Inceneritore in Trentino. Il commissario europeo all’ambiente risponde all’eurodeputata M5S Pignedoli

È arrivata in questi giorni la risposta all’interrogazione europea sull’inceneritore che si vorrebbe costruire in Trentino, presentata dall’europarlamentare Sabrina Pignedoli e frutto della sua collaborazione col consigliere provinciale Alex Marini e con Pietro Zanotti.

Come spiega il consigliere Alex Marini: «La risposta del commissario europeo all’ambiente Virginijus Sinkevičius, come ci aspettavamo, è stata interlocutoria. Importante però che la Commissione abbia ribadito la gerarchia delle misure da adottare per la gestione dei rifiuti. In prima istanza il rifiuto va gestito, quindi i materiali utili vanno riciclati e recuperati, poi, eventualmente, c’è l’incenerimento e infine, per quello che non si può incenerire, la discarica. In Trentino la destra punta invece a sostituire semplicemente le discariche con un inceneritore, ma prima bisogna mettere in campo tutte le altre misure, in maniera migliore di quanto non si faccia oggi».

Marini aggiunge che rispetto alla lotta agli inceneritori il M5S non intende arrendersi e annuncia nuove iniziative politiche: «Intendiamo presentare a breve un’interrogazione parlamentare tramite la quale chiedere al Governo quanto già chiesto alla Commissione europea. In tal modo si verificherà se quanto contenuto nelle direttive comunitarie sia in procinto di venire correttamente applicato in Trentino. È nostro obiettivo inoltre presentare una nuova interrogazione all’Unione Europea, per chiedere che vengano fornite agli Stati almeno delle linee di condotta generali rispetto agli ambiti ottimali nei quali collocare un inceneritore. Non pare infatti opportuno lasciare totale iniziativa ad ogni Stato membro o alle singole regioni, dal momento che ciascuno di essi ha ordinamenti e regole diverse, senza contare le differenze di forma di governo tra uno Stato e l’altro, ad esempio la Lombardia da sola ha una popolazione simile a quella della Svezia e una ventilazione completamente diversa, quindi gli effetti di un inceneritore in una e nell’altra realtà, cambiano. Stesso discorso per l’organizzazione territoriale. In Italia abbiamo Regioni e Provincie, in Francia i distretti, in Germania i Land, in Spagna le Comunità autonome e ciascuno fa ciò che vuole sulla gestione dei rifiuti. Ecco quindi spiegato perché l’UE deve dare indicazioni che aiutino a definire come ed eventualmente dove collocare impianti di incenerimento dei rifiuti».

Marini conclude sottolineando alcune delle criticità più evidenti del progetto di inceneritore che sin vorrebbe realizzare in Trentino: «Ricordiamo che un inceneritore in Provincia di Trento per stare in piedi economicamente avrebbe bisogno di importare rifiuti, soprattutto quelli speciali, dalle Regioni vicine. Quindi, al limite, servirebbero accordi migliori e più efficaci con le realtà che già possiedono inceneritori piuttosto della costruzione di un nuovo impianto a un tiro di schioppo da quello di Bolzano. Come si capisce, è più utile, economico e in ultima istanza, intelligente, migliorare gli accordi con la Provincia di Bolzano o siglarne di nuovi con le società che gestiscono gli impianti più prossimi al Trentino, valutando anche l’acquisizione di quote azionarie delle stesse, se necessario. Allo stesso tempo bisogna continuare a perseguire la riduzione della percentuale di rifiuto prodotta in Trentino tramite una raccolta differenziata che sia eccellente non solo per quantità ma anche e soprattutto per qualità. Sembra l’uovo di Colombo ma chi vuole l’inceneritore in Trentino sembra più interessato a far girare soldi ai soliti noti per l’impianto e alla gestione del business dei rifiuti che a risolvere davvero il problema».

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Rassegna: L’Adige e Trentino

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