Torrente Vanoi. Diga veneta costruita in Trentino all’insaputa di Fugatti?

Nell’aprile scorso il M5S è stata la prima forza politica trentina a far cadere il velo del silenzio che gravava sulla vicenda della diga sul  torrente Vanoi, progetto da PNRR, arrivato addirittura in Gazzetta Ufficiale senza che nessuno in Provincia di Trento se ne accorgesse. O almeno così viene raccontato. Con l’interrogazione 4484/XVI del 24 aprile 2023 “Realizzazione di nuovi invasi sul torrente Vanoi in territorio trentino e informazioni ai comuni interessati e alla Provincia” la questione divenne di dominio pubblico anche in Trentino e saltò fuori che il Veneto avrebbe deciso di farsi una diga in zona di massima pericolosità, in teoria senza dire niente a nessuno e fregandosene dell’elevata franosità che caratterizza la Val Cortella. Oggi il M5S è tornato alla carica in Consiglio provinciale con un question time col quale si chiedeva che il presidente della Provincia di Trento facesse chiarezza sugli sviluppi delle interlocuzioni col Veneto e fornisse la sua versione rispetto alle interlocuzioni avute con Zaia. Dando l’ennesima prova del proprio essere diversamente coraggioso, Fugatti ha mandato avanti ancora una volta il suo vice Tonina, il quale non ha trovato di meglio che ribadire come la Provincia fosse all’oscuro di tutto. Bisognerebbe credere alla favola dei progetti per dighe giganti venete che spuntano in terra trentina senza che nessuno se ne dia per inteso insomma… Purtroppo per Tonina e Fugatti però, ci sono documenti che sembrano smentire questa versione di comodo!

Il 2 agosto 2022 infatti, nel Consiglio regionale veneto, la Liga Veneta per Salvini premier faceva approvare una mozione a prima firma del leghista Giuseppe Pan (resoconto verbale della seduta del 2 agosto 2022 nella quale il consigliere Pan afferma che Provincia e Dolomiti Energia sono state preventivamente informate), tramite la quale si impegnava la giunta veneta a farsi portavoce della realizzazione della diga sul torrente Vanoi nei confronti del Governo, ma soprattutto presso la giunta provinciale trentina! Nonostante questo, per un anno Zaia non ha detto niente a Fugatti? E dai ministeri, guidati purtroppo dai sodali di Zaia e Fugatti, sono stati ben attenti a non far trapelare nulla in Trentino sui progetti di costruire una mega diga veneta sul Vanoi? È chiaro che siamo di fronte ad una storia di fantasia, raccontata per allontanarsi dalle proprie responsabilità cercando maldestramente di mascherare ciò che tutti vedono e tutti sanno, ovvero la profonda e totale sudditanza di chi guida il Trentino rispetto ai desiderata dei “fratelli maggiori” veneti. La tragedia del Vajont pare non aver proprio insegnato niente, almeno ai leghisti e di tutti coloro che amministrano i territori, propri o altrui, come meri veicoli per far girare soldi nelle tasche “giuste” e poco importa se i danni conseguenti di queste politiche scellerate sono destinati a ricadere sulla testa dei cittadini inermi!

Ciò detto, va chiarito che il M5S non è stato l’unico ad accorgersi e a denunciare cosa stava accadendo sul torrente Vanoi. Le prime notizie sul progetto erano state riportate dal quotidiano online La Voce del Nord Est tramite alcuni articoli a firma di Cristian Zurlo. Successivamente il giornalista Marco Milioni di Vicenza Today con un approfondimento prodotto a partire da una videointervista registrata a Rovereto, ha messo in evidenza una serie di incongruenze riguardanti la diga che si vorrebbe costruire. Infine Gigi Zoppello del Nuovo Trentino ha dato ampio spazio alla vicenda (video), informandone i trentini con una serie di servizi, tra i quali un’intervista al sottoscritto. Anche il direttore del Nuovo Trentino Paolo Mantovan ha riconosciuto il merito della nostra iniziativa di sindacato ispettivo.

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Interrogazione a risposta immediata 4633/XVI del 19 giugno 2023 “Sviluppi dell’interlocuzione in corso con la Regione Veneto riguardo alla realizzazione di nuovi invasi sul torrente Vanoi in territorio trentino” – RISPOSTA IN AULA del 27 giugno 2023

Nella risposta all’interrogazione 4484/XVI il vicepresidente della Provincia di Trento affermava che l’amministrazione provinciale non sarebbe stata in alcun modo informata rispetto ai propositi, già in fase avanzata, della regione Veneto riguardanti la realizzazione di un invaso dal volume utile ipotizzato di 33 milioni di metri cubi d’acqua da realizzarsi quasi interamente  nei Comuni di Canal San Bovo e Cinte Tesino. Egli affermava inoltre che sarebbe “in corso un’interlocuzione con la Regione Veneto affinché si trovi un rimedio alla incresciosa situazione che si è venuta a creare”. Tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia per sapere se corrisponda effettivamente al vero che il presidente della Regione Veneto, il quale condivide la sua stessa militanza politica, non lo avrebbe informato rispetto ai propositi di costruzione di un invaso sul torrente Vanoi e quali sarebbero gli sviluppi dell’“interlocuzione in corso con la Regione Veneto” riguardo alla costruzione dell’invaso sul torrente Vanoi.

Sintesi della risposta dell’assessore all’ambiente Tonina (a cura dell’ufficio stampa del Consiglio provinciale): “L’assessore Tonina ha detto che la notizia della progettazione dell’invaso è stata appresa dalla stampa e dall’esito della gara apparso sulla Gazzetta ufficiale nel gennaio 2023. La Giunta non è stata informata così come i comuni interessati. Il 18 maggio 2023 è stata trasmessa alla Regione Veneto la posizione della Pat sulle criticità della collocazione dell’opera che sarebbe in gran parte in territorio Trentino. La Pat, ha ricordato, aveva già espresso il no all’invaso sul Vanoi nel 2004, nel 2008, nel 2015 e nel 2021 nell’ambito del Piano di gestione delle acque. Inoltre, il sistema idrico Vanoi – Cismon, ha detto l’assessore, è già soggetto a impianti e il serbatoio è previsto in una zona pericolosa. Si è fatto inoltre presente che trattandosi di un’opera che interessa Veneto e Trentino richiederebbe un accordo in base al Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche e dovrebbe essere prevista nel Pup e nei piani di gestione delle acque delle Alpi Orientali. Anche in base al Decreto siccità, che ha riconosciuto le competenze statutarie, l’opera non si potrà realizzare in assenza di atti formale di competenza della Pat. Quindi, deve esserci un confronto col Veneto al quale è stata chiesta la sospensione della progettazione dell’opera.”

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La mia intervista a Gigi Zoppello de Il Nuovo Trentino

Rassegna stampa:

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