I sindaci hanno ragione. La riforma del turismo di Failoni rischia di danneggiare il comparto in Valle del Chiese

Trovo del tutto condivisibile la presa di posizione dei sindaci e dei presidenti di Bim e Consorzio Turistico della Valle del Chiese in merito alla riforma del settore turismo voluta dall’assessore Failoni.

Che i rappresentanti del territorio chiedano di essere almeno ascoltati è sacrosanto come del resto lo è che domandino di procedere con più calma su questioni così delicate, specialmente a fronte del particolare momento storico che stiamo vivendo, che a sua volta avrà inevitabili conseguenze negative sul comparto dell’accoglienza.

Detto che il testo della riforma (ddl 53/XVI) è stato reso ufficialmente disponibile solo da pochissimo tempo, mi pare evidente come l’impianto proposto sia pensato per un mondo che non c’è più. In particolare l’idea di creare macro-aree turistiche finirà con l’avvantaggiare ancora di più la devoluzione di risorse verso gli ambiti più strutturati a scapito di quelli meno sviluppati che stavano faticosamente lavorando per risalire la china e che invece rischieranno di finire per fare la fine dei “parenti poveri” rispetto a quelli “ricchi”.

Un discorso che si applica perfettamente al caso della Valle del Chiese, che in questi anni ha ben operato dal punto di vista turistico puntando su un modello turistico basato su sport all’aria aperta, pesca, natura, cultura, tradizioni ed enogastronomia. Con la riforma Failoni il rischio concreto per la Valle del Chiese è che gli sforzi fatti sin qui vadano su per il camino, visto che pare inevitabile tutto verrà orientato alle esigenze del modello turistico della Val Rendena, a sua volta poco compatibile con quello chiesano.

In questo senso se proprio di macro-aree si doveva parlare avrebbe avuto molto più senso accorpare il Chiese all’Alto Garda e alla Val di Ledro, che con la Valle del Chiese hanno contiguità fisica, modelli turistici compatibili e opportunità di fare sinergia, si pensi ad esempio a sport come il canyoning o ai percorsi delle mountain bike. Una cosa simile del resto è stata giustamente fatta per le Giudicarie Esteriori.

Per la Valle del Chiese avrebbe molto senso puntare sul lago d’Idro e lavorare in una logica di integrazione interregionale con Bagolino, la valle Sabbia e la Valvestino. Buttiamo al vento milioni di euro di soldi pubblici per finanziare opere inutili e sperperi di vario tipo come quelli programmati con il Fondo Comuni Confinanti ma non riusciamo a costruire una strategia turistica coordinata con i nostri vicini di casa. È assurdo essere accorpati a soggetti lontani e diversi da un disegno di legge calato dall’alto senza che sia considerata la peculiarità dei territori e delle genti vivono sulle rive del fiume Chiese. Dobbiamo andare oltre il centralismo provinciale e lavorare per lo sviluppo delle comunità locali, anche quelle periferiche, per valorizzare i loro punti di forza e le loro virtù. Con poco si potrebbe ottenere molto.

Purtroppo l’impressione che si ha leggendo la riforma del turismo voluta da Failoni è che la Valle del Chiese sia stata inserita con la Rendena e la Val di Sole più per garantire “massa critica” a queste ultime che per dare risalto alle potenzialità inespresse del territorio chiesano.

2 Replies to “I sindaci hanno ragione. La riforma del turismo di Failoni rischia di danneggiare il comparto in Valle del Chiese”

  1. Solo un appunto
    Il compianto maestro Basilio Mosca, nei primi anni 2000 proponeva l’Ecomuseo delle convalli garibaldine (valle del Chiese e valle di Ledro) al quale sarebbe naturalmente seguita l’unificazione anche in ambito turistico.
    Ma la proposta non incontrò il favore di chi in quel tempo avrebbe dovuto e potuto intraprendere quel percorso.
    Preveggenza del maestro Mosca o insufficiente visione programmatica degli amministratori d’allora?
    Amara considerazione: siamo in perenne rincorsa di proposte e iniziative che altri realizzano prima e meglio di noi.

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