Come oggi riportato da tutti i quotidiani locali trentini (qui Il Dolomiti), Vittorio Sgarbi è tornato a minacciarmi di querela, atto cui vorrebbe aggiungere un azione civile. A quanto leggo, il politico eletto in Parlamento con Forza Italia ritiene che io abbia scritto “mentendo” che lui ha conosciuto e tessuto rapporti col presidente Fugatti in Parlamento. In effetti l’ho scritto… ma al condizionale e rifacendomi ad un ben preciso articolo di stampa del 15/02/2019 in cui, riguardo a quella che era allora una indiscrezione sulla sua nomina al Mart, è scritto “Sgarbi, che conosce bene Fugatti dai tempi della medesima frequentazione sui banchi del Parlamento, era stato in visita nella struttura disegnata da Botta subito dopo l’Epifania” (Trentino, 15.01.2019).
Si tratta in ogni caso di un dettaglio. Il punto che volevo sollevare non era certo se Sgarbi avesse conosciuto o meno Fugatti in Parlamento quanto spiegare la mia contrarietà verso la sua nomina a presidente del Mart di Rovereto, che ritenevo, e ritengo, inopportuna anche perché dettata da ragioni eminentemente politiche. Per inciso, anche quest’ultima convinzione è in gran parte corroborata da un articolo di stampa dell’estate scorsa (06/08/2018) in cui Sgarbi si diceva pronto ad “assecondare il destino” creando una lista da schierare a favore di Fugatti per dare la possibilità agli elettori di Forza Italia di scegliere fra lui e Micaela Biancofiore e definiva la propria lista come uno “stimolo” per indurre quest’ultima a rientrare al seguito di Fugatti, aggiungendo che se quest’ipotesi si fosse realizzata la lista avrebbe potuto restare lo stesso, cito, “per portare un elemento culturale, fare dei comizi e parlare del Mart da riportare a una dimensione internazionale, oppure di progetti per il Palazzo delle Albere, di Castel Valer e Castel Caldes. Sono pronto a dialogare e proporre la lista anche ad altri amici trentini come Mauro Ottobre e la sua Autonomia dinamica e persino a Franco Panizza. Per vincere si deve stare nel centrodestra” (L’Adige, 06.08.2019).
Ora Sgarbi sostiene “di aver visto Fugatti la prima volta solo il giorno in cui si è dimesso” (si intende dal Parlamento), cosa avvenuta parecchi mesi dopo l’intervista di cui sopra. Lascio a ciascuno la valutazione in merito alla credibilità di tale affermazione. Mi limito però ad osservare che il progetto politico da lui delineato ad agosto 2018 pare assai definito mentre ci viene chiesto di credere che esso sia stato lanciato mezzo stampa senza che l’estensore Sgarbi avesse mai nemmeno conosciuto il recipiente di tutte queste attenzioni ovvero Fugatti. Al tempo stesso Sgarbi accusa me di mentire quando mi limito a riportare una circostanza scritta su un quotidiano che all’epoca della pubblicazione Sgarbi non si curò affatto di smentire.
Sgarbi non è l’unico ad aver minacciato querela. L’ho fatto anch’io nei suoi confronti per avermi variamente insultato. A suo avviso sarei un “inetto”, “lautamente pagato” per la mia “assoluta incompetenza”, un “depensante” (cioè un soggetto privo della capacità di pensare con la propria testa preferendo conformarsi alle idee di altri), uno che si arricchisce grazie alla propria palese mancanza di competenza e un “onanista, con la destra e con la sinistra” perché porterei argomenti inconsistenti. Non credo serva spiegare come questi siano insulti belli e buoni. Di per sé essi mi lasciano indifferente, poiché qualificano una volta di più chi li esprime, per di più con immotivata magniloquenza. Come mi è stato fatto notare, la questione però non riguarda solo me, ma anche il ruolo che ricopro e i cittadini che si riconoscono nella mia azione politica. Per questo ho proposto un sondaggio on-line su come procedere. I voti sono stati 540, l’81% dei quali a favore della querela. Pur non amando per niente l’idea di finire a parlare di queste cose in tribunale, cosa che porterà via tempo ed energie alla mia attività politica, sto quindi vagliando nei dettagli l’azione legale, che procederò a depositare non appena terminata.
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