Si susseguono notizie contraddittorie riguardo al destino dell’area naturale di Serodoli, da tempo nel mirino delle società impiantistiche che vorrebbero realizzarci delle piste da sci e a tal fine avrebbero richiesto una modifica del Piano Urbanistico Provinciale. Di recente si è scoperto che l’assessore all’Ambiente Mario Tonina avrebbe incontrato i rappresentanti delle società impiantistiche proprio per prender nota dei loro desiderata (tipo lista della spesa, immagino).
Stranamente non risulta che abbia fatto lo stesso anche con le altre parti in causa, ad esempio il Parco Naturale Adamello Brenta Geopark. All’apparenza l’assessore nega di voler concedere anche Serodoli agli impiantisti, ma il linguaggio che utilizza appare fumoso, suscettibile di diverse interpretazioni e in definitiva sfuggente.Tutto questo non contribuisce a fugare dubbi e sospetti, corroborati dal passato comportamento delle amministrazioni pubbliche e dai propositi “sviluppisti”, più volte enunciati dall’attuale maggioranza provinciale.
Per questo ho provveduto a depositare una nuova interogazione con la quale pongo domande precise all’assessore Tonina in merito alle intenzioni sue e della maggioranza di cui fa parte rispetto al futuro di Serodoli e alle circostanze che lo avrebbero portato ad incontrare i rapprresentanti delle funivie ma non degli altri enti che verrebbero influenzati da eventuali modifiche del PuP.
*******
Interrogazione n. 797/XVI: Richiesta di ampliamento delle piste da sci avanzata da società impiantistiche
A pagina 15 del quotidiano Trentino edito in data 15/09/2019 si può leggere un’intervista al vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento e assessore pro tempore all’Ambiente Mario Tonina. Tema del colloquio giornalistico la risposta dell’assessore alle richieste di ampliamento delle piste da sci avanzate dalle società impiantistiche e da effettuarsi tramite una modifica del Piano Urbanistico Provinciale;
riguardo ai contenuti espressi nell’intervista si evidenzia in particolare il seguente virgolettato attribuito all’assessore pro tempore all’Ambiente: «Per quanto riguarda il problema dell’ampliamento delle aree sciistiche di quel territorio ho avuto un incontro nei mesi scorsi con le funivie di Campiglio: l’impegno che mi ero preso con loro era di fare una valutazione. In generale (e non solo per quell’area) c’è una volontà, a dieci anni dall’approvazione del terzo Piano Urbanistico Provinciale, di ragionare su una revisione, visto che oggi ci possono essere necessità diverse. In questo momento i miei uffici stanno lavorando, per condividere tra qualche mese quello che eventualmente si può tenere in considerazione, ma solo dopo aver fatto una ampia ricognizione» («Pronti a ragionare su ampliamenti, ma non a Serodoli» – Trentino, 15 settembre 2019, pagina 15);
risulta agli interroganti che nel corso dell’assemblea dei soci tenutasi a inizio settembre le Funivie di Folgarida Marileva abbiano effettivamente avanzato la richiesta di ampliare il demanio sciabile nelle zone di Mondifrà – Malga Dimaro, di Serodoli – Val Gelada – Pellizzano e di Malga Ritort – Plaza, tema sul quale sussisterebbe piena univocità di vedute con altre società impiantistiche, tra le quali ci sarebbe anche Funivie Madonna di Campiglio Spa. A conforto di tali affermazioni si segnala a titolo di esempio il seguente articolo di stampa: Funivie: Marilleva e Campiglio puntano dritti su Serodoli «Più piste e impianti» (L’Adige, 8 settembre 2019, edizione on-line);
sempre nell’intervista menzionata in precedenza, l’assessore pro tempore all’Ambiente entra anche nel merito della richiesta avanzata da numerose società impiantistiche di ottenere modificazioni del PUP favorevoli alla realizzazione di nuove piste sciabili, anche in aree protette o dal particolare rilievo ambientale. In particolare si sottolinea il seguente virgolettato attribuito ancora all’assessore pro tempore all’Ambiente: «So che hanno parlato anche di Serodoli all’assemblea delle funivie, ma non credo che quello sia il loro interesse, perché sanno benissimo delle difficoltà che ci sarebbero, tanto che quando ci siamo incontrati a me non ne hanno parlato. Se parliamo del completamento dell’area di Campiglio, la valuteremo con senso di responsabilità. Anche perché quella è una realtà importante all’interno di un carosello sciistico che ha garantito uno sviluppo importante negli anni e lo sta garantendo anche ora. La loro richiesta è pertanto legittima. Sarebbe sbagliato da parte mia ancor prima di fare delle verifiche, dire “non vanno bene”. La serietà ci spinge a fare approfondimenti e trovare il giusto equilibrio» («Pronti a ragionare su ampliamenti, ma non a Serodoli» – Trentino, 15 settembre 2019, pagina 15);
da quanto segnalato nei precedenti paragrafi si evince che nei mesi scorsi l’assessore abbia avuto un non meglio precisato numero di incontri con i responsabili di alcune società impiantistiche i quali avrebbero fatto presente al medesimo il proprio desiderio di ottenere modifiche del PUP tali da rendere possibile un ulteriore ampliamento del demanio sciabile a loro favore. A quanto è dato capire, detti incontri non avrebbero coinvolto altri se non l’assessore e i rappresentanti degli impiantisti. L’assessore asserisce di non aver ricevuto richieste specifiche riguardo all’area di Serodoli in Val Rendena, pur ammettendo di conoscere, per sentito dire, le richieste avanzate su di essa da parte di società impiantistiche nel corso delle proprie assemblee, ma di non ritenere che tali istanze siano nell’interesse degli impiantisti medesimi. Si dice anche pronto a valutare le richieste pervenutegli “con senso di responsabilità” e di voler procedere facendo approfondimenti per trovare il “giusto equilibrio”, si suppone fra le richieste degli impiantisti e le necessità di tutela ambientale, paesaggistica e idrica che caratterizzano alcune delle aree individuate dalle società impiantistiche al fine di realizzarci nuove piste da sci. A titolo politico gli interroganti sottolineano come si possa arguire con dovizia di esempi che l’attuale situazione trentina presenti un equilibrio fra aree naturali e aree sciabili già di per sé molto sbilanciato a favore delle seconde e che in passato il “senso di responsabilità” mostrato da illustri predecessori dell’assessore pro tempore all’Ambiente si sia tradotto nell’accettazione pedissequa di gran parte delle richieste degli impiantisti stessi. Pertanto gli interroganti si chiedono quale sia il reale significato che l’assessore pro tempore all’Ambiente attribuisce ai termini sopra riportati;
gli interroganti ritengono le affermazioni attribuite all’assessore all’Ambiente Tonina non sufficientemente rassicuranti riguardo al destino dell’area di Serodoli, in Valle Rendena e, qualora la circostanza risultasse confermata, troverebbero preoccupante e sconcertante che l’assessore avesse preso parte a riunioni con i rappresentanti di società impiantistiche volte a registrare richieste di modifica del PUP senza incontrare anche gli altri enti che risulterebbero inevitabilmente influenzati dal soddisfacimento di tali richieste, ad esempio i rappresentanti del Parco Naturale Adamello Brenta;
tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere
- quante siano state le riunioni cui l’assessore pro tempore all’Ambiente avrebbe preso parte dall’inizio del proprio mandato con rappresentanti di società impiantistiche, chi vi abbia partecipato e il dettaglio delle eventuali richieste ricevute dall’assessore;
- se a seguito delle asserite riunioni citate al punto precedente l’assessore abbia incontrato anche rappresentanti di altri enti potenzialmente influenzati dalle richieste degli impiantisti, ad esempio con i rappresentanti del Parco Naturale Adamello Brenta, al fine di illustrare loro il contenuto delle richieste ricevute e di raccoglierne il punto di vista ed eventuali istanze. In caso affermativo si richiede il dettaglio di detti incontri comprensivo di date e nominativi dei partecipanti, in caso negativo si richiede per quale motivazione ciò non sia avvenuto;
- quale sia la definizione precisa dei concetti di “senso di responsabilità” e di “giusto equilibrio” utilizzati dall’assessore in relazione alla valutazione delle richieste avanzate dagli impiantisti riguardo all’ampliamento del demanio sciabile;
- se l’assessore sia personalmente contrario all’ampliamento del demanio sciabile a Serodoli, area di elevato pregio naturalistico sita in Valle Rendena e posta all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta.

One Reply to “Le funivie chiedono lo scalpo di Serodoli, Tonina sparge fumo, io interrogo!”