Attraversamenti animali selvatici: approvato ordine del giorno per applicare la tecnologia Margine per ridurre il numero degli incidenti sulle strade del Trentino

Grazie a una proposta del M5S i servizi provinciali Foreste e Fauna e Gestione Strade rafforzeranno l’impegno a prevenire il numero e la gravità degli incidenti stradali causati dall’attraversamento degli animali selvatici. In particolare verranno rafforzate le collaborazioni già in essere per promuovere la revisione degli strumenti operativi di dissuasione a disposizione delle strutture provinciali.

L’impegno approvato dal Consiglio provinciale prevede di verificare l’applicazione sul territorio trentino delle nuove soluzioni tecnologiche disponibili o in fase di realizzazione nel campo della ricerca come ad esempio quella sviluppata con il progetto Margine.

Ricordando che ogni anno gli animali investiti in Trentino sono svariate centinaia (qui il dettaglio e qui la mappa) e che il problema riguarda naturalmente l’intero arco alpino, l’impegno prevede inoltre di valutare la possibilità di partecipare a progetti nell’ambito della tutela della fauna selvatica e della promozione dell’immagine di naturalità e di convivenza uomo-animale nel quadro delle iniziative Alpine Space.

Dopo diversi tentativi di portare la proposta all’attenzione dell’Aula siamo riusciti non solo a discuterla ma soprattutto a farla approvare, grazie anche alla disponibilità dell’assessora competente Zanotelli e dei funzionari provinciali al servizio dei lavori. Questo risultato è per noi motivo di grande soddisfazione per un duplice motivo. Il primo è che questa iniziativa potrebbe ridurre in misura significativa il numero degli abbattimenti e i danni a cose, uomini e animali sulle strade trentine. Il secondo è che tale scopo può essere perseguito valorizzando gli esiti finali del progetto Margine, una tecnologia sviluppata dal laboratorio di ricerca Eledia dell’Università di Trento con il contributo di tecnici e ricercatori trentini. 

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Segue il testo integrale della proposta di ordine del giorno 147/51/XVI collegata al disegno di legge n. 51/XVI di iniziativa giuntale “Modificazioni della legge provinciale sulla ricerca 2005”
* APPROVATA con un emendamento che riformula i due punti del dispositivo – a piè di pagina il testo dell’emendamento) e convertita nell’ordine del giorno 259/XVI “Nuove soluzioni tecnologiche nell’ambito delle tutela faunistica”

Titolo originario della proposta originaria:
Applicazione di una nuova tecnologia con l’ausilio della fondazione Hub innovazione Trentino

Il disegno di legge n. 51/XVI di iniziativa giuntale propone una serie di modifiche alla legge provinciale sulla ricerca del 2005. In generale lo scopo enunciato dalla giunta provinciale nel proporre al Consiglio questo Ddl è quello di migliorare l’attività di ricerca nella nostra Provincia garantendo tassi di trasferimento tecnologico e innovazione che costituiscano un vantaggio competitivo per l’intero sistema trentino;

a testimonianza di quanto riportato al paragrafo precedente si cita ad esempio l’Art.1 del disegno di legge n.51/XVI, che dopo la lettera c) del comma 2 dell’articolo 1 della legge provinciale sulla ricerca 2005 va a inserire quanto segue: “c bis) promuove attività di trasferimento tecnologico e innovazione soprattutto nei settori di interesse prioritario per lo sviluppo provinciale, anche per ottenere il riconoscimento a livello nazionale e internazionale.”;

“i boschi in Trentino ricoprono una superficie di 390.463 ettari, pari al 63% del territorio provinciale” (Le Foreste in Trentino https://forestefauna.provincia.tn.it). Risulta pacifico come tali estensioni boschive siano popolate da una fauna numerosa e variegata;

“la tutela della fauna è disciplinata dalla legge provinciale. La diversità ambientale del Trentino porta alla presenza di una varietà di specie animali, tra le quali molte sono caratteristiche dell’ambiente alpino, come – solo a titolo di esempio- il camoscio alpino, lo stambecco, e l’orso bruno alpino” (sito istituzionale del Servizio Foreste e Fauna della Provincia);

è indubbio come queste caratteristiche ambientali e faunistiche contribuiscano in maniera determinante a definire la tipologia di offerta turistica sviluppata nella Provincia di Trento e ricoprano pertanto un fattore importante di sviluppo economico per la stessa. A titolo di esempio per sostanziare quanto affermato e senza alcuna pretesa di esaustività di seguito si segnala quanto riporta il popolare sito internet “Turismo.it”: “La tipica formazione vegetale del Trentino-Alto Adige è il bosco di conifere (abeti bianchi e rossi, larici, pini silvestri), opportunamente curato e sorvegliato, nonostante l’impatto spesso negativo del turismo. Nella fascia inferiore prevalgono le faggete e più in basso, là dove naturalmente non si stendano le coltivazioni, i castagneti e i querceti; la mitezza climatica del lago di Garda consente addirittura la presenza, lungo le sue rive, di specie tipicamente mediterranee, come il leccio, l’alloro e l’ulivo. Ma non meno celebri dei boschi sono i tappeti erbosi di prati e pascoli, con la loro fioritura multicolore di rododendri, primule, genziane, campanule e altri fiori alpini, che in certe aree, come l’Alpe di Siusi (Alto Adige), formano distese compatte sino ai 2.000 metri di quota. Anche la fauna alpina è più abbondante in Trentino-Alto Adige che in altre regioni italiane. Il camoscio e il capriolo sono frequenti; si hanno inoltre la marmotta, la lepre, lo scoiattolo e varie specie di uccelli (gallo cedrone, francolino, lucherino). Sopravvive anche, nei boschi dell’alta val Rendena, nel Parco regionale dell’Adamello-Brenta, una piccola colonia di orsi bruni” (scheda di presentazione territoriale del Trentino Alto Adigehttp://www.turismo.it);

stabilita la rilevanza ambientale ed economica della presenza di boschi e relativa fauna per il territorio trentino risulta del tutto evidente come il sostegno alla ricerca e all’innovazione applicate ad una migliore gestione di tali ambiti risultino perfettamente in linea con gli scopi che il disegno di legge 51/XVI si prefigge di realizzare;

l’Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e fauna ha la competenza di gestire la raccolta dei dati relativi al rinvenimento e all’abbattimento fortuito della fauna selvatica ai sensi dell’art.26 della Legge provinciale 9 dicembre 1991, n. 24 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia”;

risulta che negli ultimi dieci anni il numero delle comunicazioni in merito all’investimento di animali selvatici sulle strade trentine abbia avuto un andamento piuttosto regolare per quanto riguarda il totale dei capi investiti ma un trend in aumento per quanto riguarda gli ungulati (vedi tabella allegata);

facendo ad esempio riferimento all’anno 2018 è stato comunicato alle autorità l’investimento di 584 caprioli, 218 cervi e 9 cinghiali. Significativo anche il numero di comunicazioni per l’investimento di tassi e di volpi, rispettivamente 49 e 34;

è pacifico che l’investimento di un animale selvatico comporti danni agli equilibri della fauna in generale. Tuttavia a riportare danni in questo genere di accadimenti è senza dubbio anche l’uomo, considerato che in non pochi casi gli incidenti generati dall’attraversamento degli animali selvatici hanno effetti mortali o finiscono col causare disfunzioni permanenti ai conducenti dei veicoli e/o ai loro passeggeri. Tale constatazione peraltro non tiene conto dei danni alle automobili, al netto del fatto che la copertura assicurativa per gli investimenti della fauna selvatica è stata cancellata dalla Provincia negli anni scorsi, il che rappresenta un costo economico che va ad aggiungersi a quelli ambientali, individuali e sociali previamente descritti;

in Trentino tutte le direttrici stradali sono sostanzialmente interessate dal fenomeno degli attraversamenti della fauna selvatica ma esistono tratti particolarmente pericolosi che danno luogo ad un numero di episodi particolarmente elevato. Si pensi ad esempio agli investimenti sulla SS47 tra Strigno e Grigno o alla SS237 del Caffaro nel tratto compreso tra il Comune di Storo e l’abitato di Cimego del Comune di Borgo Chiese. Tuttavia, anche in strade meno trafficate il fenomeno determina situazioni di alto rischio. È infatti vero che gli incidenti su tali direttrici stradali sono minori per numero ma appare evidente come ciò avvenga per il semplice fatto che sulle strade delle valli periferiche transitano meno veicoli, non certo perché non vi siano animali che attraversano le strade;

in alcune aree del Trentino si è proceduto con la progettazione e la costruzione di sottopassi dedicati al passaggio degli ungulati. In altre tuttavia tali interventi non sono stati né previsti né realizzati. È quindi chiaro come risulti necessario procedere con una strategia di più ampio respiro che non consideri solo interventi infrastrutturali ma anche gestionali al fine di ridurre i rischi per la fauna e per la salute degli umani;

il Centro di Ricerca ELEDIA (http://www.eledia.org/) è una rete internazionale di laboratori di ricerca, di cui uno situato anche presso l’Università di Trento, Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione, che affronta attività di ricerca nell’ambito dell’ingegneria avanzata e della scienza con particolare attenzione all’analisi e alla sintesi basata sull’ottimizzazione e alla progettazione di sistemi avanzati, architetture, metodologie, tecniche e dispositivi per comunicazioni wireless, rilevamento, localizzazione, monitoraggio e trasferimento di energia applicati alla trasmissione di informazioni, energia, città intelligenti e ambiente, ingegneria civile e protezione, gestione delle situazioni di emergenza, agricoltura di precisione, biomedicina e internet senza fili;

all’interno delle attività svolte da ELEDIA, tra il 2011 e il 2017, si nota il progetto MARGINE, il quale, come si apprende dal sito (http://www.eledia.org/showcase/margine/), si è proposto originariamente come rilevazione degli attraversamenti e come soluzione al problema di assuefazione alla segnaletica stradale statica. Tipicamente l’attenzione alla segnaletica si riduce con il passare del tempo e con la continua esposizione alla stessa, anche nel caso di segnaletica luminosa che nella maggior parte dei casi viene attivata quando un automobilista si trova nelle vicinanze del cartello. Nella fase iniziale era stato quindi pensato per consentire l’interazione con la segnaletica stradale luminosa, permettendo la diversificazione del segnale rappresentato in base all’evento rilevato, ad esempio: segnale fisso in caso di pericolo imminente, segnale lampeggiante in caso di ridotto pericolo di attraversamento stradale, segnale spento in assenza di rilevazione di movimenti nell’area monitorata. Successivamente, per l’impossibilità di monitorare simultaneamente l’intera rete stradale e per il rischio di incorrere in problemi nella gestione dei servizi, è emersa la possibilità di utilizzare la tecnologia per finalità diverse;

la sperimentazione si è sviluppata su tre fasi: scouting per la scelta degli strumenti e dei sensori da utilizzare (sono stati esclusi i sensori basati su tecnologia ultrasuoni e infrarosso ed è stata individuata la tecnologia radar); costruzione del prototipo utilizzabile (palina di plastica che integra radar, batteria, circuito integrato e pannello fotovoltaico e da utilizzare a bordo strada) dal costo unitario di circa 100 Euro; verifica della funzionalità in un tratto di strada di 300 metri tra Predazzo e Cavalese (fonte: http://www.eledia.org/showcase/margine/test-sites.xhtml);

i test con una telecamera sulla strada hanno dimostrato di avere un numero ridotto di falsi negativi e il che depone a favore del corretto funzionamento del sistema. In particolare si prevede l’impiego di un dispositivo radar Doppler dal costo di poche decine di euro, il quale permette di acquisire informazioni su velocità, distanza dell’oggetto e tipologia o direzione di movimento. I dati finali sui circa 15 mesi di rilevamenti hanno dimostrato un successo di circa l’80% degli attraversamenti correttamente rilevati e hanno permesso un utile aggiornamento del software utilizzato per l’elaborazione dei dati impiegando una quantità di energia minima, ottenuta tramite un piccolo pannello fotovoltaico applicato alla palina che ne garantisce l’autonomia energetica;

il potenziale derivante dallo sviluppo e dall’utilizzo di questa tecnologia appare notevole, sia per via dell’attenzione e dei buoni effetti sulla tutela della fauna e della salute pubblica sia in termini di programmazione e progettazione strategica per la raccolta dei dati sugli attraversamenti reali (non solo quelli rilevati dalle comunicazioni sugli investimenti) al fine di aggiornare le mappe di rischio, senza contare la probabile buona ricaduta d’immagine che l’implementazione di queste pratiche virtuose potrebbe ingenerare a favore del Trentino;

implementare la tecnologia di cui sopra permetterebbe di aggiornare e di arricchire i contenuti della mappa di rischio derivante dagli attraversamenti non solo in funzione del numero degli incidenti ma anche del numero degli attraversamenti senza conseguenza che avvengono nelle strade meno trafficate. Un adeguamento delle mappe in tale direzione consentirebbe di impiegare misure di prevenzione e informazione da parte del Servizio Gestione Strade più efficaci e mirate da aggiungere alla segnaletica al fine di ridurre gli incidenti e di conseguenza i danni alla fauna selvatica e agli umani, rafforzando nel contempo l’immagine del Trentino come territorio leader per l’offerta turistica legata ai temi del rispetto della natura, degli animali e dell’ambiente;

il Programma Alpine Space è un programma europeo di cooperazione transnazionale per la regione alpina. Fornisce l’interfaccia per facilitare la cooperazione fra gli esponenti di riferimento nei settori economico, sociale e ambientale in sette Paesi alpini, oltre che a vari livelli istituzionali come: il mondo universitario, l’amministrazione, il settore degli affari e dell’innovazione e quello della politica. Il Programma è finanziato attraverso l’ “European Regional Development Fund” (ERDF) oltre che tramite al cofinanziamento pubblico e privato degli Stati partner. Nell’attuale periodo di programmazione, 2014-2020, il Programma sta investendo 139 milioni di euro in progetti attraverso cui gli attori chiave sviluppano soluzioni condivise per problemi alpini diffusi. Il tasso di cofinanziamento dell’ERDF è dell’85% per i partner provenienti da Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia. I campi di cooperazione tematica sono predefiniti per ogni periodo di programmazione di sette anni, durante i quali vengono lanciate numerose richieste per proposte di progettazione;

il periodo di programmazione 2021-2027 del Programma Alpine Space ha preso il via nell’anno 2019 e risulta essere attualmente ancora in corso di definizione. A tal riguardo si specifica come la partecipazione a detto Programma potrebbe essere per il Trentino un’ottima opportunità per introdurre e finanziare progetti di sviluppo territoriale all’insegna della naturalità e della convivenza uomo animale del tutto coerenti con le caratteristiche di innovazione e sostenibilità garantite dall’applicazione della tecnologia introdotta dal Progetto MARGINE;

sulla base di quanto sino a qui illustrato appare quindi evidente come l’utilizzo della tecnologia sviluppata dal progetto MARGINE risulti innovativa e trovi applicazione in un settore prioritario per lo sviluppo provinciale, potenzialmente dando luogo anche a riconoscimenti di carattere nazionale e internazionale per un’iniziativa che trova origine in Trentino e come pertanto essa meriti di trovare applicazione e sostegno da parte dell’ente pubblico;

tutto ciò premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta

  1. ad aggiornare il programma triennale di attività della fondazione Hub innovazione Trentino includendo progetti di ingegnerizzazione della tecnologia sviluppata dal progetto MARGINE, anche valutando la sottoscrizione di convenzioni con soggetti pubblici e/o privati capaci di garantire l’applicazione concreta di detta tecnologia al territorio trentino e più in generale a quelli che presentino caratteristiche ad esso assimilabile;
  2. tramite la collaborazione fra Servizio Foreste e Fauna Servizio Strade, a individuare aree affette da particolare pericolosità per l’esplicarsi del fenomeno degli attraversamenti faunistici in cui dare impiego pratico alla tecnologia del progetto MARGINE; 
  3. ad attivare progetti nell’ambito della tutela della fauna selvatica e della promozione dell’immagine di naturalità e di convivenza uomo-animale nel quadro delle iniziative Alpine Space.

Le premesse non sono state approvate mentre i tre punti del dispositivo originario sono stati sostituiti dai seguenti 2 come da emendamento che segue:

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