L’estate non è ancora iniziata ma sulle strade del Trentino è già iniziata la tragica conta dei motociclisti vittime di incidenti mortali. Sono già troppi, 2 solo domenica scorsa, più altri 4 nelle 2 settimane precedenti. Persone uscite di casa per visitare le bellezze naturali della nostra Provincia che tragicamente non faranno più ritorno dai loro cari.
È brutto dirlo ma i motociclisti che affollano le nostre strade si dimostrano spesso indisciplinati, corrono e poi si trovano a dover fare i conti con una viabilità che invece richiederebbe prudenza. I risultati sono purtroppo sotto gli occhi di tutti.
I controlli non sempre si rivelano efficaci a dissuadere queste condotte.
Domenica scorsa ad esempio percorrevo la statale 240 di Loppio e Val di Ledro. Come si può osservare dalla fotografia scattata da mia moglie Melinda, sulla strada numerosissime moto sfrecciavano veloci effettuando sorpassi al limite. All’altezza della cascata d’Ampola c’era un posto di blocco dei vigili, che però non riusciva a fungere da deterrente. I centauri infatti si segnalavano con le mani la sua presenza, rallentando solo nelle sue vicinanze per poi riprendere a correre come dei forsennati. Si tratta di un esempio, ma temo che sia di fatto la norma. Le forme di prevenzione che riusciamo a mettere in campo non stanno funzionando e il conto si paga in morti.
L’episodio di domenica, unito ai dati sui decessi stradali mi ha portato a presentare un’interrogazione a risposta rapida al presidente Fugatti, chiedendogli di mettere in campo iniziative per stimolare una guida più responsabile e iniziative volte a realizzare controlli più efficaci sui motociclisti meno disciplinati.
Mi fa piacere poter dire che il presidente ha raccolto la mia sollecitazione segnalando alcune iniziative già in cantiere (l’installazione di cartelli bifacciali con messaggistica speciale per sensibilizzare i centauri, limite dei 60 km orari su strade e passi dolomitici, nuove postazioni di controllo) e riconoscendo come i numeri già altissimi debbano indurre tutti a riflettere.
Bisogna intervenire con decisione, perché ogni vita umana è inestimabile mentre i costi economici e morali degli incidenti sono altissimi. Il Ministero dei Trasporti ad esempio valuta in 1,6 milioni di euro il costo medio di un singolo incidente stradale mortale. In Trentino abbiamo tanti strumenti e tante risorse, usiamoli bene e facciamo quel che serve per porre rimedio alla piaga delle morti su strada (video interrogazione e risposta di Fugatti e replica).
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Segue testo integrale dell’interrogazione a risposta orale 570/XVI del 10 giugno 2019 “Azioni di sensibillizzazione per una guida responsabile da parte dei motociclisti e potenziamento dei controlli”:
Con l’arrivo della stagione calda è aumentato anche il numero delle motociclette attive in Trentino. Particolarmente frequentate dai motociclisti, le strade dei passi dolomitici ma anche tutti i percorsi stradali che collegano le valli con i grandi centri urbani della provincia e con le regioni limitrofe. Le esternalità negative derivanti da questo fenomeno sono rappresentate dalla rumorosità, dalle emissioni dei gas di scarico e dagli incidenti che spesso provocano danni permanenti o decessi. Al costo economico derivante dal danno alle cose si aggiungono anche i danni sociali e biologici (fisico e psicologico) subiti dalle vittime e dalle loro famiglie. A tal riguardo si interroga la giunta per sapere se intenda mettere in campo iniziative di sensibilizzazione al fine di stimolare una guida più responsabile e iniziative di coordinamento per dar luogo a controlli più severi nei confronti dei motociclisti meno disciplinati.
One Reply to “Incidenti a motociclisti: i costi morali, sociali e economici sono altissimi, bisogna intervenire”