Come si sa la pazienza è la virtù dei forti, e a forza di pazientare finalmente è arrivata la risposta all’interrogazione (testo integrale a piè di pagina) che presentai nel dicembre dell’anno scorso con cui chiedevo chiarimenti sulla vicenda della rotatoria di Ponte Caffaro (int 125/XVI). I brutti presentimenti sono stati confermati.
Nessuno è responsabile e nessuno è in grado di dare spiegazioni ufficiali riguardo al mancato completamento di un’opera pubblica da 3,8 milioni collocata sul confine tra Trentino e Bresciano. Come per i film thriller che si rispettano i responsabili del misfatto svaniscono nel nulla.
Nessuna spiegazione razionale è stata fornita e tutti gli interrogativi rimangono senza risposta: la Provincia di Trento non parla, Regione Lombardia non sente e il Ministro per gli Affari Regionali non vede, nonostante questo dovrebbe essere il soggetto di riferimento per la gestione del Fondo per i Comuni Confinanti il cui fine è quello di favorire l’integrazione e la coesione delle terre che condividono il confine con le province di Trento e di Bolzano. Nel frattempo il nuovo ponte è inaccessibile da circa due anni e a pochi metri distanza quello vecchio sta cadendo a pezzi per via della mancata manutenzione e del traffico pesante che lo incrocia quotidianamente. Non ci resta che continuare ad essere forti, armarci di santa pazienza e attendere l’esito del presunto interessamento della Corte dei Conti visto che la politica, dopo aver distribuito denari, non vuole assumersi la responsabilità di analizzare e rendere note le ragioni per si sia giunti ad una situazione tragicomica come quella ormai sotto gli occhi di chiunque si trovi a transitare fra il Comune di Storo e quello di Bagolino.
PS. 5 settembre 2019 – E’ arrivata la risposta a un’analoga interrogazione presentata da Ferdinando Alberti (M5S) al Consiglio della Regione Lombardia. La risposta è decisamente più esaustiva di quella della controparte trentina (Interrogazione 2340 del 27 marzo 2019 – Risposta del 5 settembre 2019).
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