Referendum. Domenica a Cavalese hanno vinto l’intimidazione e la paura

Lo dico con grande tristezza. Il “suggerimento” a starsene a casa rivolto ai censiti dal sindaco del Comune fiemmese ha avuto successo inducendo buona parte della cittadinanza a non recarsi alle urne ad esercitare il proprio diritto al voto.

Il successo della strategia messa in atto da queste persone permette alcune importanti considerazioni. In primo luogo è chiaro come invitare i cittadini a disertare le urne per far saltare un referendum non vuol dire supportare le ragioni di chi si oppone al quesito referendario. Significa solo che si ha una gran paura di perdere e quindi si cerca di far saltare il tavolo senza giocare la partita. Un comportamento che si può a buon diritto definire vigliacco ed incivile.

In secondo luogo emerge chiaro il disprezzo in cui certi politici locali tengono i diritti dei cittadini, specie quando questi possono confliggere con le decisioni che essi hanno preso nel chiuso delle stanze del potere. Non pare esagerato constatare come queste persone appaiano più simili a signorotti medioevali che a pubblici ufficiali eletti in una Repubblica democratica. Giusto per confermare quest’impressione, loro ci hanno anche aggiunto “inviti” pubblici e privati al non voto, ben consapevoli del potenziale effetto intimidatorio che simili uscite possono avere in realtà piccole come quella di Cavalese, dove tutti conoscono tutti e solo i più coraggiosi non si curano del “rischio” (vero o presunto) di finire sul “libro nero” dell’amministrazione, dato che con numeri così piccoli è facile identificare chi si sia recato ai seggi e, avendo 9 elettori su 10 votato a favore del quesito, intuire la natura della preferenza espressa.

La terza ed ultima valutazione riguarda invece quella minoranza di persone con la schiena dritta che nonostante tutto hanno deciso di far sentire la loro voce, anche esprimendosi per il no. Hanno dato prova di autentica fiducia in una democrazia che può essere tale solo se è viva e partecipata mentre muore se diventa un simulacro vuoto utilizzato per giustificare qualsiasi scelta dei politici e delle lobby che ne indirizzano ogni azione.

A questi cittadini coraggiosi va il mio ringraziamento. A Cavalese bisogna ripartire da loro.

P.S. Segnalo che l’interrogazione parlamentare sul comportamento del sindaco di Cavalese è disponibile sul sito della Camera. Speriamo che il Governo gli faccia capire che in democrazia certi atteggiamenti non si confanno a chi riveste il ruolo di pubblico ufficiale.

Alex Marini (M5S)
Candidato alle elezioni della Provincia autonoma di Trento 2018
https://www.facebook.com/alexmariniM5S
Rassegna stampa:
20180924_Cavalese pochi votanti

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