Nel dicembre scorso il M5S ha depositato un’interrogazione per fare il punto sulla situazione ormai annosa della contaminazione da PFAS della falda acquifera che corre da Borgo Chiese al Lago d’Idro, nel Trentino sudoccidentale. La risposta dell’assessore Tonina è arrivata in questi giorni. Detto in parole povere, l’attività di verifica prosegue, certezze non ce ne sono e le istituzioni sono in ritardo clamoroso anche se si parla di una situazione potenzialmente molto pericolosa per la salute dei cittadini.
In sostanza: (1) i controlli, che vanno ormai avanti da anni, proseguono; (2) la modellazione della falda, realizzata dall’Università di Trento dando esecuzione ad una proposta del M5S, è stata realizzata ma è ritenuta non soddisfacente ad individuare le cause della contaminazione, per cui l’Università si propone di effettuare nuove simulazioni utilizzando i dati dei controlli i quali però (vedasi punto 1) sono ancora in via di completamento, se tutto andrà bene si saprà qualcosa entro fine 2023; (3) non si sa chi o cosa abbia provocato la contaminazione della falda; (4) per quanto riguarda l’acquedotto che dovrebbe mettere in rete il Comune di Storo eliminando il rischio di attingere acqua contaminata dalla falda, si procede a lotti e ci vorranno anni perché sia terminato.
È da prima dell’inizio della legislatura (5 anni) che si sa degli PFAS in falda nel basso Chiese. Da allora si è lavorato con estrema lentezza e se il M5S non avesse denunciato la situazione c’è da dubitare che si sarebbe fatto il poco che si è visto. Siamo di fronte ad una completa sottovalutazione della situazione e, visto che gli uffici non hanno finito il lavoro e non si sa nemmeno da dove venga la contaminazione, ci dobbiamo chiedere con che serietà l’assessore all’ambiente Tonina sia andato sui giornali a dire che va tutto bene e che gli PFAS uscirebbero da una ex conceria.
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Segue il testo integrale dell’interrogazione 4177/XVI a risposta scritta del 05 dicembre 2022 “Conclusione dei sondaggi e delle prove stratigrafiche per la caratterizzazione ambientale nella piana tra Condino e Storo”. Nell’articolato si riportano le risposte, punto per punto, dell’assessore Tonina.
la mozione 39/XVI “Monitoraggio sulla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque del bacino del Chiese” del 28 novembre 2019 impegnava la Giunta provinciale a definire uno schema di accordo di collaborazione fra APPA e il Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università degli studi di Trento per la modellizzazione numerica quantitativa e qualitativa della falda nella piana di Storo a partire dalle risultanze della campagna freatimetrica del servizio geologico, dai dati di qualità in possesso della pubblica amministrazione provinciale e degli altri dati necessari per costruire il modello idrogeologico. La convenzione veniva siglata nelle settimane successive all’approvazione dell’atto politico di indirizzo e, l’11 giugno 2020, il Dipartimento di ingegneria dell’Università di Trento pubblicava un bando di selezione per il conferimento di n.1 assegno per la collaborazione all’attività di ricerca “Trasporto di contaminanti negli acquiferi eterogenei: applicazione di tecniche di intelligenza artificiale” ed avviava l’attività di ricerca subito dopo il conferimento dell’assegno;
nella risposta all’interrogazione 1814/XVI “Stato delle ricerche e delle valutazioni riguardo all’origine degli inquinanti presenti nelle acque del bacino del Chiese” fornita il 31 dicembre 2020 l’assessore provinciale all’ambiente specificava che il monitoraggio sui Pfas svolto da Appa nel 2018 su richiesta del Ministero dell’Ambiente (MATTM) aveva evidenziato una criticità alla foce del fiume Chiese nel lago d’Idro. Le indagini avevano permesso di ipotizzare il verosimile percorso della contaminazione: in falda risultava presente la molecola PFOS a basse concentrazioni che grazie ai pompaggi di varie utenze venivano recapitate nel rio Lora, affluente del Chiese, mentre l’origine presunta era individuata presso il sito della ex Fonderie Trentine di Condino – zona industriale, individuazione che avrebbe necessitato di conferma;
tra le soluzioni alternative di approvvigionamento idrico per uso domestico l’assessore spiegava che il Comune di Storo, con il supporto di GEAS, aveva individuato interventi prioritari atti a rendere l’acquedotto in grado di soddisfare le esigenze potabili dovendo fare a meno del pozzo Gaggio. Al Comune era stata anche prospettata l’espansione della rete di distribuzione per servire quegli edifici decentrati, come ad esempio il centro sportivo Grilli, che si approvvigionano autonomamente da pozzo;
nella risposta all’interrogazione 3014/XVI “Aggiornamento in ordine ai rilievi sulle concentrazioni inquinanti nella falda acquifera nell’area compresa fra i Comuni di Storo e Borgo Chiese” fornita il 9 novembre 2021 l’assessore specificava quanto segue: 1) non era stato ancora possibile stabilire la fonte esatta della contaminazione: a tal fine sarebbero servite le analisi sui terreni ottenuti con specifici carotaggi i cui lavori avrebbero dovuto essere messi a gara da APAC; i risultati di dette analisi avrebbero dovuto essere disponibili presumibilmente a inizio 2022; 2) anche la prosecuzione della modellazione idrogeologica della falda, sia per il flusso che per il trasporto, dipendeva dalla conclusione dei sondaggi atti a ottenere ulteriori informazioni, complementari a quelle già in possesso e necessarie al completamento dello studio: a tal fine l’intenzione era di estendere la scadenza dell’accordo di studio tra APPA e l’Università, fissata a giugno 2022, di almeno sei mesi;
nel febbraio del 2022 l’azienda Cericola Srl si aggiudicava i lavori di realizzazione dei sondaggi e delle prove stratigrafiche per la caratterizzazione ambientale nella piana tra Condino e Storo con un ribasso del 2,280% su una base d’appalto di 245.454,55 euro. L’obiettivo dei sondaggi era di individuare la fonte e la dinamica della contaminazione oltre che di fornire dati per le elaborazioni condotte dal dipartimento di ingegneria dell’Università di Trento;
con delibera 448 del 25 marzo 2022, la Giunta provinciale decideva di finanziare la sistemazione degli acquedotti del Comune di Storo abbassando la percentuale di finanziamento inizialmente concordata dal 90 all’80% e stanziando così 1.931.307,59 euro per realizzare la messa in rete dei vari acquedotti comunali, inclusi quelli di Ponte Caffaro e Bondone. Nello specifico, oltre alla razionalizzazione delle reti, alla loro manutenzione straordinaria dove si sono presentavano problemi di perdite, alla creazione di una nuova dorsale tra Lodrone e Storo per garantire lo scambio delle portate disponibili e il controllo dei flussi da e verso gli abitati di Darzo, Lodrone e Storo, l’obiettivo dei lavori era quello di estendere la rete esistente al servizio delle utenze allora escluse dal servizio idrico comunale, che si approvvigionano mediante pozzi privati;
in una recente intervista rilasciata alla stampa locale l’assessore provinciale all’ambiente Tonina ha dichiarato quanto segue: la situazione della contaminazione da Pfos la si conosce da anni ed è sotto controllo; sono state fatte tutte le verifiche sul sistema acquedottistico e non ci sono pericoli; sono stati fatti degli investimenti per 2 milioni di euro per migliorare la rete e dare la possibilità ai pochi che ancora utilizzavano acqua di pozzo di avere acqua di acquedotto; l’inquinamento è del passato; si tratta di una storia di 20-25 anni; probabilmente è partito tutto da un ex conceria; non risulta che la fonte della contaminazione sia l’ex fonderia («Ora abbiamo tutto sotto controllo. Ritardi dei controlli, colpa di Rossi» – Il Nuovo Trentino, 27 novembre 2022);
tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere
- in che data si sono conclusi i lavori dei sondaggi e delle prove stratigrafiche per la caratterizzazione ambientale effettuati dalla Cericola Srl e se sia stata prodotta una relazione illustrativa dell’attività e degli esiti finali;
risposta dell’assessore Tonina:
I lavori dei sondaggi, che prevedono la raccolta dei materiali carotati in cassette catalogatrici, il prelievo dei campioni per la caratterizzazione ambientale, la stesura delle stratigrafie, la posa di tubi piezometrici e l’esecuzione di prove di pompaggio in foro sono in corso di esecuzione e pertanto al momento non sono ancora stati completati.
- se vi siano aggiornamenti sull’andamento della ricerca condotta dal dipartimento di ingegneria dell’Università di Trento in ordine alla modellazione del trasporto di contaminanti negli acquiferi eterogenei, quando si prevede di portarla a termine e con che modalità si intenda divulgare i risultati;
risposta dell’assessore Tonina:
Il modello è stato generato ed è funzionante in una prima versione provvisoria, con la quale però l’Università di Trento ritiene di non poter eseguire simulazioni da cui trarre conclusioni affidabili: si è riservata di produrre una versione definitiva del modello a valle dell’inserimento delle informazioni desumibili dai nuovi sondaggi, in fase di completamento a inizio 2023, e dalle analisi sui terreni provenienti dalla zona di presunta contaminazione, che si completeranno parimenti a inizio 2023.
Con la versione definitiva del modello idrogeologico di flusso e di trasporto, verranno eseguiti vari scenari di propagazione e di utilizzazione della falda.
L’accordo attuativo di attività di ricerca e studio che l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha sottoscritto con l’Università in data 23 marzo 2021 è stato prorogato di 18 mesi in data 13 giugno 2022 (accoglimento prot. n. 0417363) stante la necessità di reperire ulteriori informazioni sulla struttura dell’acquifero e sulla distribuzione dei contaminanti nella presunta sorgente di contaminazione, pertanto la scadenza è stata ridefinita al 31 dicembre 2023.
Le modalità di rendicontazione e divulgazione non sono ancora state stabilite, senz’altro sarà generata una relazione tecnica come base per la rappresentazione dei risultati.
- se non ritenga di fornire chiarimenti rispetto al sito dal quale ha avuto origine la contaminazione da Pfos posto che inizialmente pareva che la fonte fosse una ex fonderia mentre le dichiarazioni più recenti hanno spostato l’attenzione su una ex conceria;
risposta dell’assessore Tonina:
Per quanto di competenza dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, non vi è ancora la certezza della sorgente di contaminazione: permane tuttavia l’ipotesi già espressa, che sarà confermata in funzione degli esiti delle analisi sui terreni
- se l’obiettivo di estendere la rete acquedottistica al servizio delle utenze escluse dal servizio idrico comunale di Storo e che si approvvigionano mediante pozzi autonomi come ad esempio il centro sportivo Grilli sia stato raggiunto e, in caso negativo, quali siano le iniziative e tempi per raggiungerlo.
risposta dell’assessore Tonina:
Il progetto denominato “Riorganizzazione delle reti di acquedotto a servizio del territorio comunale di Storo” è stato redatto ed approvato dal Comune in qualità di soggetto titolare del servizio idrico di acquedotto sul proprio territorio amministrativo ed è stato ammesso dalla Provincia a finanziamento sul fondo di riserva di cui all’art. 11 della l.p. n. 36/1993.
Il completamento dei lavori è stato definito in 720 giorni dalla data di avvio degli stessi; il Comune intende procedere per stralci successivi. Per quanto riguarda l’estensione della rete acquedottistica, il Comune ne prevede la realizzazione a partire indicativamente dalla primavera 2023
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