In Valle del Chiese abbondano i misteri. Dopo quello poco gaudioso del secondo ponte sul fiume Caffaro, anche il Comune di Pieve di Bono-Prezzo può vantare la sua opera “finita ma mai aperta”. Si tratta della “rampa per la zona industriale BIC (Business Innovation Center), che a oggi risulta sbarrata. Il perché è un mistero, per l’appunto.
La rampa in questione era parte dei lavori di completamento della variante di Pieve di Bono, la circonvallazione che ha permesso di trasportare gran parte del traffico fuori dagli abitati di Creto, Strada e Agrone, finita, inaugurata e aperta oltre un anno fa. Essa avrebbe dovuto connettere la zona industriale alla strada principale, in modo da permettere l’accesso ai mezzi pesanti senza costringerli a passare ancora in mezzo ai paesi, visto che lo scopo della variante era anche quello di non farli passare dal centro dei paesi. Invece niente. La rampa d’accesso resta chiusa e non si sa perché, o se si sa, non si dice così nessuno ne parla. Chissà, forse si preferisce non dire niente perché così tutti (?) possono vivere più sereni nella loro ignoranza…
Purtroppo a me queste situazioni non piacciono molto. Se ci sono dei problemi voglio che siano resi pubblici in modo da poterli affrontare e risolvere alla luce del sole, di fronte a chi ha pagato perché una certa opera fosse realizzata, cioè la collettività Per questo qualche giorno fa ho presentato l’interrogazione che trovate più in basso. Il sistema di star zitti e far finta che i problemi non esistano non solo non risolve i problemi ma è offensivo per l’intelligenza e i diritti dei cittadini. Qui c’è un’opera, all’apparenza completa e già pagata, che però non viene aperta e ciò causa delle criticità, prima fra tutte il passaggio dei mezzi pesanti (per quanti pochi possano essere) per la zona industriale di Pieve di Bono ancora attraverso i paesi, un fenomeno cui la variante aperta oltre 12 mesi fa avrebbe dovuto porre termine. Servono risposte e serve che il problema diventi di dominio pubblico. Esattamente quello che voglio ottenere con la mia interrogazione. Ora la palla ce l’hanno le strutture provinciali. Vedremo se accetteranno di far luce su questo “mistero”… almeno qui non potranno dire che la responsabilità è del Fondo Comuni Confinanti!
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Interrogazione n. 1033/XVI a risposta scritta: Apertura al traffico della bretella che collega il tracciato stradale alternativo alla S.S. 237 del Caffaro nel comune di Pieve di Bono alla zona industriale di Creto




La ciclabile di Pieve di Bono e interrogazione del 30-ott-2019 – 940/XVI “Ultimazione dei lavori di posa della rete di gas metano nel comune di Pieve di Bono e completamento della ciclabile del Chiese”
VERSIONE TESTUALE INTERROGAZIONE
nell’ottobre 2018, come già illustrato nell’interrogazione 121/XVI, è stato inaugurato il nuovo tracciato stradale alternativo alla S.S. 237 del Caffaro nel territorio del Comune di Pieve di Bono (TN) della lunghezza complessiva di 3800 metri circa noto anche come “Circonvallazione di Pieve di Bono”;
il relativo progetto preliminare denominato “Sistemazione S.S. 237 da Breguzzo al Lago d’Idro” ha ottenuto la V.I.A. in base alla deliberazione 23/2002 del Comitato Provinciale per l’Ambiente, mentre la valutazione tecnica preliminare della significatività dell’impatto ambientale del progetto “S.S. 237 del Caffaro” è stata definita con determinazione del Direttore dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente del 17/09/2004 (n. protocollo 1832/2004-U219);
tra le opere di raccordo tra la circonvallazione e la viabilità esistente vi è quella che nelle slide di presentazione della “Variante alla Strada Statale S.S. n° 237 del Caffaro nel Comune di Pieve di Bono” viene definita come “rampa per zona industriale B.I.C.”;
a giudicare dalle immagini inserite nel corpo del testo della presente interrogazione, l’opera in oggetto parrebbe essere stata ultimata quantomeno in gran parte, tuttavia, nonostante alcuni tentativi di raccolta di informazioni esperiti dall’interrogante, non è stato possibile conoscere i tempi e le modalità di apertura del collegamento stradale e nemmeno le ragioni della sua perdurante chiusura:
oltre all’incertezza sui tempi di apertura si sottolinea come non risultino chiare le modalità con cui si intenda rendere accessibile l’area industriale dove trova attualmente collocazione anche il B.I.C. (Business Innovation Center) di proprietà di Trentino Sviluppo Spa, il quale è costituito da tre corpi indipendenti ad uso produttivo e da una palazzina uffici per una superficie complessiva del lotto pari a circa 15 mila metri quadrati. Ad oggi all’area si può accedere solo da un’unica strada al cui ingresso è installata una barra telecomandata per impedire il libero transito dei veicoli nelle ore notturne e nei giorni festivi a tutela delle attività produttivi ivi collocate;
tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere
quali siano i fattori che ostacolano l’apertura al traffico della bretella che collega il tracciato stradale alternativo alla S.S. 237 del Caffaro nel territorio del Comune di Pieve di Bono (TN) alla zona industriale di Creto;
i tempi e le modalità di apertura al traffico della bretella in oggetto con particolare riferimento alle misure che la Provincia o Trentino Sviluppo Spa intendano eventualmente adottare per consentire la regolazione del transito all’interno dell’area industriale da parte delle imprese insediate nell’area;
One Reply to “Il misterioso caso della rampa di collegamento di Pieve di Bono, mai aperta in oltre un anno dal completamento della circonvallazione…”