Orsi. Considerazioni su M49 e sugli esemplari dispersi fuori dal Trentino

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa si è espresso in maniera molto chiara sulla cattura di M49: per essere legittima essa deve avvenire dopo un pronunciamento del Prefetto di Trento motivato da ragioni di sicurezza pubblica oppure dopo una analisi dettagliata da parte dell’Ispra che la avalli.

Questo non vuol dire come sembrano credere in molti che M49 non possa venir catturato, ma solo che perché ciò avvenga secondo canoni di correttezza è necessario adempiere ad un preciso percorso tecnico che giustifichi quest’azione. Il via libera potrebbe ad esempio già arrivare nei prossimi giorni, e questo per una ragione semplicissima: M49 è un orso definito “problematico dannoso” dai tecnici provinciali, e questo a seguito di fatti oggettivi. Da solo M49 ha causato il 27% del totale di tutti i danneggiamenti da orso registrati nel 2018 in Trentino (si sale al 34% se si parla di predazioni contro animali d’allevamento). Nel 2019 i danni fin qui attribuiti a M49 sono addirittura il 50% del totale, col plantigrado che ha cominciato progressivamente ad avvicinarsi anche a baite di montagna (immagini allegate a int.585/XVI).

È spiacevole dirlo e nel farlo so già che mi attirerò le ire di molti, ma è mia ferma convinzione che M49 vada catturato, spero senza fargli del male, e posto in cattività. Le ragioni partono dai numeri elencati sopra, che sono inequivocabili, ma hanno anche un risvolto politico/strategico. Ci sono forze politiche che stanno usando il malcontento e l’allarme sociale nelle comunità locali di montagna causato dalle scorribande di M49 come pretesto per “criminalizzare” tutti gli altri orsi. Secondo le stime in Trentino oggi si aggirano dai 60 ai 78 esemplari di plantigrado. Di questi solo un numero minimo causa problemi (si veda il fatto che M49 da solo ha causato la metà dei problemi di tutto il 2019 e circa un terzo di quelli avvenuti nel 2018), questo significa che la maggior parte degli orsi presenti in Trentino non è né dannosa né problematica, eppure ci sono persone che con grande cinismo stanno scientemente alimentando la paura di tutti gli orsi nella popolazione, per poi arrivare alla loro completa eliminazione. In questo senso la difesa ad oltranza di chi è indifendibile, cioè, numeri alla mano M49, è un danno per tutti gli altri orsi. Le regole ci sono, sono molto dettagliate e vanno solo fatte rispettare. Qualcuno punta all’incidente, ci spera, in modo da guadagnare ulteriore consenso politico. Per questo motivo più di ogni altro è necessario che M49 venga catturato presto e, come ha specificato il ministro Costa, nella legalità, in tal modo si toglieranno armi a una macchina della propaganda che applica sempre lo stesso modus operandi, purtroppo con grande successo.

La questione orsi la si affronta seriamente solo allargando il progetto di ripopolazione al resto delle Alpi, come doveva essere e come non è stato (a tal riguardo vedi interrogazione 608/XVI del 18/6/19) . Si dice che gli orsi ci sono solo in Trentino. Non è vero. I plantigradi sono solo in una parte del Trentino, quello occidentale e prevalentemente a sud. Quelli che escono, per la maggior parte spariscono. Dal 2003 a oggi gli orsi morti fuori dal Trentino sono stati 34 ma ne risultano altri 9 in dispersione (partiti da qui e da allora non si sa dove siano e se siano ancora vivi). Ecco allora il nocciolo della questione: quasi 80 orsi per il solo Trentino occidentale sono troppi e a lungo andare sono destinati a causare problemi sempre maggiori perché come è noto, questi animali abbisognano di grandi spazi per vivere in libertà. La soluzione non è l’abbattimento indiscriminato propagandato più o meno sottobanco da certe forze politiche ma l’estensione del progetto di ripopolazione delle alpi alle Regioni vicine, che però richiede impegno, risorse e volontà. È mia intenzione chiedere al Ministero di farsi da tramite affinché questo processo possa venire riavviato al più presto, allo stesso tempo però ritengo sia necessario che le associazioni animaliste, se davvero ci tengono alla sopravvivenza dell’orso nelle alpi, si impegnino a puntare l’attenzione sui tanti casi di scomparsa degli orsi che osano valicare i confini del Trentino. Questa Provincia è criticabilissima per molti aspetti, ma se ci sono elementi su cui parlare e magari indignarsi è perché c’è anche tanto personale competente che fa bene il suo mestiere. Mentre ci si straccia le vesti per M49, ci sono almeno 9 orsi dispersi fuori dal Trentino di cui nessuno sa più niente, forse bisognerebbe partire da lì per capire che in prospettiva l’unica maniera per consentire una convivenza pacifica fra uomo e orso è di estendere quello che si fa in Trentino al resto delle alpi.

* Intervento inoltrato pubblicato su L’Adige, lunedì 1 luglio 2019
** La posizione espressa in campagna elettorale sulla gestione dei plantigradi (Il Dolomiti, 15 ottobre 2018)
*** Mappe estrapolate da Rapporto Grandi Carnivori 2018 
presenze orso 2018.png

20190701_M4920190701_M492

Il Trentino, 10 luglio 2019 “Il giudizio che condanna l’orso”
20190710_giudizio che condanna orso (1)20190710_giudizio che condanna orso (2)

3 Replies to “Orsi. Considerazioni su M49 e sugli esemplari dispersi fuori dal Trentino”

  1. Ringrazio Alex per avermi messo al corrente di questo suo articolo di un anno fa. Con l’evoluzione di oggi, di M49, detto Papillon, vorrei trovare un compromesso tra il pensiero di Alex Marini e il mio.

    L’orso Papillon, nel rispetto del suo nome datogli, oggi Luglio 2020, è ri-evaso dal piccolo recinto di Trento. Ora, pare, che si goda nuovamente la montagna sopra Trento. Insomma, ama solo la libertà senza aver mai fatto male fisicamente a nessuno.

    L’occasione, che ora si presenta, è più unica che rara. Mi spiego.

    Si potrebbe catturare l’orso ad una sola condizione: che si esperimenti un radiocollare dotato o potenziato di sistema GPS per una localizzazione in tempo reale dell’orso, la stessa tecnologia che abbiamo pure noi sui nostri cellulari.

    Dopodiché lo si libera perché possa girovagare in Trentino e lo si monitora col nuovo sistema GPS.

    Le caserme del Corpo Forestale trentino avranno così la possibilità di vedere sul cellulare o sui monitor televisivi in dotazione tutti gli spostamenti, secondo per secondo, minuto per minuto, h 24 di Papillon.

    Se dai monitor si osserva che Papillion si dovesse avvicinare troppo a case di abitazione, greggi o bestiame di alpeggio o a località turistiche popolate, il Corpo Forestale partirà immediatamente, con precisione geolocalizzata, per allontanarlo dal luogo potenzialmente a rischio.

    Se l’esperimento, con Papillon, funzionerà, si potrà estendere il sistema GPS a tutti i restanti 80 orsi presenti in Trentino. Se sconfinano oltre altri Stati europei, si darà il codice geolocalizzare al Corpo Forestale d’oltralpe.

    Le caserme Forestali europee diventerebbero una specie di torri di controllo del traffico dei PLANTIGRADI sul territorio italiano e d’oltralpe.

    Sarebbe un sistema GPS che metterebbe in sicurezza l’industria turistica per la tranquillità del turismo stesso.

    Spero che Alex Marini, possa trovare in questo mio commento in punto di riflessione critica.

    Si può convivere con l’orso, grazie alla tecnologia esistente. E si può farlo anche in modo che l’orso sia una risorsa turistica, persino innocua

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