In Trentino l’educazione civica si fa con le parole e non con i fatti. La scorsa estate avevamo proposto che si investissero poche decine di migliaia di euro per sostenere lo studio dell’educazione civica nella nostra Provincia. L’emendamento che però era stato bocciato senza spiegazioni. Allora il M5S aveva presentato una lunga e dettagliata interrogazione con cui chiedeva ai governanti provinciali almeno di valutare la predisposizione di un libretto informativo per spiegare ai ragazzi delle elementari e delle medie il funzionamento e le possibilità offerte dagli istituti referendari locali e dagli altri strumenti di partecipazione. La risposta è arrivata qualche giorno fa… un paio di paginette scarse per ribadire che va tutto bene com’è adesso e tanti saluti.
Come vogliamo costruire cittadinanza attiva, consapevolezza dell’importanza del controllo popolare sulle decisioni della politica, generare capitale sociale e fiducia reciproca tra i cittadini se non educhiamo le giovani generazioni alla discussione democratica e non insegniamo i rudimenti degli istituti di partecipazione previsti (ma calpestati) dagli Statuti comunali, dalle leggi provinciali e regionali e dalle leggi nazionali?
Dal punto di vista di chi governa il Trentino semplicemente non si deve fare. Del resto sarebbe strano il contrario perché è anche dalla mancanza di senso civico e di controllo da parte della cittadinanza sulle loro azioni che questi signori traggono il sostrato culturale che poi traducono in consenso elettorale e quindi potere.
In questo senso la nostra battaglia deve essere combattuta su 2 piani differenti. Quello prettamente politico, per cambiare le regole istituzionali e facilitare il cambiamento, e quello sociale, perché i cittadini si rendano sempre più conto di come vengono subdolamente privati dei loro diritti. È dura ma ce la faremo!
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Interrogazione n. 638/XVI a risposta scritta del 27 giugno 2019: Realizzazione di un libretto illustrato sulle funzioni delle istituzioni locali e sugli istituti di democrazia diretta destinato alle scuole primarie e secondarie e relativa risposta:




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Risposta all’Interrogazione 638/XVI del 31 dicembre 2019:


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