Concorsone insegnanti scuole materne: no alla discriminazione delle maestre assunte col part time!

È giusto negare ad una persona con 10, 15 o anche 20 anni di esperienza lavorativa la possibilità di passare da un contratto part time ad uno full time facendola magari scavalcare da colleghi con meno esperienza? Evidentemente no, eppure è quello che sta per accadere agli insegnanti delle scuole dell’infanzia trentine assunti a tempo indeterminato ma con contratti part time. Il bando del prossimo concorso per la stabilizzazione infatti andrà ad assegnare (anche) i posti full time rimasti scoperti ma stabilisce che non vi potranno prendere parte gli insegnanti già assunti a tempo indeterminato. Questo in pratica significa che quegli insegnanti che lavorando nella scuola dell’infanzia anche da 20 anni, stabilizzati con un contratto part time solo nel 2014 e che da tempo vorrebbero adeguare la loro forma contrattuale passando da tempo parziale a tempo pieno non potranno farlo e si troveranno scavalcati da colleghi in gran parte meno esperti di loro.


Non solo a questi lavoratori non è stata data per anni la possibilità di andare a coprire ruoli di cui c’era bisogno, ora, bando alla mano, si nega loro persino il diritto a concorrere con i loro colleghi più giovani per guadagnarsi sul campo in base al merito l’agognata promozione, condannandoli, forse per sempre, a rimanere dove sono, visto che gli spazi che si aprono saranno assegnati ad altri insegnanti in possesso dei requisiti per prendere parte alla selezione.


Un’ingiustizia evidente che ho segnalato a chi di dovere con una mia recente interrogazione. La mia speranza è che anche agli insegnanti assunti col contratto part time sia data la possibilità si competere con i loro colleghi in cerca di stabilizzazione, in modo da poter assicurare ai piccoli studenti il miglior servizio possibile.

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Interrogazione n. 758/XVI: Esclusione degli insegnanti delle scuole d’infanzia con contratto part-time a tempo indeterminato dalla partecipazione al concorso per la stabilizzazione

la formulazione originaria dell’art 19 (Misure per la stabilizzazione del personale insegnante delle scuole dell’infanzia) della LP 3 agosto 2018, n. 15 prevedeva quanto segue:

1. Nel corso dell’anno 2019 è indetto un concorso straordinario per titoli ed esame-colloquio per l’accesso a posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato per personale insegnante delle scuole dell’infanzia provinciali. Al concorso sono ammessi gli insegnanti delle scuole dell’infanzia che, a partire dall’anno scolastico 2006-2007 e fino all’anno scolastico 2017-2018, hanno prestato almeno tre anni di servizio continuativo d’insegnamento nelle scuole dell’infanzia provinciali o nelle scuole dell’infanzia equiparate gestite da un medesimo ente, istituzione o privato di cui al comma 2 dell’articolo 46 della legge provinciale 21 marzo 1977, n. 13 (legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977) o comunque da gestori tra loro associati ai sensi dell’articolo 48, comma 8, della stessa legge provinciale. Nel bando sono definiti gli ulteriori titoli valutabili ai fini del concorso. Al concorso non sono ammessi gli insegnanti assunti con contratto a tempo indeterminato nella scuola dell’infanzia. Per anno di servizio si intende i servizi effettivamente prestati per almeno 180 giorni in relazione al singolo anno scolastico.

2. L’esame-colloquio è volto a verificare il possesso delle conoscenze e delle attitudini fondamentali indispensabili per lo svolgimento dell’attività d’insegnamento nelle scuole dell’infanzia;

come si può evincere dal testo al paragrafo precedente il concorso escludeva espressamente la possibilità di partecipazione degli insegnanti già assunti con contratto a tempo indeterminato nella scuola dell’infanzia. Tra i soggetti esclusi rientravano pertanto anche le insegnanti impiegate dal 2014 con contratto part-time;

per gli effetti dell’art.24 della LP 6 agosto 2019, n. 5 “Assestamento del bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2019 – 2021” le parole nel comma 1 “ed esame-colloquio” e le parole: “gestite da un medesimo ente, istituzione o privato di cui al comma 2 dell’articolo 46 della legge provinciale 21 marzo 1977, n. 13 (legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977) o comunque da gestori tra loro associati ai sensi dell’articolo 48, comma 8, della stessa legge provinciale” sono state soppresse. Con la LP 5/2019 è stato soppresso anche l’intero comma 2;

con la predetta misura di stabilizzazione si stima la messa in ruolo di 1200 insegnanti attraverso una procedura che non prevede l’esame-colloquio per verificare il possesso delle conoscenze e delle attitudini per lo svolgimento dell’attività d’insegnamento. A dispetto della portata della misura le modifiche apportate dal legislatore all’art.19 della LP 15/2018 non hanno però tenuto in considerazione l’esigenza lavorativa delle insegnanti assunte con contratto part-time a tempo indeterminato che da anni attendono di poter adeguare le modalità di impiego alle mutate condizioni del contesto sociale e familiare in cui vivono;

le insegnanti assunte con contratto part-time nel 2014 sono un numero difficilmente quantificabile con precisione. Risulta che circa una cinquantina di esse sono in attesa di convertire il proprio contratto part-time in un rapporto di lavoro a tempo pieno. Si tratta di personale qualificato, che ha superato un esame-colloquio nel 2006, che è stato stabilizzato part-time dopo anni di precariato (8 dopo il concorso e una media di 15 anni prima dell’esame-colloquio) ma che soprattutto è dotato di una lunga e variegata esperienza avendo coperto a inizio carriera posti vacanti nelle scuole d’infanzia localizzate sull’intero territorio provinciale. Questa categoria di insegnanti da anni attende provvedimenti che le consentano di poter essere impiegata a tempo pieno al fine di valorizzare appieno la propria professionalità a beneficio dei bambini che frequentano le scuole d’infanzia, realizzando nel contempo anche la legittima aspettativa di godere di una maggiore stabilità economica derivante da una contrattualizzazione più adeguata alle esigenze di professionisti che abbiano svolto una parte significativa della propria vita lavorativa in un settore che conoscono approfonditamente, avendoci lavorato per anni;

in sede di discussione del disegno di legge 21/XVI di iniziativa giuntale (poi approvato e convertito nella LP 5/2019) era stata proposta una norma per andare incontro alle esigenze delle insegnanti impiegate con contratto part-time ma senza esito positivo. La proposta formulata prevedeva che nei confronti del personale insegnante della scuola dell’infanzia reclutato con contratto part-time a tempo indeterminato con le modalità previste dall’articolo 25 bis, comma 3, della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977, potesse essere inserita nel contratto individuale di lavoro la possibilità di richiedere al dipendente una variazione in aumento in corso d’anno scolastico della consistenza lavorativa fino al tempo pieno. La possibilità sarebbe stata riconosciuta dalla Provincia e sarebbe stata subordinata al consenso espresso in forma scritta del dipendente. Il personale insegnante a tempo indeterminato a tempo parziale avrebbe potuto altresì richiedere la conversione definitiva del contratto a tempo pieno. A tal fine gli insegnanti a tempo parziale, in vista della loro esperienza pluriennale, avrebbero avuto la precedenza rispetto agli aspiranti risultati idonei in concorsi svolti successivamente alla data del loro reclutamento;

la predetta proposta sul personale della scuole dell’infanzia fu ritenuta illegittima, perché si trattava di una materia contrattuale, non legislativa, in ragione di una scelta effettuata molti anni fa e volta ad evitare indebite ingerenze del mondo politico nei rapporti di lavoro. Per via della sua presunta illegittimità la proposta emendativa non fu ammessa;

al netto dell’abbondante giurisprudenza costituzionale contro diverse norme regionali che hanno trattato per via normativa materie che invece avrebbero dovuto riguardare la contrattazione collettiva, il problema vissuto dal personale impiegato con contratto part-time a tempo indeterminato è rimasto irrisolto;

a oggi, in forma del tutto irragionevole, personale che svolge da anni con competenza e professionalità il proprio lavoro di educatore si vede negata la possibilità di poter partecipare ad un concorso pubblico mettendosi in gioco per poter migliorare  la propria forma contrattuale e ponendo così le competenze conseguite tramite il lavoro al pieno servizio delle nuove generazioni e della comunità trentina. Nella sua formulazione attuale, la LP 3 agosto 2018, n. 15 fa sì che insegnanti con anni di esperienza e capacità professionale provata sul campo vengano superati da aspiranti colleghi che devono ancora costruire la propria professionalità, poiché ai secondi viene consentito di accedere a un concorso pubblico superato il quale potranno conseguire fin da subito impieghi a tempo pieno che risultano di fatto preclusi per mandato provinciale ai loro colleghi più esperti;

tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere

quali provvedimenti intenda adottare per riconoscere gli anni di servizio e il relativo punteggio del personale impiegato con contratto part-time a tempo indeterminato nel 2014 a seguito del superamento dell’esame-colloquio 2006 assicurando la possibilità di trasformare il contratto part-time in contratto a tempo pieno, se necessario, anche attraverso la previsione di un meccanismo “a pettine” nei confronti del personale che verrà messo a ruolo per gli effetti dell’art. 19 della LP 15/2018 e ss.mm

se intenda modificare LP 3 agosto 2018, n. 15 nella parte che nega la partecipazione al concorso straordinario per titoli per l’accesso a posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato per personale insegnante delle scuole dell’infanzia provinciali che si deve svolgere per il 2019 in Provincia di Trento, rendendo altresì possibile al personale assunto a tempo indeterminato ma con contratto part-time di prendere parte al già citato concorso.

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