Salario minimo: M5S in piazza a Rovereto per sostenere la petizione

Oggi il M5S del Trentino era all’Urban Center di Rovereto a raccogliere firme per dar forza alla petizione che sostiene la proposta di legge sul salario minimo legale ad almeno 9 euro all’ora. Assieme al Consigliere provinciale e candidato alla presidenza della Provincia, Alex Marini, tanti attivisti e candidati alle elezioni provinciali del 22 ottobre prossimo.

«La proposta di legge del M5S sul salario minimo legale è una grande battaglia di civiltà – dice il consigliere Marini – il M5S si batte per questo da almeno 10 anni e oggi, per fortuna, sembra avere trovato il sostegno anche di altre forze politiche. Il salario minimo serve a tutelare i lavoratori, soprattutto quelli più giovani ma anche quelli precarizzati grazie a 25 anni di politiche ultraliberiste, il cui apice è stato toccato col Jobs Act e coi decreti Poletti del governo PD guidato da Renzi. Non solo. Questo provvedimento tutela anche le imprese che si rivolgono al mercato interno, perché se le persone normali hanno un reddito che consenta di andare oltre la mera sussistenza possono acquistare i loro prodotti, rafforzando l’economia basata sul lavoro, invece di tenerla immobilizzata e succube degli interessi di pochi grandi soggetti che vivono di rendita».

Il candidato presidente del M5S trentino porta i dati a sostegno della bontà della proposta: «Che ci sia bisogno del salario minimo lo dice  il M5S ma prima ancora lo dicono i numeri: il potere d’acquisto degli stipendi 2022 in Italia è calato del 2% rispetto ai dati del 2013. Nello stesso periodo nell’Unione Europea a 27 esso è aumentato del 2,5%. Peggio ancora, i dati dimostrano come in termini reali le retribuzioni nazionali dal 2000 ad oggi siano rimaste di fatto identiche. Nello stesso ventennio, in Francia e Germania gli stipendi sono invece cresciuti rispettivamente del 21,5% e del 17,7%. Sono dati che dovrebbero far correre ai ripari tutti i politici. Invece si riscontra la volontà delle forze di destra, e di alcuni soggetti che figurano pure a sinistra, di mantenere l’attuale sistema, che non copre tutti i lavoratori e anzi ne esclude fette sempre crescenti. Un atteggiamento simile si può comprendere solo con la volontà di soddisfare gli interessi di pochi soggetti, molto ricchi e molto potenti, i quali beneficiano di meccanismi che producono sempre più poveri che lavorano e che stanno via via distruggendo la classe media. In Trentino come nel resto del Paese, il M5S lotta per queste persone e continuerà a farlo finché non sarà costruito un sistema più giusto nei confronti di tutti, a partire da coloro che ogni giorno si fanno in quattro per mettere qualcosa in tavola e per garantire ai loro figli un futuro decente».

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