Piovra alpina: il nome che il Decreto Nordio ci nega

In considerazione del terremoto giudiziario che in questi giorni ha scosso il Trentino-Alto Adige/Südtirol ho ritenuto di aprire una riflessione sul rapporto tra garantismo e trasparenza e sul senso di dare un nome ai procedimenti giudiziari.

Nel quadro della “Riforma Nordio” è stata eliminata la possibilità di attribuire nomi simbolici alle operazioni di polizia. Obiettivo dichiarato: tutelare la riservatezza degli indagati e il principio di non colpevolezza, evitando sensazionalismi (art.5, co.3-ter dlgs 106/2006). Se questa scelta punta a garantire sobrietà, rischia però di limitare la capacità del pubblico di comprendere il significato sociale di certi fenomeni criminali, oltre le implicazioni penali. Il ministro Nordio si concentra sul garantismo, ma ciò non deve tradursi in una perdita di trasparenza. Dare un nome alle inchieste può aiutare a rendere più visibili problemi reali che toccano la vita quotidiana.

Con un gruppo di amici, abbiamo riflettuto sul recente terremoto giudiziario in Trentino-Alto Adige/Südtirol (9 arresti, 77 indagati, coinvolgimento di colletti bianchi e politici). Per sintetizzare questo scandalo, abbiamo scelto Piovra alpina come nome evocativo, superando le proposte “Riva del Gabbia” e “Enigma Signa.” Una scelta che evidenzia l’urgenza di non perdere il legame tra giustizia e società.

5 Replies to “Piovra alpina: il nome che il Decreto Nordio ci nega”

  1. Caro Alex Marini ho sentito di recente che il Movimento è intenzionato a fare squadra assieme al gruppo Onda Civica e Rifondazione, cosa che condivido pienamente proprio per fare argine anche a questi pericolosissimi episodi di corruzione con forze che hanno cura di portare un po’ di credibilità alla situazione politica e sociale del nostro territorio.

  2. “Enigma Signa” è tra una allitterazione e uno sciogli-lingua, “Riva de gabbia” ha una punta di sarcasmo giustizialista; entrambi appaiono, ad uno come me, un po’ auto-compiaciuti, come esercizi di arguzia.
    “Piovra Alpina” mi piace, perché è sobrio e scioccante nello stesso tempo.Correlare un animale marino con le Alpi rende molto bene il fatto che siamo di fronte a qualcosa che -almeno i più- non immaginano e sentono come alieno: il metodo mafioso.Ebbene sì, è così: siamo di fronte a qualcosa di alieno, che però c’è, si è insediato e prima se ne ha consapevolezza meglio è per tutti.A questo deve servire un nome simbolico: a disvelare e far comprendere.Dio benedica chi scelse “mani pulite”, perché mise bene in evidenza il valore da tutelare, un qualcosa che tutti pretendiamo da chi ci tassa e si occupa della nostra vita: l’onestà. E mise anche in evidenza che a dissanguare lo Stato erano proprio mani che non si sporcavano di sangue, mani pulite, colletti bianchi.Una sintesi folgorante, che istruì ed educò moralmente milioni di ignari cittadini.Mi complimento dunque per questa scelta. I Trentini onesti si sentono offesi dall’accostare la mafia al loro territorio, e umanamente li comprendo, perché non c’è mai stata, ma le cose cambiano e queste cose sono cambiate in sordina. Non dobbiamo però restare sordi; e allora un colpo di cannone (mediatico) deve poter rimbombare nelle menti

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