Lago di Garda. Per la Giunta provinciale il Comitato permanente d’intesa non serve

Ieri ho presentato un Question Time rivolto alla Giunta Provinciale per sapere come mai la navigazione e la salvaguardia dell’ambiente sul Lago di Garda non siano gestite tramite un comitato specifico compartecipato da Veneto e Lombardia. Sarebbe imposto da una legge provinciale ma la giunta mi ha risposto che non serve un organo in più perché alle riunioni della Comunità del Garda partecipano già tutti gli enti interessati. I risultati, aggiungo io, purtroppo sono sotto gli occhi di tutti.

Il lago di Garda rappresenta un bene ambientale di inestimabile valore ed è l’elemento centrale per lo sviluppo turistico ed economico delle comunità che lo circondano. Peccato però che l’attenzione alla salute di uno degli specchi d’acqua più belli d’Europa lasci molto a desiderare ed esso risulti sotto costante minaccia da parte dell’uomo.

Citando solo alcune ben note criticità, la gestione del demanio lacuale evidenzia in maniera chiara l’inadeguatezza delle misure adottate per la predisposizione del bilancio di fosforo e azoto in relazione ai rischi di sversamento di collettamenti lunghi, sono possibili scariche di acque reflue fuori controllo, la cementificazione selvaggia delle aree verdi e rurali che circondano il Benaco ha prodotto la riduzione inesorabile delle zone tampone e filtro di inquinanti dei territori circostanti.

La Legge (ad esempio il decreto del Presidente della Repubblica 616/1977) prevede che aree di particolare rilevanza turistica e ricreativa condivise da più Regioni, quale è il caso del Lago di Garda, siano da esse gestite in comune, anche tramite la forma consortile. Si tratta di funzioni importanti come ad esempio la navigazione, i porti, la rimozione di materiali sommersi, e via discorrendo. Per dare concretezza a tutte queste previsioni fu approvata la legge provinciale 9/2001 avente ad oggetto “Disciplina del demanio lacuale e della navigazione sul lago di Garda” la quale prevedeva la costituzione del Comitato permanente d’intesa (testo coordinato con Veneto e Lombardia). Esso è però rimasto solo sulla carta perché bloccato dalla Provincia di Trento. Le regioni Lombardia e Veneto hanno infatti, rispettivamente con d.g.r. n.1242 del 24.01.2014 e con d.g.r. 2091 del 17.10.2012, approvato l’Accordo Quadro interregionale tra Regione Lombardia, Regione Veneto, Provincia autonoma di Trento e Comunità del Garda ma la Provincia Autonoma di Trento non l’ha ancora ratificato.

Al question time presentato ieri in aula (409/XVI) la Giunta ha risposto che non è mai emersa l’esigenza di avviare il comitato. A loro parere, siccome alle riunioni della Comunità del Garda partecipano tutti gli enti preposti e non si evidenzia un mancato coordinamento tra enti e quindi non serve istituire un ulteriore organo consultivo. La risposta fa emergere una situazione piuttosto controversa, per non dire ambigua, che mette in risalto non solo l’incompleta attuazione delle leggi provinciali e statali ma anche la conseguente gestione ambientale di un luogo naturale di inestimabile valore tramite iniziative disgiunte e scoordinate. Per superare questa situazione di incertezza sarà impegno del sottoscritto promuovere iniziative congiunte con gli altri portavoce M5S veneti e lombardi per fare in modo che per la salvaguardia naturale del lago di Garda sia assicurata con provvedimenti ed iniziative concertate e più trasparenti.

Qui il resoconto verbale con la risposta del presidente Fugatti del question time discusso il 9 aprile 2019.

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