblico di cui hanno goduto.

L’assessore e candidato del PD Alessandro Olivi ieri ha tentato di far passare un colpo di mano gravissimo. Prima ha dato ad intendere ai sindacati che ci sarebbe stato un incontro tecnico per fare il punto della situazione poi ha cercato di far firmare loro un “accordo” con Marangoni e la tedesca Dmack per subaffittare parte dello stabilimento Marangoni (quello che la Provincia si è comprata a caro prezzo con un generoso Lease Back). Naturalmente nel suddetto “accordo” ai Marangoni, grandi sostenitori di Olivi stesso, non sarebbe stata chiesta nessuna garanzia occupazionale e neppure la presentazione di quel famoso “piano industriale” che sembra ormai il terzo segreto di Fatima, visto che l’impresa si rifiuta di presentarlo, avvalorando l’idea che non esista affatto e si aspetti solo l’occasione buona per scappare definitivamente senza pagare il conto.

I lavoratori di Marangoni, sia quelli già licenziati che quelli superstiti, versano in condizioni inaccettabili. L’accordo del 2016 è rimasto inattuato tant’è che i lavoratori rimasti senza lavoro non sono ancora stati ricollocati e le loro famiglie vivono ormai nell’incertezza più totale. La Provincia, che doveva vigilare, si è ben presto dileguata lasciando di fatto mano libera all’impresa. I sindacati sono stati esclusi da ogni trattativa salvo venir chiamati a ratificare un “accordo” scritto ad uso e consumo di chi fino ad ora ne ha fatte di cotte e di crude ai danni dei lavoratori e della collettività. La situazione così com’è è inaccettabile e deve cambiare al più presto in meglio. Per questo il M5S esorta i rappresentanti dei lavoratori a richiedere l’apertura di un tavolo di crisi direttamente col Governo, sapendo che di certo l’attuale Ministro dello Sviluppo Economico non ha simpatia per chi cerca di sbaraccare tutto in Italia per poi fuggire all’estero dopo aver ampiamente goduto del sostegno pubblico pagato con le tasse dei cittadini.

Alex Marini (M5S)
Candidato alle elezioni della Provincia autonoma di Trento 2018
https://www.facebook.com/alexmariniM5S

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