Ci sono aggiornamenti importanti riguardo alla vicenda che ormai da tempo coinvolge i lavoratori delle ditte Waris e Schläfer con sede a Storo. Come potete leggere nella risposta all’interrogazione che avevo presentato lo scorso agosto (la 734/XVI), la controllata provinciale Trentino Sviluppo (TS) ha avviato le pratiche per chiedere e ottenere il recupero dei crediti dovuti dalle 2 imprese in questione, affitti non pagati per diverse decine di migliaia di euro. Allo stesso tempo sempre TS ha intimato lo sfratto a Schläfer, atto che avrebbe dovuto concretizzarsi entro il 15 gennaio scorso. Il tutto, va detto, è comunque oggetto di ricorsi in tribunale. Riguardo al sostegno da assicurare a dipendenti ed ex dipendenti delle 2 imprese invece la Provincia ricorda che potranno ottenere gli stipendi non pagati e le quote di Tfr cui hanno diritto grazie al fondo nazionale di garanzia dell’Inps, mentre TS e PAT sostengono di poter solo attivare un’azione di “stimolo e facilitazione” nei confronti delle banche affinché anticipino ai lavoratori quanto spetta loro (ma solo a patto che i sindacati di riferimento ne facciano richiesta). A queste notizie ne aggiungo io un’ultima: per quel che riguarda Waris, nel dicembre scorso l’impresa ha avanzato richiesta di concordato preventivo.
Non c’è ovviamente alcun piacere nel prendere atto di questo epilogo. La situazione di Waris e Schläfer tutti la conoscevano, e quelle che vediamo sono solo le conseguenze logiche della stessa. A mio giudizio fin dal principio si è scontato un errore da parte dell’ente pubblico che a fronte della possibilità di affittare i locali interamente rinnovati (a spese della collettività, ovviamente) di sua proprietà ad un gruppo di artigiani locali ha preferito costruire un bando che favoriva la soluzione che si è poi concretizzata, con tutto ciò che ne è seguito. Adesso restano da raccogliere i cocci (recuperare il denaro dovuto alle casse pubbliche) e soprattutto aiutare gli ex dipendenti da un lato a riavere gli stipendi e quant’altro non è ancora stato loro versato e dall’altro a favorirne il reinserimento lavorativo, possibilmente tramite una nuova assegnazione del capannone di Storo, una volta tornato nella disponibilità del proprietario. Nella speranza che la Provincia punti su imprese locali realmente connesse al tessuto economico sociale del territorio, guidate da imprenditori seri e responsabili.
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Risposta all’interrogazione 734/XVI:



Tranquillo Marini, hanno già trovato un’altra sistemazione alla faccia dei creditori. Ricomimcia la farsa per l’ennesima volta.
Ma la sede Waris in Turchia che rapporti ha con quella in Italia ? Waris Italia ha ricevuto finanziamenti ? Possibile che i prenditori che muovono le fila possono continuare ad aprire aziende che poi finiscono male ?
Tranquillo Marini, non importa il risultato, l’importante è crederci.
“con le volpi , bisognerebbe agire da volpi “
Non caverete un ragno dal buco. Auguroni cmq.