Formazione personale sanitario: giudizio di inammissibilità su due proposte di buon senso su educazione alimentare e prevenzione su raggi UV

Ieri il Consiglio provinciale ha discusso e approvato all’unanimità un disegno di legge per la formazione dei giovani medici. È stata introdotta la possibilità di allungare di un anno i percorsi formativi e di specializzazione dei medici che abbiano ottenuto la borsa di studio della Provincia. Lo scopo del provvedimento è di migliorare la preparazione del personale medico presente in Trentino e tutti lo abbiamo votato con convinzione. Anch’io avrei voluto dare un contributo e per questo avevo presentato 2 ordini del giorno a tema sanitario che però sono stati inspiegabilmente dichiarati inammissibili dalla presidenza del Consiglio.

La prima delle mie 2 proposte di Ordine del Giorno riguardava la creazione di un tavolo di lavoro fra medici di base e medici nutrizionisti per migliorare le nozioni e le competenze dei primi in fatto di disturbi alimentari. L’alimentazione cattiva e sregolata è uno dei motivi principali alla base della diffusione di malattie nelle società occidentali. I medici di base sono il primo presidio a disposizione dei cittadini per la tutela sanitaria. Migliorando le conoscenze di questi ultimi in fatto di disturbi alimentari si potrebbero prevenire complicanze e fattori di rischio che prendono origine nella cattiva alimentazione, riducendo i tassi di malattia e mortalità solo con la divulgazione delle buone pratiche. Si trattava di una proposta di buon senso, perfettamente coerente col disegno di legge in discussione. È stata dichiarata inammissibile e ancora non riesco a capirne la ragione.

Stessa storia per il mio secondo ordine del giorno. Chiedevo che la Giunta si impegnasse a dare indicazione a “Meteo Trentino” di divulgare assieme alle previsioni del tempo anche i tassi d’intensità solare prevista, in modo uniti a consigli su come proteggersi. È una cosa che ho visto fare in Australia ed che sarebbe molto utile mettere in atto anche in una provincia come la nostra, perché la dannosità dei raggi del sole aumenta al crescere dell’altitudine, e come tutti sanno l’intensità delle radiazioni UV sulla pelle esposta può portare allo sviluppo di patologie tumorali. Un’idea semplice, chiara, innovativa e facile da realizzare. Non ammessa nemmeno questa e anche qui mi è difficile nascondere lo sconforto.

Abbiamo lavorato parecchio su queste proposte ma il problema è soprattutto che esse andavano nel senso della tutela della salute dei trentini e non si è nemmeno potuto discuterle per un impuntatura burocratica incomprensibile e punitiva. In ogni caso non demordo. Se erano inammissibili come ordini del giorno verranno ripresentate come mozioni e interrogazioni. Da 2 atti ne scaturiranno 7. Noi del M5S siamo fatti così, se c’è una battuta d’arresto non ci arrendiamo ma rilanciamo e torniamo più forti di prima.

19-giu-2019 75/XVI PM
Campagne informative in ordine ai rischi connessi all’esposizione ai raggi UV e alle misure di prevenzione e protezione
19-giu-2019 76/XVI PM
Campagne informative in ordine alle buone pratiche alimentari e attivazione di percorsi di educazione alimentare nelle istituzioni scolastiche
20-giu-2019 623/XVI IRS Campagne informative sui rischi derivanti dall’esposizione ai raggi UV
20-giu-2019 624/XVI IRS
Informazioni in ordine alle previsioni dei livelli di intensità delle radiazioni UV e delle misure di protezione da adottare
25-giu-2019 634/XVI IRS Iniziative europee e ministeriali in materia di educazione alimentare e relativo recepimento a livello locale
25-giu-2019 635/XVI IRS
Attivazione di percorsi di educazione alimentare all’interno delle scuole e campagne di sensibilizzazione attraverso i medici di base
25-giu-2019 636/XVI IRS Comunicazione istituzionale riguardante iniziative e progetti legati alle buone pratiche alimentari

Intervento 1Intervento 2Intervento 3

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Segue la versione integrale delle due proposte di ordine del giorno collegate al ddl 9/XVI “Modificazione dell’articolo 4 della legge provinciale 6 febbraio 1991, n. 4 (Interventi volti ad agevolare la formazione di medici specialisti e di personale infermieristico)” presentate il 18 giugno 2019:

Proposta di ordine del giorno 1/9/XVI in materia di FORMAZIONE ALL’EDUCAZIONE ALIMENTARE:

L’educazione all’alimentazione e il contrasto allo spreco alimentare, nell’attuale, ma anche nella passata legislatura (XV, 2013-2018), rappresentano temi dei quali diversi Consiglieri si sono occupati nello svolgimento del proprio mandato, con numerosi atti politici volti a far luce sulle buone pratiche da implementare per sensibilizzare la comunità sulle problematiche ad essi inerenti. Si tratta di temi che riguardano la sostenibilità oltreché alimentare anche ambientale, due facce della stessa medaglia, ma in parallelo anche delle conseguenze che un’alimentazione scorretta potrebbe avere per la salute umana, si pensi al rischio di obesità, malattie circolatorie, diabete, etc. Di seguito si elencano i principali atti politici presentati:

  • Interrogazione n. 3129/XV a risposta scritta, avente ad oggetto Utilizzo di prodotti agricoli e agroalimentari locali nei servizi di ristorazione pubblica”;
  • Mozione n. 138/XV, avente ad oggetto “Utilizzo di prodotti agricoli e agroalimentari locali nei servizi di ristorazione pubblica”, approvata dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 4 novembre 2016;
  • Ordine del giorno n. 355/XV, avente ad oggetto “Adeguamento alle linee guida contro lo spreco alimentare elaborate nell’ambito del progetto europeo FUSIONS”, approvato dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 12 settembre 2017, in relazione al testo unificato dei disegni di legge n. 133, n. 149 e n. 166 concernente “Riduzione degli sprechi, recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari e dei prodotti farmaceutici e modifiche di leggi provinciali connesse”;
  • Interrogazione n. 6135/XV a risposta scritta, avente ad oggettoAttuazione della legge provinciale 10 del 2017 sulla riduzione degli sprechi alimentari;
  • Mozione n. 218/XV, avente ad oggetto “Promozione del marchio ‘Green Event’ in relazione all’organizzazione di eventi secondo criteri di sostenibilità ecologica, ambientale e sociale”, approvata dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta dell’8 marzo 2018;
  • Interrogazione n. 5731/XV a risposta scritta, avente ad oggetto Applicazione della legge n.10/2017 sulla riduzione degli sprechi e il recupero delle eccedenze alimentari e non alimentari e dei prodotti farmaceutici”;
  • Interrogazione n. 5340/XV a risposta scritta, avente ad oggetto “Prevenzione e cura del diabete”;
  • Mozione n. 233/XV, avente ad oggetto “Prevenzione e cura dei disturbi alimentari”, approvata dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 6 giugno 2018;
  • Ordine del giorno n. 442/XV, avente ad oggetto Adesione delle istituzioni scolastiche al progetto “Orto in condotta” di Slow Food, quale strumento di educazione alimentare” approvato dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 16 gennaio 2018, in relazione al disegno di legge n. 152 concernente “Istituzione, promozione e finanziamento degli orti didattici in Trentino”.
  • Interrogazione n. 366/XVI a risposta scritta, avente ad oggetto Attuazione della l.p. 10 del 2017 in materia di riduzione degli sprechi, recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari e dei prodotti farmaceutici”;

oltre agli atti politici sopra citati, che hanno fatto sì si creasse quantomeno un dibattito su queste tematiche, nella passata legislatura sono state emanate ben due leggi provinciali sul tema in esame: la prima è la Legge provinciale 22 settembre 2017, n. 10 avente ad oggetto “Riduzione degli sprechi, recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari e dei prodotti farmaceutici e modifiche di leggi provinciali connesse”, che tra i suoi fini annovera, ad esempio, “il consumo responsabile come strumento di riduzione degli sprechi alimentari e non alimentari”. La seconda è la Legge provinciale 26 gennaio 2018, n. 2 avente ad oggetto “Istituzione, promozione e finanziamento degli orti didattici in Trentino”, il cui art. 1 ne definisce la finalità, ossia promuovere “la realizzazione degli orti didattici e il recupero delle aiuole pubbliche di pertinenza della scuola per diffondere la cultura del verde anche pubblico e dell’agricoltura, sensibilizzare le famiglie e gli studenti sull’importanza della sostenibilità alimentare, dell’alimentazione sana ed equilibrata, della promozione della biodiversità e del rispetto dell’ambiente”;

se da un lato gli effetti dello spreco del cibo si riversano sulla salubrità dell’ambiente e sulla povertà a livello globale, i problemi derivanti da una cattiva alimentazione si riflettono direttamente sul nostro corpo e sulla nostra salute. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute “la cattiva alimentazione causa ogni anno un numero sempre crescente di malattie quali diabete, malattie cardio-vascolari, obesità e tumori. Il sovrappeso e l’obesità infantile e nell’adulto sono temi di grande rilievo nel quadro della Sanità Pubblica del nostro Paese” (Alimentazione e patologie correlate, ultimo agg. 29 nov. 2018, sito istituzionale Ministero della Salute);

a questo proposito, Renato Lauro, Presidente dell’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, afferma: “Secondo il recente Rapporto Diabetes Atlas dell’International Diabetes Federation (IDF), il diabete causa 73 morti al giorno in Italia, quasi 750 in Europa. Il dato è tanto più allarmante se si considera che gli italiani che soffrono di diabete sono circa l’8% della popolazione adulta. Inoltre, tenendo conto della correlazione tra diabete di tipo 2 e obesità – malattia spesso sottovalutata che nel nostro Paese colpisce 4-5 abitanti su 10 – e del loro trend di aumento negli ultimi anni, possiamo definire diabete e obesità come una pandemia, con serie conseguenze per gli individui e la società in termini di riduzione sia dell’aspettativa sia della qualità della vita, e notevoli ricadute economiche. Si tratta quindi un’emergenza sanitaria che necessita di un’attenzione specifica da parte dei decisori politici, affinché considerino in tutta la sua gravità questo fenomeno” (fonte: Diabete e obesità (diabesità): malattie sociali dal notevole impatto, 19 aprile 2017, diabete.com);

il rapporto tra l’obesità e tasso di malattia è ben esemplificato in questa infografica dell’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, dalla quale emerge come nelle persone affette da obesità sia maggiore la percentuale di riscontrare malattie come il diabete, l’ipertensione e le malattie del cuore. Secondo quanto si può rilevare dai dati ISTAT del 2016 (gli ultimi disponibili), la principale causa di morte in Italia è rappresentata dalle malattie del sistema circolatorio. Sviluppando delle buone abitudini alimentari, si potrebbe avere quindi un forte impatto in termini sociali ed economici, dato che secondo quanto emerge dal rapporto della FAO “Prevenire la perdita e lo spreco di nutrienti attraverso il sistema alimentare: azioni politiche per diete di alta qualità”, le diete di cattiva qualità rappresentano oggi per la salute pubblica una minaccia maggiore della malaria, della tubercolosi o del morbillo, mentre allo stesso tempo, circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano non raggiunge mai il piatto del consumatore;

da quanto fin qui segnalato appare chiaro come il quadro nel quale ci ritroviamo a vivere sia paradossale. In alcune parti del mondo si sta ancora cercando di debellare la denutrizione ed in altre, c’è il problema opposto dell’obesità e delle malattie che da essa possono derivare. L’Unione Europea, a tal proposito, ha adottato lEU Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 con l’obiettivo di stabilire un impegno concreto e condividere le buone pratiche tra gli attori europei per diminuire la crescita dell’obesità e del sovrappeso nell’infanzia;

è proprio in base a questa logica che a livello nazionale è stato concepito il Tavolo di lavoro per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità insediatosi il 6 giugno 2019 con l’obiettivo di elaborare un documento di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità, in particolare quella infantile, condiviso con le Regioni e le Province Autonome”;

nel 2013, a livello nazionale, è stato lanciato anche il progetto Educazione alimentare “Maestranatura”, il quale può essere proposto non solo dagli insegnanti, ma anche dai genitori e può essere implementato con una Convenzione tra la scuola e l’Istituto Superiore della Sanità. Questo progetto, come si legge nel sito ad esso dedicato, ha “un approccio sistemico-costruttivista su cui è stato innestato un percorso di didattica per competenze il cui scopo è insegnare ai bambini e ai ragazzi il valore del cibo sia in termini di benessere personale che di relazione con l’ambiente e il territorio”;

recentissimamente inoltre è stato creato, dal Segretario Generale del Ministero della salute, Dr Ruocco e dal capo Dipartimento del MIUR, Dr.ssa Carmela Palumbo il Comitato paritetico per la “Tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione”, con l’obiettivo, tra gli altri, di promuovere sani stili di vita e di contrasto ai principali fattori di rischio delle malattie croniche non trasmissibili e della salute orale e contrastare la malnutrizione in tutte le sue forme e i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione;

un’iniziativa da valorizzare e supportare è sicuramente quella che attraverso una condivisione di valori ed uno sharing experiences ha portato alla creazione del libro “Cucinare sano alla portata di tutti”, contenente 60 ricette provenienti da 25 paesi, stilato grazie alla collaborazione di cittadini stranieri, o di italiani nati all’estero, residenti in provincia di Trento per “farne uno strumento di promozione della salute”. Oltre al libro è presente anche un’app, ossia un gioco interattivo che coinvolge le famiglie a compilare un diario alimentare e a raggiungere degli obiettivi di sana alimentazione e attività fisica attraverso delle sfide settimanali;

iniziative come quest’ultima sono esempi virtuosi che devono essere fatti conoscere ed essere implementati con un’ampia attività di informazione, ma prima ancora, di sviluppo di una coscienza collettiva, che coinvolga soprattutto le strutture scolastiche. È perciò chiara l’importanza che in questo processo di educazione all’alimentazione viene ricoperto da coloro che più si occupano di questi temi, dietologi nutrizionisti, e il personale sanitario che è in diretto contatto con i pazienti, ossia i medici  di base. Grazie alla prima categoria di esperti, si potrebbe portare avanti una formazione rivolta in un momento iniziale ai medici di base e agli operatori sanitari, dato che lo sviluppo di buone pratiche alimentari viene trasmesso inevitabilmente anche attraverso queste figure professionali, le quali tuttavia non sempre hanno una preparazione adeguata sul tema specifico. In una seconda fase, si potrebbe poi sviluppare un sistema di peer to peer education tramite le figure formate nella fase iniziale nonché avviare, in maniera estensiva, una più capillare formazione scolastica;

per intraprendere questo percorso si ritiene necessaria una collaborazione che veda coinvolti i medici nutrizionisti ed il personale del Servizio di Dietetica e Nutrizione clinica dell’APSS, ma anche i medici di base che hanno sviluppato un’ esperienza in questo settore e possano quindi essere dei formatori perché come affermato dal noto medico, biologo e biometrista G. A. Maccacaro “Un medico di base, capace di inserirsi utilmente in una comunità urbana o rurale, di averne cura, di intenderne i problemi di malattia  e difenderne il diritto alla salute, non c’è corso di laurea o scuola di specialità che lo produca“;

tutto ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta a

  • rafforzare ed integrare la comunicazione istituzionale riguardante le iniziative ed i progetti legati alle buone pratiche alimentari attraverso gli strumenti a ciò adibiti e con il coinvolgimento dei Dipartimenti competenti;
  • recepire ed assicurare l’efficacia operativa delle iniziative ministeriali riguardanti l’educazione alimentare a livello locale, avviando un dialogo con i nuovi organi a tal fine creati a livello nazionale, ovvero il Comitato paritetico per la Tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione e il Tavolo di lavoro per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità;
  • creare un tavolo di lavoro che raggruppi medici nutrizionisti e medici di base per intraprendere percorsi di educazione alimentare all’interno delle scuole e, tramite i medici di base, una formazione diffusa sul territorio.

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Proposta di ordine del giorno 2/9/XVI in materia di FORMAZIONE E DIVULGAZIONE DI INFORMAZIONI SULL’INDICE DI IRRADIAZIONE DEI RAGGI UV:

Secondo quanto riportato dal Portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica i raggi ultravioletti sono delle radiazioni provenienti per la maggior parte dal Sole, ma anche da fonti artificiali in campo industriale, commerciale o a cui l’uomo è esposto nel tempo libero e si dividono in tre categorie principali a seconda dell’intensità della lunghezza d’onda, che è compresa tra 100 e 400 nanometri (nm): UVA (315-400 nm); UVB (280-315 nm); e UVC (100-280 nm). La capacità di penetrazione e quindi la “pericolosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza;

la maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte, UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera. Inoltre, i livelli di UV sono più alti al crescere dell’altitudine (ogni 1000 m di altezza i livelli di UV crescono del 10-12%) e dell’altezza del Sole (specialmente verso mezzogiorno nei mesi estivi) e al diminuire della latitudine e della nuvolosità. Altri fattori ambientali che influenzano i livelli di UV sono lo strato di ozono e la capacità riflettente della superficie terrestre (per esempio, la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%);

l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), basandosi su studi di letteratura scientifica, ha individuato nove malattie che sono direttamente collegate all’esposizione dell’uomo ai raggi UV (fonte: Raggi ultravioletti – Informazioni generali, Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica – a cura dell’Istituto superiore di sanità, 3 agosto 2006):

  • melanoma cutaneo, tumore maligno dei melanociti, cellule della pelle che producono il pigmento cutaneo (melanina)
  • carcinoma squamoso della pelle, tumore maligno che, rispetto al melanoma, ha un’evoluzione più lenta ed è associato a minore morbilità e mortalità
  • carcinoma basocellulare (basalioma), tumore cutaneo che si sviluppa prevalentemente in età avanzata e si diffonde lentamente e localmente
  • carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva, raro tumore oculare
  • cheratosi, malattie croniche della pelle che in rare occasioni possono generare lesioni pretumorali
  • scottature
  • cataratta corticale, degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a compromettere la vista e che, in certi casi, può portare anche alla cecità
  • pterigio, inspessimento della congiuntiva che porta a opacizzazione della cornea o a una limitazione dei movimenti oculari
  • riattivazione dell’herpes labiale, a causa dell’immunosoppressione indotta dall’eccesso di UV;

i raggi UVC, ovvero quelli più pericolosi per l’uomo, sono completamente assorbiti nell’alta atmosfera dall’ozono e dall’ossigeno; la quasi totalità dei raggi UVB (circa l’80-90%) viene assorbita dall’ozono presente in stratosfera mentre la maggior parte dei raggi UVA riesce a passare indenne attraverso l’atmosfera. In sostanza, la radiazione ultravioletta che raggiunge la superficie terrestre è costituita in larga quantità da UVA e solo in piccola parte da UVB (fonte: La radiazione solare: i raggi ultravioletti e l’indice UV, Cos’è l’Indice UV? Come funziona la radiazione ultravioletta?, 14 luglio 2016, meteo.it);

per quanto riguarda l’esposizione dei raggi UV, vi è una scala, conforme alle linee guida internazionali stabilite dall’OMS, che ne misura l’intensità e quindi la maggiore o minore pericolosità per l’uomo, più l’indice è elevato, maggiori devono essere le protezioni adottate, soprattutto nelle zone ad altitudine maggiore o in presenza di neve che riflette l’80% delle radiazioni UV;

l’Indice UV è un numero, generalmente compreso tra 1 e 10, utilizzato come semplice unità di misura dell’intensità della radiazione solare ultravioletta che giunge al suolo. Esso permette di valutare i rischi conseguenti ad una prolungata esposizione al sole, in base al proprio fototipo, e di adottare le adeguate misure di protezione (fonte: ARPA Valle d’Aosta);

più precisamente, l’Indice UV è definito come il rapporto tra la misura dell’irradianza (la potenza ricevuta per unità di superficie “vista” dal fascio di luce) UV, pesata secondo la curva di sensibilità della pelle umana (ponderazione eritemale), ed il valore standard di 25 mW/m2. La diffusione di questo indice è stata raccomandata da importanti organizzazioni mondiali, quali l’Organizzazione Mondiale per la Sanità e la World Meteorological Organization;

la scala dell’UV Index (UVI) è la seguente (fonte: MeteoGiornale):

  • FINO A 2: INDICE BASSO
    Un indice UV di 2 od inferiore indica un pericolo basso di esposizione ai raggi del sole per la persona media. Nei giorni luminosi si consiglia di indossare occhiali da sole. In inverno o in alta montagna, in caso di suolo innevato, la riflessione indotta dalla neve può quasi raddoppiare la forza dei raggi UV;
  • DA 3 A 5: INDICE MODERATO
    Un Indice UV da 3 a 5 significa, in assenza di adeguata protezione, un rischio moderato di danno da esposizione al sole. Si consiglia di prendere precauzioni, come ad esempio coprirsi se si sta all’aperto, e restare all’ombra nelle ore attorno al mezzogiorno, quando il sole è più forte;
  • DA 6 A 7: INDICE ALTO
    Un Indice UV da 6 a 7 significa alto rischio di danno da esposizione al sole se non adeguatamente protetti. Applicare una crema solare con un SPF (fattore di protezione solare) di almeno 15. Indossare un cappello tesa larga e occhiali da sole per proteggere gli occhi. E’ necessaria una protezione contro le scottature. Ridurre il tempo in cui si sta sotto il sole tra le 10 del mattino e le 4 del pomeriggio. Coprirsi il corpo con indumenti, indossare un cappello e occhiali da sole e utilizzare creme solari;
  • DA 8 A 10: INDICE MOLTO ALTO
    Un Indice UV tra 8 e 10 comporta un alto rischio di danno da esposizione al sole se non adeguatamente protetti. Ridurre al minimo l’esposizione al sole durante le ore centrali della giornata, dalle 10 del mattino alle 4 pomeridiane. Proteggere la pelle applicando una crema solare con un SPF di almeno 15. Indossare indumenti protettivi e occhiali da sole per proteggere gli occhi. La pelle non protetta verrà danneggiata e può scottarsi rapidamente. Ridurre al minimo l’esposizione al sole tra le ore 10 e le 16. In caso contrario, stare all’ombra, coprirsi, indossare un cappello e occhiali da sole e utilizzare creme solari;
  • 11 O PIÙ: INDICE ESTREMO
    Un Indice UV di 11 o più alto comporta, in assenza di protezione adeguata, un rischio estremo di danni da esposizione al sole. Cercare di evitare l’esposizione al sole durante le ore centrali della giornata, dalle 10 del mattino a 4 pomeridiane. Applicare la protezione solare con un SPF di almeno 15 a intervalli di tempo regolari;

la frazione di raggi UV che raggiunge la superficie terrestre subisce una notevole variazione sia nel tempo e nello spazio, anche e soprattutto in funzione delle condizioni meteorologiche. Un elenco dei fattori dai quali dipende la dose di raggi ultravioletti in arrivo al suolo è il seguente (La radiazione solare: i raggi ultravioletti e l’indice UV Meteo.it):

  • ora del giorno: il 20-30% circa degli UV arriva tra le 11 e le 13 locali mentre il 75% del totale è concentrato tra le 9.00 e le 15.00. Quando il Sole è alto sull’orizzonte i raggi compiono infatti un percorso più breve dentro l’atmosfera, minimizzando in tal modo l’assorbimento da parte dell’aria;
  • stagione: nelle regioni temperate gli UV raggiungono la massima intensità in estate e la minima in inverno; quando il sole è più alto nel cielo il tasso di raggi UV è maggiore mentre è decimante trascurabile quando il sole è basso all’orizzonte;
  • latitudine: il flusso annuale di raggi UV è massimo all’Equatore e minimo ai poli;
  • nuvole: in generale le nubi diminuiscono la quantità di energia solare in arrivo. Un cielo con nuvole sparse o velato da nubi alte e sottili, attenua appena del 10% l’intensità dei raggi UV. La frazione in arrivo al suolo si riduce del 25 % circa con cielo molto nuvoloso ma con cielo coperto l’attenuazione raggiunge il 70 % circa;
  • altitudine: con la quota la radiazione ultravioletta aumenta notevolmente di intensità. Ad esempio, in estate a 2000 metri la radiazione UV “scotta” quasi il triplo rispetto alle aree di pianura, mentre in una settimana trascorsa sempre a 2000 metri in luglio si riceve la stessa dose di UV assorbita in tre mesi al mare. In inverno gli UV si riducono, rispetto all’estate, di otto volte circa in montagna e di sedici volte in pianura;
  • riflessione: la parte riflessa dalla superficie terrestre e dai mari è generalmente bassa (inferiore al 7%), tuttavia il tipo di superficie può fare davvero la differenza: manti erbosi e specchi d’acqua riflettono meno del 10% della radiazione in arrivo, la sabbia riflette circa il 25% dei raggi UVB incidenti, mentre la neve fresca arriva a riflettere circa il 80%;

alla luce dell’elenco dei fattori che influenzano la variazione di intensità dei raggi UV risulta chiaro che in montagna i raggi ultravioletti sono particolarmente insidiosi: all’effetto del riflesso da parte della neve si aggiunge infatti anche l’effetto altitudine. E’ pertanto evidente che i residenti, gli escursionisti e i turisti che frequentano il Trentino sono fortemente esposti alle radiazioni dei raggi UV;

nei Paesi dell’emisfero australe si presta molto attenzione all’informazione istituzionale riguardante le radiazioni solari e le misure per proteggersi. In Australia per esempio, oltre alle previsioni meteo si indica anche il livello di raggi UV ai quali si è esposti e non solo, vengono anche date delle indicazioni circa gli orari nei quali è raccomandato usare la protezione solare e adottare le altre misure prevenzione dagli effetti descritti nei paragrafi precedente;

nel caso di specie si segnala il servizio offerto dal Bureau of Metherologhy del Governo Australiano, l’agenzia nazionale per lo studio degli eventi atmosferici, del clima e dell’acqua, le cui competenze e servizi aiutano gli australiani a gestire le dure realtà del loro ambiente naturale, tra cui siccità, inondazioni, incendi, tempeste, tsunami e cicloni tropicali. Attraverso regolari previsioni, avvertimenti, monitoraggi e consulenze che coprono l’intero territorio e gli oceani circostanti, l’Ufficio fornisce uno dei servizi di governo più fondamentali e ampiamente utilizzati. Per quanto concerne il servizio meteo offerto a tutti gli stati federali e le città che li compongono, oltre alle previsioni riguardanti gli eventi atmosferici, le temperature, i venti e il tasso di umidità, è diramato in via sistematica anche il livello di radiazione UV per ogni singola zona affinché l’intera cittadinanza sia allertata sulle misure precauzionali da adottare in caso di esposizione al sole (previsioni di Perth in Western Australia: http://www.bom.gov.au/wa/forecasts/perth.shtml);

è pacifico che gli effetti del cambiamento climatico non riguardino solo gli eventi estremi ma anche l’esposizione ai fattori di rischio: aria inquinata, agenti infettivi e, appunto, le radiazioni solari. Ciò ha reso palese la necessità di rafforzare e testare l’organizzazione delle strutture sanitarie deputate alle cure contro le malattie infettive e parassitarie, alle vaccinazioni, alla prevenzione e alla diagnosi precoce delle malattie e, in generale, alla tutela dei rischi connessi con gli ambienti di vita, inquinamento ambientale e infortuni derivanti eventi atmosferici estremi ed esposizione al sole;

come emerso anche in occasione del Simposio Internazionale Health and Climate Change, svoltosi a Roma dal 3 al 5 dicembre 2018 e dalle note del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità urgono perciò delle iniziative per riconoscere come prioritarie queste tematiche nelle agende politiche nazionali e locali e far crescere la consapevolezza sui danni alla salute derivanti dall’esposizione ai raggi UV, i quali potrebbero intensificarsi con i cambiamenti climatici (CS N° 36/2018A Roma la prima Carta Internazionale su clima e salute – Ufficio Stampa ISS, 3 dicembre 2018);

Meteotrentino è una struttura della Provincia Autonoma di Trento nata nel 1997 che si occupa di meteorologia, nivologia e glaciologia. È parte dell’organizzazione di Protezione Civile e collabora con numerose altre strutture di livello provinciale e nazionale con finalità analoghe. Il portale è molto visitato non solo dai residenti ma è anche punto di riferimento delle decine di migliaia di turisti, escursionisti e sciatori provenienti da fuori provincia che nelle stagioni estive ed invernali visitano le bellezze naturali trentine. Si presta pertanto ad essere strumento privilegiato per diffondere informazione in ordine alle previsioni relative ai livelli di radiazione dei raggi UV e alle misure di protezione;

La Scuola di formazione specifica in medicina generale è una struttura didattica patrocinata e finanziata dalla Provincia Autonoma di Trento e in carico all’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri che mira a consolidare le competenze cliniche e ad acquisire nuove conoscenze tecnologiche comprese quelle relative alla medicina digitale (fonte: http://www.scuolamgtn.it);

il Centro di Dermatologia dell’APSS è il centro di riferimento del Trentino per la diagnosi e la cura delle malattie della pelle, nella sua attività si occupa anche di prevenzione, educazione, informazione sui comportamenti e gli stili di vita per la riduzione del rischio dei tumori della pelle, pertanto è il soggetto ideale per occuparsi delle politiche sanitarie di prevenzione dei danni alla salute causati dall’esposizione ai raggi UV, in collaborazione con altri soggetti istituzionali quali ad esempio la Scuola mgtn e MeteoTrentino;

tutto ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta

ad ampliare, sul modello adottato dal Governo Australiano, l’informazione in ordine alle previsioni dei livelli di intensità delle radiazione UV e delle misure di protezione da adottare nell’ambito delle comunicazioni relative alle modalità e ai contenuti di comunicazione delle previsioni metereologiche pubblicate sul portale istituzionale della Protezione Civile Meteo Trentino;

a rafforzare la formazione diffusa sul territorio e le campagne informative attivate dalla APSS e dalla Scuola di formazione specifica in medicina generale, con il coordinamento tecnico del Centro di Dermatologia e con il coinvolgimento di pediatri e medici di base, in ordine al rischio connesso all’esposizione ai raggi UV e alle misure di prevenzione e protezione;

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