La Corte Costituzionale chiamata a decidere sul caso Sgarbi vs Marini

Con ordinanza 176/2025 la Consulta ha dichiarato ammissibile il ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, promosso dalla Corte d’appello di Ancona nei confronti della Camera dei deputati per potersi pronunciare sul caso Sgarbi vs Marini. In gioco c’è una questione fondamentale: i limiti dell’immunità parlamentare e il diritto di esprimere liberamente le proprie valutazioni su nomine e scelte amministrative, senza timore di ritorsioni.

Ad aprile avevo chiesto al Consiglio provinciale di Trento di esercitare una facoltà prevista dalle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale, presentando una memoria amicus curiae a sostegno delle prerogative dei consiglieri provinciali e del principio di autonomia. Non si trattava di parteggiare per l’una o l’altra istituzione, ma di riaffermare un principio: l’assemblea legislativa ha il diritto – e il dovere – di difendere i propri membri quando le sue funzioni vengono messe in discussione da altri poteri dello Stato.

La risposta, però, è stata deludente. Il Presidente del Consiglio, Claudio Soini, ritiene che il caso — pur originato da un attacco frontale a un consigliere nell’esercizio delle sue funzioni, corredato da una scarica di insulti pubblici su cui, nel 2019, si era espresso con fermezza anche l’allora Presidente Walter Kaswalder — non riguardi direttamente le prerogative del Consiglio.

Il Presidente Soini ha sostenuto che un eventuale intervento potrebbe far pendere la bilancia a favore di uno dei due poteri dello Stato coinvolti (Parlamento e Magistratura). Una posizione pilatesca, che ignora il cuore della vicenda: un consigliere provinciale colpito da un’azione giudiziaria per aver fatto semplicemente il proprio dovere, senza piegarsi all’accondiscendenza come invece hanno fatto altri consiglieri. E che non tiene conto di ciò che in altri contesti assemblee regionali o consigli locali hanno ritenuto doveroso: difendere se stesse.

Si parla tanto di autonomia, ma solo quando fa comodo. Quando invece si tratta di difendere i principi, i diritti e la dignità delle istituzioni locali, si preferisce voltarsi dall’altra parte. Anche quando in gioco ci sono la tutela della funzione consiliare, la dignità dell’istituzione e la libertà di espressione nell’esercizio del mandato elettivo.

In completa solitudine – se non per il prezioso supporto dell’avvocata Rosa Rizzi – continuerò comunque a lavorare con determinazione perché la Corte Costituzionale riaffermi un principio chiaro: l’immunità parlamentare non può diventare uno scudo per l’arroganza, né un’arma per intimidire chi esercita il proprio ruolo istituzionale con coscienza e rispetto. Ora non ci resta che attendere l’esito della trattazione della Corte.

2 Replies to “La Corte Costituzionale chiamata a decidere sul caso Sgarbi vs Marini”

  1. E’ importante non lasciar correre…presi per sfinimento…si perde la voglia di impegnarsi per ribadire la libertà di espressione nel contesto del proprio mandato! Grazie per la tua determinazione

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