C’è chi fa danni e chi deve sistemarli. Per anni il viadotto dei Crozi che collega Trento alla Valsugana è stato oggetto dell’azione di persone maleducate e prive di senso civico che lo hanno utilizzato per gettare i propri rifiuti nel Fersina, che scorre proprio lì sotto. La cosa è diventata di dominio pubblico anche grazie all’azione meritoria di un gruppo di cittadini per bene (fra i quali anche membri della S.A.T. di Cognola, Povo e Civezzano, 3 gruppi di vigili del fuoco, rappresentanti delle istituzioni locali, guide alpine e esponenti dell’Ecomuseo Argentario) che si è adoperato per mettere rimedio ai danni causati dagli incivili, recuperando praticamente di tutto, compresi lavatrici, frigoriferi e reti di letti! Per recuperare il tutto alla fine è stata necessaria una teleferica.
Le persone che hanno messo a disposizione tempo e fatica per ripristinare una zona bellissima vanno solo ringraziate per quanto hanno fatto. Hanno ripulito (gratis) dai rifiuti il percorso che conduce all’orrido di Ponte Alto, una meta escursionistica di pregio, particolarmente vocata per la pratica dell’arrampicata. Ritengo tuttavia che anche la Provincia dovrebbe fare la sua parte invece di affidarsi esclusivamente alla buona volontà dei volontari. Servono interventi, sia per scoraggiare i “lanciatori di immondizia” impedendo loro di perpetrare le loro “gesta”, che per garantire una pulizia continuativa del greto del Fersina, la quale non può essere lasciata all’infinito alla buona volontà di cittadini e associazioni. Per questo ho scritto un’interrogazione al presidente della Provincia, sperando che voglia schierarsi senza se e senza ma dalla parte di chi pulisce e tiene in ordine il territorio piuttosto che da quella di coloro che lo lordano e distruggono con idiota stupidità.
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Segue testo integrale dell’interrogazione 659/XVI “Transito di autoveicoli sul viadotto dei Crozi e abbandono di rifiuti nella forra sottostante”
Il viadotto dei Crozi che collega Trento con Pergine e la Valsugana, è l’oggetto della mozione n. 20/XVI “Interventi per contenere i disagi legati ai lavori di sistemazione e messa in sicurezza del Viadotto dei Crozi”, con il quale il Consiglio impegna la Giunta ad adottare delle misure che incentivino l’utilizzo del trasporto pubblico durante i lavori di ristrutturazione del viadotto di Ponte Alto che partiranno da luglio 2019 e proseguiranno per un periodo di almeno 18 mesi, creando notevoli disagi alla viabilità. Si tratta di misure volte ad agevolare il transito dei pendolari liberando così il più possibile la strada che proprio in ragione dei lavori avrà una percorribilità ridotta;
la parte della città interessata dal lavori e in particolare quella sottostante al viadotto di Ponte Alto, è assurta agli onori delle cronache anche per un altro spiacevole motivo, ovvero lo stato di discarica a cielo aperto nella quale è stata lasciata per anni a causa dei rifiuti che venivano gettati direttamente dal tratto di strada corrispondente al viadotto;
come emerso ad esempio da un servizio di RTTR trasmesso il 30 marzo di quest’anno, il problema è stato prima sollevato e poi affrontato da un gruppo di cittadini attivi e volenterosi, tra cui associati delle sezioni S.A.T. di Cognola, Povo e Civezzano, 3 gruppi di vigili del fuoco e alcuni rappresentanti delle istituzioni locali supportati dalle Guide Alpine e dall’Ecomuseo Argentario. Tali cittadini si sono adoperati per ripulire il greto del torrente Fersina che occupa l’area sottostante il viadotto, il quale risultava contaminato da ben quindici anni di lancio incontrastato di rifiuti da parte di coloro che transitano il viadotto e non solo da loro, verrebbe da pensare, data la tipologia di rifiuti recuperati come frigoriferi, lavatrici e reti dei letti, oggetti che fanno quantomeno dubitare si tratti di azioni una tantum ed involontarie (Progetto Fersina, operazione pulizia scattata questa mattina a Ponte Alto – RTTR, 30 marzo 2019);
Massimo Faletti, Istruttore Nazionale Guide Alpine ed ideatore dell’operazione, ha affermato che vi erano delle vere e proprie strisce di rifiuti lungo tutto il tracciato del viadotto, tanto che, per portare avanti l’operazione, si sono dovuti arrampicare sulle piante per recuperare materiali lanciati dall’alto e servire di una teleferica per recuperare la grossa mole di rifiuti;
una situazione, questa, a dir poco inaccettabile per una zona dal pregio naturalistico- ambientale, ma anche storico di una tale portata, che si trova a pochi km dal centro storico di Trento e perciò anche facilmente raggiungibile dai turisti. Qui si trova infatti l’Orrido di Ponte Alto, che partendo da una forra stretta e profonda si sviluppa in un fantastico canyon, adornato da favolose cascate di 40 m di altezza, create grazie a delle opere ingegneristiche ritenute tra le opere idrauliche più antiche del mondo, i cui primi lavori risalgono addirittura al 1537;
oltre a ciò, gli appassionati, hanno fatto di questa zona un’area vocata all’arrampicata, tuttavia i percorsi ora presenti, come ha spiegato ancora Massimo Faletti, non sono adatti ai principianti e un’idea percorribile per ovviare a tale inconveniente sarebbe creare una via ferrata e due falesie di difficoltà inferiore, così da permettere ad un numero maggiore di amanti dell’arrampicata di frequentare queste zone, nel contempo producendo il portato positivo di esercitare sulle medesime aree un maggior controllo umano, tale da rendere più difficile lo scarico di rifiuti di cui si è riferito sopra;
in conclusione, si nota che visitando le pagine web dedicate all’informazione turistica che descrivono questi luoghi in tutte le loro bellezze, pure oggetto di visite guidate organizzate dall’Ecomuseo Argentario e dal Comune di Trento, sembrerebbe impossibile credere a quanto sopra descritto (Orrido di Ponte Alto, Un sublime spettacolo a due passi da Trento – Visittrentino.info; L’orrido di Ponte Alto – discoverTrento.it );
tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere
- se intenda provvedere all’installazione di pannelli informativi al fine di invitare coloro che transitano sul viadotto a non gettare rifiuti nella forra sottostante ed indicare che ci si trova in un’area naturalistica e storica di particolare pregio;
- se intenda valutare l’installazione di reti o dispositivi di sicurezza di altro tipo per impedire il lancio di rifiuti e la trasformazione dell’area naturalistica in una discarica a cielo aperto;
- se intenda adottare delle misure di vigilanza per il tratto di strada interessato e di rimozione periodica dei rifiuti;
2 Replies to “Richieste misure per prevenire il lancio di rifiuti nella forra del Fersina sotto il viadotto dei Crozzi”