Nuove opere sul Lago d’Idro: la PAT fornisce chiarimenti tra dubbi sulla VIA e rischi ambientali

In previsione di ascoltare i promotori della petizione 4/XVII “Gestione dell’acqua del lago d’Idro”, il sostituto dirigente del dipartimento territorio, ambiente ed energia della Provincia di Trento, dirigente generale Romano Masè, ha presentato alla Terza commissione del Consiglio provinciale di Trento un quadro della situazione riguardante il nuovo progetto di prelievo d’acqua dal Lago d’Idro. Ecco i punti principali del suo intervento:

Stato della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)

La procedura VIA, avviata nel 2011 e conclusa nel 2013, è secondo l’interpretazione di APPA ormai definitiva. È stata prorogata prima a marzo 2019 e successivamente, dal Ministero dell’Ambiente, fino a maggio 2028

Aspetti tecnici e gestionali

L’opera è di competenza della Regione Lombardia, con finanziamento statale e regionale mentre l’implementazione del progetto sarà gestita da AIPO. In considerazione del rispetto della regola attuale che prevede un’escursione massima del livello del lago limitata a 1,30 metri, la Provincia di Trento si è impegnata a fornire più acqua dai bacini idroelettrici per sostenere le necessità agricole.

Considerazioni ambientali e turistiche

Sulla sponda trentina del lago è collocata l’area classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Si è cercato di bilanciare le esigenze di sicurezza idraulica con quelle ambientali e turistiche e per soddisfare tale bilanciamento è stato previsto un monitoraggio continuo degli effetti dell’opera.

Prossimi passi

Sarà necessario un nuovo accordo gestionale tra Provincia autonoma di Trento e Regione Lombardia. La Provincia di Trento ha già avviato il monitoraggio in preparazione del nuovo accordo.

Analisi critica della situazione

La relazione del dirigente generale Masè ha certamente il merito di fornire un inquadramento giuridico della vicenda dello sfruttamento del lago d’Idro. Tuttavia, non si può non rilevare come la procedura adottata dalla commissione consiliare presenti alcuni aspetti problematici. In particolare, la scelta di ascoltare preventivamente un dirigente sulla questione, prima ancora dell’audizione dei promotori della petizione, appare quanto meno inusuale. Questo approccio rischia di condizionare il decisore politico rispetto ai contenuti dell’azione popolare, senza coinvolgere fin da subito i promotori della petizione e senza garantire un adeguato contraddittorio. Del resto, se ci fosse stata fin dall’inizio una maggiore sensibilità alle tematiche ambientali da parte delle istituzioni, probabilmente non sarebbe stato necessario ricorrere a una petizione popolare.

Al di là di queste considerazioni procedurali, emergono due questioni particolarmente critiche. La prima riguarda l’approccio eccessivamente dogmatico rispetto alla legittimità della procedura di proroga del provvedimento di VIA gestita dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Su questo punto, è importante sottolineare come la questione sia in attesa di una pronuncia della Commissione Europea che è stata sollecitata da un’interrogazione dell’europarlamentare Gaetano Pedullà. Ci sono in gioco principi fondamentali come quello dell’informazione ambientale e della partecipazione pubblica nelle procedure di autorizzazione ambientale per le grandi opere infrastrutturali ed anche la Provincia di Trento e la Regione Lombardia dovrebbero tenere in conto tali principi.

La seconda criticità, non meno importante, concerne l’accordo sui livelli di regolazione delle acque. Le nuove opere di presa e di sbarramento, con la realizzazione della savanella per garantire il deflusso delle acque del fiume Chiese sotto l’attuale livello minimo del lago, rappresentano una seria minaccia per l’ecosistema lacustre. Esiste infatti il rischio concreto di nuovi e improvvisi abbassamenti coatti, simili a quello già verificatosi nel 2022, finalizzati principalmente a soddisfare le richieste della corporazione agraria della pianura padana in spregio alle misure di tutela delle aree protette sancite dalla direttiva Habitat. Questa situazione evidenzia come gli interessi agricoli rischino di prevalere sulla tutela ambientale del lago a prescindere dall’esito dei monitoraggi il cui svolgimento è in corso, quando per logica, invece, avrebbe dovuto essere effettuato e concluso prima dell’avvio della procedura per concedere la proroga del provvedimento di VIA.

* * * * *

Segue il contenuto integrale della nota di sintesi diramata dall’ufficio stampa del Consiglio provinciale in data odierna (8 gennaio 2025) in riferimento alla relazione illustrata alla Terza commissione permanente dal direttore di APPA:

I lavori della Terza commissione si sono chiusi con la petizione numero 4 (qui la notizia), relativa alla gestione dell’acqua del lago d’Idro. In vista dell’incontro con i proponenti, previsto anch’esso per il 6 febbraio, oggi il dirigente Romano Masèha proposto un riassunto della storia del progetto di rifacimento della traversa di chiusura del lago. L’intervento di Masè ha preso le mosse proprio dalla petizione che chiede tra l’altro di bloccare il procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via). La procedura, ha ricordato, è stata avviata nel 2011 ed il procedimento è stato concluso con una Via del 2013. Il procedimento di Via si è chiuso ed è quindi definitivo, ha rimarcato. Venuto a scadenza con opere non realizzate (il riferimento è al rifacimento della traversa di chiusura del lago che regola il livello d’acqua, ha ricordato), la Via è stata prorogata a marzo 2019 e nell’ottobre 2023 è intervenuta, a opera del Ministero dell’Ambiente (la Via è nazionale), una proroga fino al maggio 2028. Risulta evidente, ha affermato il dirigente, che la richiesta di bloccare la procedura di Via ha poco senso. Parlando del secondo punto della petizione che chiede di bloccare l’appalto, Romano Masè ha detto che l’opera è della Regione Lombardia, finanziata da Stato e Regione Lombardia e che la realizzazione spetterà ad Aipo. La complessità di questa vicenda, ha aggiunto, è legata al fatto che entrano in gioco interessi da contemperare: il tutto parte da esigenze di sicurezza, ma si pongono una serie di problemi anche di sicurezza idraulica a monte che coinvolgono anche la provincia di Trento. Il tema di come sarà realizzata l’opera è centrale anche per il Trentino, ha aggiunto, in primis per questioni di protezione civile. Masè ha parlato dell’impatto ambientale: si è in presenza di un Sic, per ciò l’escursione è stata limitata a un metro. Il bypass deteriorato consentiva di abbassare il livello del lago di oltre tre metri, ha spiegato, e l’intervento previsto consentirebbe di riproporre un’escursione di più di un metro. Ancora: preoccupazione c’è non solo per il Sic, ma anche per l’aspetto turistico perché si creerebbe un salto di tre metri in estate in un luogo a forte vocazione turistica. Il dirigente ha quindi ricordato che si è cercato di contemperare tutte le esigenze e gli interessi con un accordo con cui si fissa un’escursione massima di 1,30 metri; la Provincia di Trento ha dato la disponibilità a rilasciare più acqua dai bacini idroelettrici per garantire la fornitura di acqua anche all’agricoltura. L’opera ha avuto l’avallo e sarà realizzata da Aipo, ha concluso, la parte gestionale dovrà essere oggetto di un nuovo accordo a valle dell’opera tra Provincia autonoma di Trento e Regione Lombardia. Tra le condizioni, ha ricordato ancora Masè, la Provincia di Trento ha posto anche un monitoraggio stretto e sta già lavorando sul monitoraggio per capire gli effetti dell’opera in vista della stipula del nuovo accordo.

NB* Titolo rettificato il 9 gennaio 2025 per specificare che il dirigente Masè è intervenuto in Commissione in qualità di sostituto dirigente del dipartimento territorio, ambiente ed energia e non come direttore generale di APPA al solo fine di illustrare il quadro giuridico e procedurale non per prendere posizione per conto dell’assessora competente Giulia Zanotelli

* * * * *

Rassegna stampa:

Il Giorno – 11 gennaio 2025 – Idro, la battaglia sui prelievi: “Con questa gestione lago a rischio sopravvivenza” – di Federica Pacella

L’Adige – 10 gennaio 2025 – Lago d’Idro in commissione – di Giuliano Beltrami

One Reply to “”

Lascia un commento