Logistica. Il M5S chiede più controlli per il settore in ottica anti-caporalato

Nell’aprile del 2021 i corrieri che lavorano nel settore della logistica per Amazon avevano rappresentato ai consiglieri provinciali le difficili condizioni nelle quali erano costretti a operare. Grazie anche al sostegno di Fulvio Flammini del sindacato Sbm, che li aveva accompagnati, i lavoratori avevano descritto condizioni lavorative particolarmente difficili con ritmi di consegna insostenibili, retribuzioni inadeguate, controllo degli spostamenti tramite gps, turnistica di lavoro spinta ed inefficienza dei furgoni utilizzati. Una situazione che gioco forza aveva portato ad aumentare lo stress psicofisico dei lavoratori del settore, cagionando il peggioramento delle loro condizioni  di salute.

Un paio di mesi dopo l’incontro, l’assessore Spinelli ci informò circa i controlli effettuati dall’Ispettorato del lavoro e da UOPSAL nell’ambito della logistica in provincia di Trento. Ci disse che nel corso del periodo compreso fra il 2016 e il 2021 erano state controllate più di 30 aziende tra quelle che utilizzano veicoli leggeri, ovvero furgoni per i quali non c’è l’obbligo di registrare i tempi di guida e di riposo a mezzo di cronotachigrafo. Specificò che le verifiche ispettive avevano interessato più di 100 dipendenti senza tuttavia fare chiarezza in merito al numero dei controlli effettuati e nemmeno all’esito degli stessi.

Nei giorni scorsi ci siamo sentiti in obbligo ritornare sull’argomento con una interrogazione puntuale (4739/XVI), prendendo spunto da un’inchiesta avviata dalla Procura di Milano, che ha portato al sequestro preventivo di più di 100 milioni di euro nei confronti di alcune multinazionali che operano nell’ambito della logistica. Nell’inchiesta, il procuratore Paolo Storari ha acceso i riflettore su un sistematico sfruttamento dei lavoratori attraverso fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e forme di caporalato in un settore dove la costante violazione delle regole diventa normalità e dove le pratiche illecite vengono accettate e in qualche modo promosse. Ritenendo che una simile situazione di sfruttamento non possa considerarsi confinata al solo territorio lombardo, ma che la stessa abbia necessariamente dei riflessi anche in Trentino, abbiamo presentato una puntuale interrogazione sull’argomento per chiedere maggiori informazioni sugli accertamenti e sugli studi effettuati dalla Provincia in ordine alla condizione dei lavoratori nell’ambito della logistica sul nostro territorio e se per gli effetti del protocollo siglato con la Procura di Trento abbia attivato iniziative di prevenzione e di contrasto ai fenomeni di sfruttamento dei lavoratori.

L’interrogazione segue un precedente atto di sindacato ispettivo (4545/XVI) presentato il 14 maggio scorso, ancora rigorosamente senza risposta, con cui avevamo chiesto a Fugatti di illustrarci le iniziative poste in essere dalla Giunta in attuazione del protocollo siglato con la Guardia di Finanzia per la tutela dell’economia legale attraverso la lotta alla contraffazione, al lavoro nero o irregolare, all’abusivismo commerciale ed ai tentativi di infiltrazione della criminalità economico-finanziaria.

È chiaro come i soggetti che governano e hanno governato il Trentino e l’Italia preferiscano far finta di non vedere le condizioni di sfruttamento nelle quali versano tantissimi lavoratori, che del resto sono in queste condizioni proprio grazie alle leggi liberticide portate avanti sia dalla destra che dal centrosinistra negli ultimi 25 anni almeno. Il M5S è sempre stato dalla parte di chi lavora, e ha dimostrato non a parole ma coi fatti di voler cambiare le cose. Chi lavora va difeso, e chi è senza lavoro non deve essere lasciato solo. Concetti che il M5S del Trentino ha fatto propri e che, a differenza di altri, non intende rinnegare.

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Testo integrale dell’interrogazione 4739/XVI del 27-ago-2023 “Prevenzione e contrasto ai fenomeni criminali che interessano il territorio trentino attraverso la cooperazione interistituzionale e lo scambio di informazioni tra il potere esecutivo e il potere giudiziario”

in un approfondimento del mensile LaViaLibera del febbraio 2023 si analizza la situazione del settore dei trasporti laddove si utilizza un sistema di appalti e subappalti per sfruttare i lavoratori, non pagare le tasse né i contributi, il quale finora non è stato intaccato perché funzionale all’economia;

nell’approfondimento si fa ampio riferimento al caso della storica azienda italiana Bartolini che nel 2021 ha dichiarato un volume d’affari di un miliardo e 784 milioni di euro e che, insieme a Geodis, è stata oggetto di indagini della guardia di finanza di Milano;

secondo le accuse del pubblico ministero della Procura di Milano Paolo Storari, Bartolini non solo evade il fisco ma opera nel settore dei trasporti “un sistematico sfruttamento dei lavoratori” attraverso fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e forme di caporalato. Il numero di lavoratori coinvolti, che solo nel 2021 superava quota cinquemila, è così alto che Bartolini “pare porsi come una sorta di nuovo potere, ufficioso ma molto effettivo, penetrante, opaco, vero regolatore dei processi lavorativi e alternativo allo Stato. E così la costante violazione delle regole diventa normalità in un contesto dove le pratiche illecite vengono accettate e in qualche modo promosse” (L’impero fondato sull’evasione fiscale – di Rosita Rijitano, La Via Libera, febbraio 2023);

evidentemente la vicenda che è culminata con il sequestro preventivo di ben 102 milioni di euro a Brt-Bartolini, alla multinazionale francese Geodis Cl e ad Antonio Suma, un intermediario che forniva manodopera alle due società, non può considerarsi confinata al solo territorio lombardo posto che anche sul territorio trentino operano numerosi corrieri per conto delle predette società;

in data 12 novembre 2021 veniva approvata la delibera giuntale 1901 avente ad oggetto “Approvazione dello schema di Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni criminali che interessano il territorio trentino, tra la Provincia autonoma di Trento e la Procura della Repubblica di Trento”. Le finalità del protocollo erano quelle di favorire la cooperazione interistituzionale e lo scambio di informazioni tra il potere esecutivo e il potere giudiziario. Per il raggiungimento di tali finalità si conveniva che le principali azioni da realizzare fossero costituite da: (1) momenti di incontro fra la Procura e la Provincia per l’esame delle situazioni di interesse; (2) l’inoltro da parte della Provincia alla Procura di segnalazioni riguardanti situazioni meritevoli di approfondimento;

tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia per sapere

  1. se gli uffici provinciali con competenza in materia di controlli sui luoghi di lavoro, anche in collaborazione con le autorità statali con competenza in materia fiscale e previdenziale, abbiano svolto accertamenti o studi di settore in ordine alla condizione dei lavoratori nell’ambito della logistica sul territorio della provincia di Trento e, in caso positivo, quale sia stato l’esito;
  2. se nell’ambito delle attività svolte per gli effetti del Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni criminali che interessano il territorio trentino, siglato tra la Provincia autonoma di Trento e la Procura della Repubblica di Trento siano state fatte valutazioni rispetto alle possibili ricadute sul territorio provinciale dell’iniziativa giudiziaria promossa dalla Procura di Milano nei confronti delle società Bartolini e Geodis.

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