Api e apicoltori: una risorsa per ambiente e territorio che merita di essere sostenuta concretamente.

Oggi in Consiglio ho chiesto conto della ripartizione delle risorse per sostenere gli apicoltori duramente colpiti dalle bizze climatiche che stanno ormai divenendo la nuova normalità.

Alcuni numeri e fatti:

  • In Trentino su 30.000 alveari presenti circa la metà opera per la commercializzazione del miele mentre l’altra metà funziona in autoconsumo. In totale le aziende agricole che producono miele per scopi commerciali sono 270.
  • Nel 2019 la produzione di miele d’acacia è stata dello 0% mentre molto vicine allo zero sono state anche le produzioni di miele di tiglio, castagno, tarassaco, rododendro e mielata,  ciò perché gli apicoltori itineranti sono riusciti a limitare in qualche modo i danni.
  • Oltre al mancato introito derivante dal calo della produzione bisogna tener conto dei costi sostenuti dagli apicoltori per il nutrimento delle api. Mediamente per quest’anno un alveare è stato nutrito con circa 20 Kg di zucchero di barbabietola (costo 60 centesimi al chilogrammo) cui vanno aggiunti circa tre chili di candidato (zucchero solido), somministrato nei mesi invernali per evitare che le api avessero la diarrea.
  • A oggi mancano forme di tutela  per assicurare gli apicoltori contro i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dalle morie derivanti dall’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci, tema questo di grandissima rilevanza ambientale e sociale che però riceve ben poca attenzione da parte della politica istituzionale locale.
  • In linea generale le api e quindi gli apicoltori sono un presidio decisivo per la tutela degli equilibri ecologici, per il paesaggio e, quanto riguarda gli aspetti economici, per i frutticoltori.

Visto il ruolo fondamentale ricoperto dagli apicoltori e i rischi a cui sono soggetti  in conseguenza del cambiamento climatico e dell’inquinamento da pesticidi è auspicabile pensare a un contributo per assicurare stabilità previdenziale e reddituale di queste persone, se possibile anche attraverso contributo per i danni causati dal maltempo. Oggi mi è stato risposto che la Provincia è disponibile a metterci altri 150 mila euro oltre ai 150 mila già stanziati. È senz’altro una buona cosa. Resta però il fatto che chiedevo anche venissero spiegati i criteri utilizzati per ripartirli ma su questo non mi sono state date risposte.

Seguono il il testo integrale del question time discusso il 10 settembre 2019 e il video della discussione:

Interrogazione n. 771/XVI a risposta orale immediata “Sulla ripartizione di specifici contributi integrativi a sostegno degli apicoltori”

Le condizioni meteorologiche caratterizzate da siccità invernale e da piovosità e gelo primaverili e la conseguente scarsa produzione di nettare nel periodo della fioritura hanno colpito drasticamente il settore dell’apicoltura locale. Le avversità che si sono verificate nel periodo della fioritura hanno inciso negativamente sulla produzione annuale di miele con cali compresi fra l’80% e il 100% obbligando ad alimentare le api con abbondanti quantità di sostanze zuccherine per garantirne la sopravvivenza. Per rimediare a tali eventi imprevisti ed eccezionali e al derivante nocumento economico, con l’ordine del giorno 40/XVI, il Consiglio provinciale impegnava la Giunta ad adottare interventi di sostegno agli apicoltori mediante la corresponsione di specifici contributi integrativi per un valore di euro 150.000 al fine di coprire parte del costo sostenuto per l’acquisto di nutrimento zuccherino per assicurare il mantenimento dei circa 30 mila alveari censiti sul territorio provinciale. A tal riguardo si interroga la Giunta per sapere quali sono i parametri individuati per procedere alla ripartizione delle risorse e se sia stato valutato un incremento degli stanziamenti per gli apicoltori che dichiarano di essere iscritti nell’albo provinciale imprese agricole di prima categoria.                                                Cons. prov. Alex Marini

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