Approvato il mio Ordine del Giorno per valutare di trasformare Riva del Garda in un hub per il trasporto delle persone da e per il Trentino

Realizzare un collegamento ferroviario fra Rovereto, Arco e Riva del Garda? È un’ottima idea ma solo se sarà orientato anche al servizio delle esigenze dei cittadini della “busa”  in modo da ridurre il traffico nell’Alto Garda al tempo stesso rendendo Riva del Garda un hub trasportistico di primo livello capace di convogliare e gestire arrivi e partenze da e per il Trentino, sia tramite traghetto da Lombardia e Veneto che, tramite autobus o treno,  potenziando l’accessibilità alle valli vicine, ad oggi mal servite dal trasporto pubblico. Questo il succo di una proposta di ordine del giorno che ho portato in discussione nell’ultima finanziaria provinciale ottenendone l’approvazione.

Di conseguenza la giunta è stata impegnata a valutare l’impatto dell’utilizzo dell’eventuale linea di trasporto su rotaia per servire gli abitati di Arco e Riva come trasporto pubblico extraurbano a supporto dei bus. Inoltre l’impegno riguarda anche la valutazione dell’ipotesi di potenziare e integrare le stazioni di Riva del Garda fino a  renderle un hub trasportistico che gestisca sia il trasporto ferroviario che quello su gomma e via acqua (autobus e traghetti) integrandoli in un unico centro capace di smistare in maniera efficiente l’afflusso e il deflusso dei viaggiatori facente perno su Riva del Garda, ovviamente potenziando e migliorando le linee di trasporto in modo da dare accesso e supporto anche alle valli vicine, ad esempio le Giudicarie e la Val di Ledro. Infine nell’analisi costi/benefici che verrà stilata dovrà anche essere valutato l’impatto di un collegamento ferroviario tra Brescia, la Valle del Chiese, l’Alto Garda e Trento, un’ipotesi che permetterebbe di migliorare di molto la circolazione delle persone per scopi turistici ma anche di studio e di lavoro in territori che sono da sempre naturalmente collegati fra loro riducendo l’esigenza di muoversi tramite automobile (Credit immagine: UnserTirol24).

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La proposta di ordine del giorno approvata dal Consiglio provinciale, l’emendamento integrativo concordato con la Giunta provinciale e il video di presentazione:

PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO n.3/36-37-38/XVIInterventi per il miglioramento della mobilità veicolare nella zona dell’Alto Garda e delle Valli Giudicarie (convertito in ordine del giorno 94XVI)

All’interno delle linee guida del programma di sviluppo provinciale (PSP) approvate dalla giunta provinciale trentina il 17/05/2019 figurano sette aree strategiche. La sesta, definita “Per un Trentino di qualità, funzionale, interconnesso al suo interno e con l’esterno” si focalizza sul tema delle connessioni viabilistiche, trasportistiche e informatiche. Vi si parla fra le altre cose, di sviluppi strategici della mobilità, così come della manutenzione di ponti, gallerie e infrastrutture varie e di produzione di energia tramite fonti rinnovabili. I concetti del PSP sono ripresi anche nel DEFP e nella nota di aggiornamento nella medesima area strategica;

il comma 2, dell’art.30 del disegno di legge di iniziativa giuntale 37/XVI prevede che: “Al fine di ridurre il traffico veicolare e migliorare la situazione della mobilità la Provincia promuove l’elaborazione di uno studio finalizzato a verificare la fattibilità tecnica ed economica di nuovi collegamenti ferroviari, con priorità per la tratta Rovereto-Riva del Garda, utilizzando i fondi accantonati ai sensi dell’articolo 2, comma 7, della legge provinciale 30 giugno 2017, n. 6 (Pianificazione e gestione degli interventi in materia di mobilità sostenibile)”. A tale fine al comma 3 del medesimo articolo si stanziano 200.000 euro per l’anno 2020 (ddl 37/XVI convertito in legge provinciale 23 dicembre 2019, n. 13 (Legge di stabilità 2020) vedi art.34 comma 3);

il suddetto articolo, assicurando una continuità nella programmazione infrastrutturale, riprende un impegno già approvato dall’aula nella consiliatura XV con l’ordine del giorno 393/XV avente ad oggetto “Avvio di uno studio di fattibilità circa il ripristino del collegamento ferroviario Rovereto -Arco – Riva del Garda” il cui dispositivo prevedeva: un impegno a valutare prioritariamente in fase di predisposizione del piano della mobilità la fattibilità del ripristino della Rovereto – Arco – Riva del Garda;

come ricordato nell’interrogazione 4679/XV, le Giudicarie sono, tra le grandi valli trentine, le uniche per le quali non è presente e non è in previsione l’interconnessione ferroviaria al resto del territorio provinciale e al capoluogo, Trento. Tale situazione può apparire senza dubbio bizzarra poiché i potenziali flussi di turisti e merci provenienti dalla confinante Lombardia, il conseguente potenziale economico, la conformazione geologica adeguata alla realizzazione di collegamenti ferroviari e i numerosi progetti in tal senso, sviluppati dal secolo scorso dovrebbero indurre perlomeno a considerare con grande attenzione l’opzione della realizzazione di un collegamento su rotaia fra Trento, le Giudicarie e tramite esse la Provincia di Brescia e il resto della Lombardia;

nell’anno 1891 la giunta comunale di Trento deliberò che il potestà dell’epoca, Paolo Oss Mazzurana facesse elaborare e un piano di rete di linee tramviarie a trazione elettrica, allo scopo di realizzare un collegamento fra Trento, Sarche, Tione, Pinzolo e Ponte Caffaro, all’epoca punto di confine fra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Tale progetto venne effettivamente portato avanti dall’ingegnere Emanuele Lanzerotti con la collaborazione dell’ingegnere Mario Baudracco che predisposero il Programma ferroviario delle Alpi Orientali, che tra gli assi principali da sviluppare prevedeva anche il collegamento Nord – Sud Ovest da Trento a Ponte Caffaro. L’idea di realizzare tale collegamento si trascinò a più riprese per gran parte del ‘900 e ciò in virtù dell’attrattività garantita dal potenziale economico connesso e della fattibilità tecnica dell’opera;

per quel che riguarda il tratto lombardo dell’asse di collegamento Brescia-Trento le cose andarono oltre la mera fase di progettazione. Come riportato ad esempio nel libro di Ovidio Pellizzari “Immagini e Storie dal fronte delle Giudicarie, Valle del Chiese 1915-1918” già nel corso del primo conflitto mondiale il Comune di Storo era stato collegato alla Lombardia. Detto collegamento era garantito dalla linea ferroviaria Vestone-Idro, Comune dal quale partivano due piroscafi che solcavano il Lago d’Idro e scaricavano il materiale in uso all’esercito italiano in località “porto Cammarelle” sita a Baitoni, frazione del Comune trentino di Bondone da dove era stata posata una ferrovia Decauville, cioè una strada ferrata a scartamento ridotto su binari leggeri, che proseguiva verso l’abitato lombardo di Ponte Caffaro (località “San Giacomo”) e da quì si spingeva per l’appunto fino a Storo dove si trovavano acquartierate le truppe. Risulta inoltre che al termine del conflitto si fosse ragionato sull’opportunità di rendere stabile il collegamento realizzato, ma l’opportunità andò persa;

sempre sul versante bresciano, va segnalato che tra il 1897 e la fine degli anni ‘60 del ‘900 restò in attività la linea ferroviaria Rezzato-Vobarno, la prima in Italia costruita interamente con capitale privato, che garantì l’accesso delle ferriere di Rezzato alla linea Milano-Venezia. Il tratto venne chiuso nel 1968 e disarmato nel 1976;

in risposta all’interrogazione 4679/XV presentata il 21/06/2017, laddove si chiedeva se la Provincia di Trento, Regione Lombardia e Trenord S.r.l. avessero mai valutato l’opportunità di un collegamento ferroviario, anche utilizzando tecnologie moderne e leggere come ad esempio il tram-treno (LNT), tra la città di Brescia e le valli Giudicarie, in data 09/10/2017 l’assessore alle infrastrutture e all’ambiente rispondeva che: «Ad oggi non è in programmazione né allo studio il collegamento ferroviario tra Brescia e le Valli Giudicarie. E’ invece in esame, la possibilità di integrare il trasporto ferroviario Rovereto – Riva con il servizio di navigazione sul Garda»;

come dimostra il disegno di legge cui si collega questo Ordine del Giorno l’impostazione riguardante il ripristino del collegamento ferroviario dell’alto Garda al resto del Trentino e alla tratta che conduce verso Monaco di Baviera viene considerata perseguibile e a tal fine si vuol procedere con la disposizione di studi che permettano di approfondire la questione prendendo in considerazione anche l’ipotesi di sviluppare alternative sotto il profilo infrastrutturale nei collegamenti da e per Riva del Garda. Nel contesto dei trasporti moderni, non ci si può infatti limitare a considerare l’impatto di una singola linea diretta da un centro abitato all’altro. Se lo scopo che ci si prefigge è produrre valore reale per i cittadini trentini allora non si può prescindere dall’idea di trasformare il sistema integrato dei trasporti di Riva del Garda in un punto nevralgico di gestione e smistamento del traffico da e per le valli limitrofe e le altre località gardesane site in provincia di Brescia e di Verona;

per poter realizzare quanto enunciato al precedente paragrafo è necessario far sì che Riva del Garda si trasformi in un vero e proprio hub per i trasporti pubblici riferiti alle valli limitrofe e al resto del lago di Garda. Va ad esempio posto in previsione un rafforzamento delle linee che collegano l’Alto Garda con valli come quella di Ledro, del Chiese e le Giudicarie Esteriori, in modo da garantire anche ad esse di partecipare allo sviluppo offerto dal maggiore interconnessione dei trasporti centrato su Riva del Garda. Ciò potrebbe essere ottenuto o tramite l’introduzione del trasporto su rotaia, opzione prevedibilmente assai costosa, oppure con una maggiore frequenza del trasporto tramite corriera, rendendo in tal modo realistica per i cittadini dei territori periferici la scelta di utilizzare questi mezzi per muoversi verso Riva del Garda e quindi, eventualmente, di dirigersi verso gli altri centri connessi a quest’ultima. Per quanto riguarda le linee di trasporto passeggeri infatti, una delle caratteristiche fondamentali da tenere presenti è la capillarità. Prevedere fermate in grado di assolvere alle esigenze del maggior numero di abitati possibili, in tal modo garantendo che il trasporto pubblico possa fungere da valida alternativa all’uso dell’auto privata;

al tempo stesso, risulta certo utile prevedere una valutazione analoga a quella che si ritiene di effettuare rispetto al potenziale collegamento di Riva del Garda con Trento e con Monaco, rispetto alla realizzazione di un tratto ferroviario che consenta il collegamento delle Giudicarie con la Provincia di Brescia e quindi con la Lombardia, incentivando l’afflusso di turisti verso queste valli, al tempo stesso facilitando la partenza di merci prodotte in loco dalla significativa presenza industriale che ancora insediata in territori come il basso Chiese, in tal modo sgravando la viabilità su strada del traffico di autoveicoli e autoarticolati;

la funzione di hub trasportistico che Riva del Garda dovrebbe andare ad assumere non potrebbe prescindere poi dal rafforzamento del trasporto navale. L’ipotesi di integrare in maniera più efficiente, sia in termini di frequenza che di tipologia di alimentazione dei traghetti, il collegamento reciproco tramite traghetto di Riva con le località gardesane venete e lombarde fungerebbe infatti da ovvio volano economico e sociale per l’alto Garda e se integrato come ipotizzato sopra, per il resto del territorio trentino, limitrofo e non;

tutto ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta

1. a prevedere, nella predisposizione dello studio di fattibilità previsto dall’art.30 del disegno di legge 37/XVI, ipotesi di utilizzare il tratto tra Arco e Riva del Garda come linea di trasporto urbano tra i due centri;

2. a prevedere un’ipotesi di hub trasportistico in coincidenza o in prossimità del capolinea della linea ferroviaria nell’Alto Garda e le modalità di integrazione e pianificazione del trasporto pubblico su acqua con i centri urbani che si affacciano sul lago di Garda e su gomma tra Alto Garda, Giudicarie Esteriori, Val di Ledro e Valle del Chiese al fine di assicurare un effettivo miglioramento dell’accessibilità e della mobilità delle persone residenti nelle aree periferiche in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica facilitando l’interconnessione tra valli periferiche e i centri urbani dell’asta dell’Adige;

3. a considerare, nella predisposizione dello studio di fattibilità, un’analisi costi/benefici di un collegamento ferroviario tra Brescia, Giudicarie (tramite valle del Chiese), Alto Garda e Trento;

Emendamento integrativo al dispositivo della proposta (Punto 4):
emendamento studio fattibilitàhttps://youtu.be/-o_2hoWXJkg 

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