Mineraria Baritina. Il M5S ottiene la convocazione di un gruppo di lavoro per la riqualificazione complessiva dell’area produttiva

La Provincia di Trento dovrà attivare un gruppo di lavoro interdipartimentale per verificare, entro il gennaio 2023, la percorribilità di un progetto di riqualificazione complessiva dell’area che per più di 100 anni è stata destinata alla lavorazione della barite estratta nelle miniere di Darzo. La disamina dovrà inoltre verificare la possibilità di valorizzare il compendio anche attraverso l’acquisizione dello stesso a patrimonio provinciale.

Fra Darzo e Storo c’è un’area produttiva vecchia più di cento anni che nell’ultimo periodo ha perso centralità produttiva. L’area avrebbe bisogno di essere riqualificata nelle sue diverse parti. I capannoni destinati alla lavorazione e allo stoccaggio dei minerali potrebbero essere riconvertiti ad altre attività produttive di tipo artigianale o commerciale o per ospitare attività culturali, la centrale idroelettrica dovrebbe essere rinnovata congiuntamente ai sistemi di presa e alle condotte forzate che portano l’acqua a valle, la superficie di deposito del materiale di scarto dovrebbe invece essere recuperata per aumentare la tutela dei servizi degli ecosistemi e per assicurare sicurezza idraulica, essendo essa stata riversata su un’antica ansa del fiume Chiese. Intervenendo correttamente si potrebbe in un colpo solo recuperare un’area verde con un prezioso bosco planiziale, rinaturando peraltro anche la storica Fossa Granda di Darzo, e al contempo garantire la sicurezza dei cittadini rafforzando la funzione di laminazione delle piene.

Con la nostra proposta di ordine del giorno, che abbiamo dovuto lottare non poco per vedere approvata, è stato stabilito di dare una risposta concreta alle istanze di recupero di un’area di grande valore, non solo per i cittadini del Comune di Storo, ma per tutti i trentini e per gli ospiti che visitano la nostra Provincia provenendo dalla Lombardia e che passano proprio accanto a questa realtà, la quale, se opportunamente recuperata, potrebbe fungere da richiamo e volano di sviluppo per un intero territorio.

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Seguono immagini dell’area e testo integrale della proposta di ordine del giorno 14/157/XVI del 25 luglio 2022 “Rilanciare l’utilizzo dell’area produttiva collocata sul lato ovest della SS 237 e compimento del progetto di recupero idraulico ambientale nella parte compresa fra il lato est della strada statale e il fiume Chiese includendo la rinaturazione della Fossa Granda di Darzo” collegata ai disegni di legge n. 156/XVI “Rendiconto generale della Provincia autonoma di Trento per l’esercizio finanziario 2021” e n. 157/XVI “Assestamento del bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2022 – 2024”. Approvata il 28 luglio 2022 con dispositivo emendato e convertito nell’ordine del giorno 567/XVI rinominato “Attivazione di un gruppo di lavoro interdipartimentale per verificare la percorribilità di un progetto di riqualificazione dell’area produttiva presente sul lato ovest della SS 237”

con determinazione n.3 del 13 aprile 2007 venne costituito il gruppo misto per la redazione del progetto finalizzato alla laminazione delle piene del fiume Chiese attraverso il ripristino di un’antica ansa situata in destra idrografica in C.C. Darzo (Comune di Storo). Dirigenti e funzionari del Servizio Bacini Montani e del Servizio Conservazione Natura e Valorizzazione ambientale parteciparono al gruppo di lavoro;

il 3 maggio 2011 si svolse presso il Municipio di Storo un incontro ricognitivo tra i responsabili di alcuni servizi provinciali e gli amministratori comunali. A seguito dell’incontro, il Servizio Bacini Montani, in accordo con il Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale (Ufficio Piste Ciclopedonali ed Ufficio Biotopo e Rete Natura 2000), avviò la progettazione di un intervento finalizzato al recupero di una vasta area di proprietà della Soc.Mineraria Baritina, compresa tra l’attuale alveo del fiume Chiese, la strada statale 237 del Caffaro a monte dell’abitato di Darzo e la proprietà del demanio idrico provinciale identificato dalla p.f. 5838 in C.C. Storo sulla quale negli anni scorsi è stato realizzato un laghetto da parte del Servizio bacini montani della Provincia;

il progetto in questione aveva due obiettivi: uno di natura idraulica, per aumentare la capacità di laminazione delle piene del fiume Chiese, ed uno di natura ambientale, ovvero di recupero di aree in fase di degrado, collocate in un’antica ansa dell’immissario del lago d’Idro, con l’aggiunta della realizzazione di un nuovo percorso ciclopedonale per collegare la frazione di Darzo con il centro sportivo Grilli e con l’abitato di Storo;

nel dicembre del 2011, nel rispetto dello strumento di governo delle risorse idriche della Provincia di Trento ovvero del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP), i suddetti servizi conclusero la redazione della proposta progettuale “Linee guida per la progettazione degli interventi finalizzati al recupero idraulico ed ambientale del fiume Chiese a monte dell’abitato di Darzo”;

nelle linee guida della proposta di cui sopra si segnalano: (1) l’esigenza di interrare la linea elettrica del Consorzio Elettrico di Storo (Cedis) così come avvenne per la tratta del vecchio elettrodotto a Nord; (2) l’opportunità di realizzare la pista ciclopedonale all’interno dell’area sul sedime dei cavi interrati; (3) la salvaguardia del bosco ripariale costituito da esemplari aroborei di ontano nero, pioppo bianco, salice bianco e ontano bianco che sono riusciti a resistere alla proliferazione della robinia; (4) la realizzazione di un nuovo laghetto che possa fungere da cassa di espansione in un’area potenzialmente inondabile dalle piene del fiume Chiese;

la stima di spesa per l’interramento della tratta di elettrodotto che attraverserebbe per circa 380 ml l’area interessata dagli interventi di tipo ambientale ed idraulico ammonterebbe a circa 77.000 euro (stima con calcoli su valori precedenti alla crisi). L’interramento potrebbe peraltro proseguire seguendo le strade rurali anche per la tratta di elettrodotto che attraversa la campagna a valle degli abitati di Darzo e di Lodrone, per un importo complessivo aggiuntivo stimato in 450.000 euro;

il progetto di recupero idraulico e ambientale del vecchio alveo del fiume Chiese elaborato nel 2011 ma mai realizzato potrebbe peraltro considerare la rinaturazione del percorso originario del Rio Carbonere nel tratto di confluenza con la Fossa Granda di Darzo al fine di ripristinare la funzionalità ecologica della stessa (vedasi interrogazioni: 3085/XVI “Interventi di rinaturazione e di ripristino del flusso idrico e della funzionalità ecologica della Fossa Granda di Darzo” e 3399/XVI “Rinaturazione della Fossa Granda di Darzo”);

sempre in destra orografica del fiume Chiese, sul lato opposto della strada statale 237, insiste invece un’ampia area produttiva di proprietà della Soc. Mineraria Baritina nella quale si svolge tuttora attività di impresa nel settore della lavorazione della barite. Nel compendio immobiliare è installata anche anche un centrale idroelettrica alimentata dalle derivazioni oggetto di n.2 concessioni: pratica C/0386 sul corso d’acqua Rio Bianco per una potenza nominale di 211,97 kW e pratica C/2458 sui corsi d’acqua Rio Bianco e Rio Piano per una potenza nominale di 72,30 kw. Per entrambe la scadenza della concessione era stata fissata al 31/12/2018 ed è in fase di rinnovo;

l’area artigianale di proprietà della Società Mineraria Baritina possiede delle notevoli potenzialità, non solo in virtù della sua posizione strategica ma anche per la possibilità di ricavare un’area museale specializzata in archeologia industriale mineraria e per la possibilità di sfruttare l’impianto di produzione di energia idroelettrica all’interno di un progetto di comunità energetica in cui partecipino gli attori del tessuto economico e sociale locale, garantendo al contempo il rinnovo e la continuità dell’attività di lavorazione mineraria ivi insediata;  

tutto ciò premesso, il Consiglio impegna la Giunta

  1. a valutare, direttamente o tramite gli enti strumentali di cui alla legge provinciale n.3 del 2006, un piano di acquisizione e di valorizzazione del compendio immobiliare di proprietà della Società Mineraria Baritina di cui alle premesse, al fine di riqualificare e rilanciare l’utilizzo dell’area produttiva collocata sul lato Ovest della SS 237 e di portare a definitivo compimento il progetto di recupero idraulico ed ambientale nella parte compresa fra il lato Est della strada statale e il fiume Chiese includendo nello stesso anche la rinaturazione della Fossa Granda di Darzo;

Questo l’emendamento sottoscritto da Alex Marini ed Achille Spinelli tramite il quale è stata approvata la proposta di ordine del giorno:

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