È arrivata in questi giorni la risposta alla nostra interrogazione (256/XVI) riguardo all’esito del contenzioso legale fra la Provincia e la RTI Damiani-Holz&Ko per la realizzazione del nuovo municipio di Nago-Torbole.
Riassunto delle puntate precedenti. Dopo che il TAR aveva dato ragione a Provincia e Comune, il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza, valutando l’offerta di RTI Damiani-Holz&Ko migliore di quella dell’impresa cui è stato affidato l’appalto, cioè la MAK Costruzioni. Per farla breve, si è ritenuto che la cattiva presentazione di un documento (la Lista lavorazioni e forniture di cui all’Allegato economico) fosse stata determinata sulla base di un comma illegittimo del regolamento provinciale in materia di lavori pubblici. Prima che venisse emanata la sentenza il Comune di Nago-Torbole aveva però proceduto con l’affido dei lavori, respingendo sia il suggerimento dell’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti ad attendere la fine del contenzioso prima di procedere che una mozione presentata al consiglio comunale di Nago-Torbole con cui si chiedeva di sospendere l’iter di appalto in autotutela per evitare grane maggiori in caso di sconfitta al Consiglio di Stato. Circostanza puntualmente verificatasi, col sindaco di Nago-Torbole che a quel punto ha ben pensato di dichiarare: «Anche il Comune è vittima di Apac, i giudici hanno disapplicato un provvedimento provinciale sulle opere pubbliche. Le spese legali dovrebbero essere pagati per intero dalla Provincia» (L’Adige, 16.02.2019).
La domanda. Avevamo chiesto al presidente della Provincia come intendesse tutelare gli interessi dell’ente che presiede a fronte alla sentenza del Consiglio di Stato e delle dichiarazioni del sindaco di Nago-Torbole.
La risposta di Fugatti. Secondo il presidente Fugatti, il Comune non ha alcun diritto a rimborsi poiché la sentenza del Consiglio di Stato specifica che le spese legali del doppio grado di giudizio vanno pagate “con ripartizione uguale nei rapporti interni”. Fugatti specifica anche che in primo grado di giudizio il Tar di Trento aveva dato ragione alla Provincia e che la sentenza del Consiglio di Stato ha fatto modificare il regolamento provinciale in materia di lavori pubblici, abrogandone l’art. 57 comma 6, che era stato applicato dagli uffici provinciali per respingere la richiesta di RTI Damiani-Holz&Ko.
La morale. Nago-Torbole e la Provincia Autonoma di Trento dovranno suddividersi le spese legali. Le dichiarazioni del sindaco di Nago-Torbole sulle colpe della Provincia appaiono però quanto meno incaute, ed è certo che dovrà pagare anche il suo Comune. Esiste poi la possibilità che la ditta RTI Damiani-Holz&Ko decida di rivalersi ulteriormente sull’ente pubblico per essere stata esclusa ingiustamente dall’appalto del municipio del Comune gardesano. Se ciò dovesse accadere e l’ente pubblico fosse nuovamente sconfitto la responsabilità diretta della maggioranza comunale di Nago-Torbole sarebbe pesantissima, avendo quest’ultima deciso di procedere e poi di non sospendere l’appalto dei lavori del nuovo municipio nonostante pareri e mozioni in questo senso. Resta infine un fatto chiaro. Quando l’ente pubblico deve pagare di solito i soldi vengono presi dalle tasse dei cittadini e non possono quindi essere utilizzati per realizzare cose utili, chi amministra dovrebbe ricordarselo sempre, agendo con prudenza invece di considerare questo andazzo come una franchigia che permette di agire senza curarsi troppo delle conseguenze.
Fonte immagine principale: Giornale Trentino del 03.03.2019 “A Nago Torbole si rischia di pagare anche i danni”
Segue immagine della risposta (256/XVI):