Lago d’Idro: la partecipazione dal basso che difende il futuro dell’acqua

L’intervento che segue è stato pubblicato sul mensile d’inchiesta Questo Trentino nel numero di novembre, attualmente disponibile in edicola.
Insieme a Lorenzo Leoni abbiamo voluto raccontare l’esperienza partecipata e interregionale per la difesa dell’ecosistema del lago d’Idro e del fiume Chiese — una battaglia di avanguardia, spesso ignorata dall’intellighenzia delle aree urbane trentine e pervicacemente ostacolata da molti amministratori locali, ma che rappresenta un raro esempio di cittadinanza attiva e cooperazione tra territori.
Grazie alla tenacia delle associazioni, questo impegno civile ha finalmente trovato spazio e dignità anche nelle sedi istituzionali, con una trattazione rigorosa della petizione 4/XVII da parte della Terza Commissione del Consiglio provinciale di Trento, la quale — pur tra resistenze e ambiguità politiche — è ora in procinto di approvare un atto di indirizzo condiviso da sottoporre all’aula legislativa.

Segue testo della riflessione pubblicata su QT in versione immagine e in versione testuale:

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Pfas in Valle del Chiese: i dati aggiornati dei monitoraggi 2019-2024 confermano la necessità di un intervento urgente

Nei 5 anni trascorsi in Consiglio provinciale (2018-2023), non è stata ottenuta una mappatura definitiva della contaminazione da PFOS nelle falde acquifere compresa fra Condino, Storo e il lago d’Idro in Valle del Chiese. Durante il mandato, le risposte di Mario Tonina, assessore all’ambiente della scorsa legislatura, sono risultate spesso evasive ed interlocutorie rispetto all’attuazione dell’impegno contenuto nella mozione approvata dal Consiglio provinciale nel 2019 per un approfondimento scientifico insieme alle strutture del Ministero dell’Ambiente e al Centro Nazionale Ricerche (CNR). Nei fatti abbiamo assistito a un continuo rinvio dei termini per la conclusione delle indagini preliminari e di conseguenza delle decisioni per pianificare azioni risolutive o di limitazione dei rischi.

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Lago d’Idro: le nuove opere commissionate dalla Regione Lombardia minacciano l’ecosistema lacustre

Nell’intervista rilasciata nel mese di agosto al giornalista della TgR di Trento Francesco Macaro trovate una sintesi dello stato dell’arte relativo alle nuove opere per lo svuotamento e la regolazione a fini agricoli ed idroelettrici del lago d’Idro e un grido d’allarme rispetto alla minaccia agli equilibri ecologici dell’area lacustre con particolare riferimento al biotopo di Baitoni.

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Dragaggio del bacino artificiale di Cimego. Il M5S interroga la Provincia sulle modalità di svolgimento delle operazioni

Nelle ultime settimane ho ricevuto numerose segnalazioni sulla torbidità delle acque del fiume Chiese nel tratto che va dalla centrale di Cimego al lago d’Idro. Si tratta di un fenomeno causato dalle operazioni di dragaggio dell’invaso, un‘operazione di per sé utile e necessaria ma il cui timing è completamente sbagliato. Per quanto diluito sia il limo, infatti le acque del Chiese hanno assunto un evidente colore grigiastro andando a finire direttamente nel lago d’Idro proprio nel bel mezzo del periodo di massimo interesse turistico. Come si capisce, ciò causa danno all’economia della Valle del Chiese e dei territori limitrofi e denota una grave mancanza di coordinamento fra le varie esigenze degli attori in campo. Le stesse operazioni avrebbero potuto infatti essere svolte in un altro periodo dell’anno senza causare difficoltà a nessuno. Per noncuranza, faciloneria o altro si è invece scelto di ignorare le esigenze dei territori, a testimonianza della mancanza di rispetto nei confronti della gente che abita la Valle del Chiese. Per questo motivo l’11 agosto scorso il M5S ha depositato un’interrogazione al Consiglio provinciale di Trento (4725/XVI), tramite la quale si chiede di fare chiarezza in merito alle operazioni di HDE e di spiegare come mai non si sia scelto di evitare il conflitto tra le esigenze economico/turistiche dei territori e quelle di pulizia dell’invaso di Cimego.

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Terzo ponte sul Caffaro, la Provincia di Trento si impegni per tutelare cittadini e imprese

Cosa sta facendo la Provincia di Trento per evitare che i lavori del terzo ponte sul Caffaro danneggino gli abitanti e le imprese che vivono e operano al confine tra Trentino e Lombardia? A chiederlo con tanto di interrogazione al Consiglio provinciale di Trento (la 4566/XVI) è il consigliere del M5S Alex Marini, che sulla questione negli ultimi anni ha presentato una lunga lista di atti e interventi.

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Ponti sul Caffaro, il M5S chiede chiarezza sulle risorse pubbliche spese dalla Provincia di Trento

La Provincia di Trento ha stanziato notevoli risorse pubbliche per installare nel futuro prossimo venturo un terzo ponte sul torrente Caffaro (904 mila euro). Questo, si badi bene, dopo aver messo a disposizione tramite il fondo comuni confinanti gli oltre 2,5 milioni di euro a base d’asta serviti per realizzare il secondo ponte sul Caffaro, ad oggi mai aperto. Il conto per i contribuenti, come si può “apprezzare”, è salato a fronte di risultati per ora, disastrosi, visto che a tenere in piedi il traffico tra Lombardia e Trentino sud occidentale è l’antico ponte del 1906, ormai corroso da ruggine e incuria. 

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Inquinamento da PFAS nel Trentino sudoccidentale: si brancola ancora nel buio!

Nel dicembre scorso il M5S ha depositato un’interrogazione per fare il punto sulla situazione ormai annosa della contaminazione da PFAS della falda acquifera che corre da Borgo Chiese al Lago d’Idro, nel Trentino sudoccidentale. La risposta dell’assessore Tonina è arrivata in questi giorni. Detto in parole povere, l’attività di verifica prosegue, certezze non ce ne sono e le istituzioni sono in ritardo clamoroso anche se si parla di una situazione potenzialmente molto pericolosa per la salute dei cittadini.

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Mineraria Baritina. Il M5S ottiene la convocazione di un gruppo di lavoro per la riqualificazione complessiva dell’area produttiva

La Provincia di Trento dovrà attivare un gruppo di lavoro interdipartimentale per verificare, entro il gennaio 2023, la percorribilità di un progetto di riqualificazione complessiva dell’area che per più di 100 anni è stata destinata alla lavorazione della barite estratta nelle miniere di Darzo. La disamina dovrà inoltre verificare la possibilità di valorizzare il compendio anche attraverso l’acquisizione dello stesso a patrimonio provinciale.

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Assestamento del bilancio provinciale. Il M5S presenta relazione di minoranza, proposte di ordine del giorno ed emendamenti di merito

Dopo la conclusione della sessione di assestamento in Consiglio regionale, oggi è la volta del Consiglio provinciale, per l’esame e l’approvazione del rendiconto del bilancio provinciale del 2021, della manovra di assestamento 2022-2024 e del Documento di economia e finanza provinciale 2023-2025 (DEFP).

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Rotonda quadrata asimmetrica. Il M5S chiede chiarezza sul destino del secondo ponte sul Caffaro!

Il 14 aprile scorso il M5S ha depositato un’interrogazione al Consiglio provinciale trentino chiedendo per l’ennesima volta di fare chiarezza sul destino del nuovo ponte sul torrente Caffaro, terminato nel 2017 e da allora mai aperto.

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