Il 13 novembre scorso è stata approvata la riforma sui vitalizi che è poi entrata in vigore questo mese (LR 7/2019). Da buoni ultimi in Italia, ma anche in Trentino-Alto Adige/Südtirol siamo infine riusciti a portare a termine un cammino seguito da tutte le altre Regioni riguardo al passaggio dei vitalizi di politici, ex politici e loro familiari dal sistema retributivo (il beneficio è proporzionale allo stipendio che si riceveva e non dipende dai contributi versati) a quello contributivo (quello che si riceve dipende da ciò che si è versato nel corso della vita lavorativa). Questa operazione, fortemente voluta dal M5S, ha già consentito di risparmiare circa 25 milioni di euro (tabella simulazione conferenza Stato-Regioni) grazie ai tagli effettuati ovunque (dalla Sicilia mancano però i dati ufficiali) dei quali circa 2,5 derivanti dai tagli effettuati dal nostro Consiglio regionale (nota della Presidenza del Consiglio regionale).
Con questa riforma la Regione dunque risparmierà attorno ai 2,5 milioni di euro all’anno, denaro pubblico che va ad aggiungersi a quello già recuperato a livllo nazionale. Il M5S aveva già rideterminato i vitalizi degli ex parlamentari producendo risparmi quantificati per più di 40 milioni di euro all’anno per la Camera (200 milioni per la Legislatura) ed altri 16 per il Senato (cioè sugli 80 per la Legislatura) e con l’emendamento Fraccaro alla legge del bilancio statale 2019 (vedi commi 965-967 L.145/2018) si è fatto il passo successivo imponendo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo a più di 3100 ex consiglieri regionali in tutta Italia. Si trattava come noto di assegni molto generosi e, visto anche che ai cittadini comuni negli anni lo Stato ha richiesto grandi sacrifici, era solo giusto rettificare la situazione. Gli importanti risparmi realizzati potranno essere spesi a favore della collettività, sgravandola al contempo da nuove tasse.
Per quanto mi riguarda ho fatto la mia parte con una serie di interrogazioni presentate nel corso del 2019 per sollecitare l’attuazione della riforma nazionale anche nella nostra Regione e per ottenere dati e informazioni sui montanti degli importi versati e sui metodi di calcolo. L’impresa si è dimostrata ardua perchè sui vitalizi la riservatezza, chissà come mai, è massima e anche i consiglieri regionali fanno fatica ad ottenere le informazioni necessarie per poter svolgere il loro lavoro. Un esempio su tutti, la risposta ottenuta il 29 novembre scorso all’interrogazione n.37 con cui facevo il punto sulla necessità di perseguire la massima trasparenza e chiarezza sui numeri. In sostanza mi veniva risposto che quello che era stato già detto in Aula era già abbastanza, con l’implicito messaggio di desistere dal fare domande sconvenienti e di accontentarmi del poco che ci mi avevano fatto sapere, dopo aver anche dovuto insistere parecchio.
Siccome il tema è importante non mi sono in ogni caso limitato alle sole interrogazioni ma ho anche cercato di modificare la proposta di legge che era stata presentata dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio (ddl 11/XVI). Lo scopo era quello di tagliare in modo ancor più significativo i vitalizi da erogare e di perseguire in modo ancor più efficace il principio della giustizia sociale. Come è andata? Dei 23 emendamenti che ho presentato (qui un subemendamento correttivo) ne è però stato approvato solo uno, l’ultimo (emendamento 3805/23 subemendato con una riformulazione concordata in aula n.3888). Un piccolo risultato che tuttavia mi ha sorpreso, visto che l’atto approvato riguardava proprio il tema della trasparenza che nel corso della discussione del disegno di legge 11 e fino a quel momento era stata negata.
Ora la sfida sarà quella di attuare nella forma più chiara e trasparente possibile gli obblighi di pubblicazione sulle risorse pubbliche e sugli importi degli assegni di vitalizio e di reversibilità erogati. Non sarà facile ma continueremo a provarci.
È necessaria anche una nota riguardo al mio voto in Aula: mi sono astenuto. Ciò non perché non condivida la norma ma proprio per la fondamentale mancanza di trasparenza avvertita nel corso di tutta la trattazione della questione. L ‘attualizzazione dei vitalizi al sistema contributivo è da sempre una battaglia del M5S che una volta al Governo l’ha portata avanti con norme ad hoc ratificate dalla conferenza Stato-Regioni. Queste ultime si sono adeguate in tutta Italia e sono lieto che anche il Trentino Alto Adige, sebbene in ritardo, lo abbia fatto negli ultimi giorni. I risparmi annunciati sembrano promettenti, mancano però dati e coefficienti necessari a verificarne l’entità concreta. Staremo a vedere.
È importante capire la ratio della norma che abbiamo voluto: chi ha incarichi politici ha anche una grande responsabilità verso i cittadini e per una elementare questione di rispetto e credibilità nei loro confronti è giusto che faccia sacrifici e si tolga eventuali privilegi, come di fatto erano i vitalizi erogati col sistema retributivo che mettevano a disposizione dei politici e dei loro eredi ingenti cifre a fronte a volte di pochissimi anni di contribuzione. La nostra norma è dunque stata guidata solo da un criterio di equità, non certo dalla demagogia di cui ci accusano coloro che ai privilegi non vorrebbero rinunciare mai.
Ora mi impegnerò perché IL COMMA 4, ART.9 DELLA LEGGE sia attuato nella forma più chiara e completa possibile.
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4 Replies to “Vitalizi ad ex politici, qualcosa alla fine si è mosso ma non è stato per niente facile…”