Urlare (di solito in campagna elettorale) “taglieremo lacci e i lacciuoli che opprimono i cittadini!” non serve assolutamente a niente se a monte non si sa nemmeno distinguere fra un effettivo impedimento burocratico e una verifica utili a garantire che non venga commesso un sopruso.
Per combattere davvero la burocrazia andando oltre la semplice propaganda è infatti necessario agire in maniera approfondita e scientifica, dotandosi di strumenti utili allo scopo, altrimenti si rischia solo di peggiorare la situazione. Il carico burocratico non cala mentre invece saltano i controlli (e chissà come mai…).
Per questo motivo la scorsa estate il M5S trentino ha proposto e ottenuto l’approvazione di un ordine del giorno che introduceva il cosiddetto Barometro della Burocrazia. Verso fine 2019 ho effettuato alcune verifiche per assicurarmi che l’impegno assunto dalla giunta provinciale non andasse disatteso e che il Piano triennale di ISPAT fosse aggiornato di conseguenza. Un’iniziativa che si è rivelata utile. Proprio in questi giorni è uscito il Piano di Attività 2020-2022 di ISPAT che contiene l’analisi “SEP-0078 Misurazione qualitativa e quantitativa dell’onere burocratico per imprese e cittadini”, un primo importante passo per verificare quanta sia la burocrazia in Trentino per poi iniziare ad incidere su di essa in maniera sistematica.
La burocrazia è una brutta bestia che intralcia il lavoro quotidiano di imprese, cittadini e degli stessi dipendenti pubblici chiamati a dover applicare regole e procedure talvolta incomprensibili. Non si combatte a parole ma con studi approfonditi e con azioni conseguenti. Persone serie, che fanno politica per risolvere i problemi e non per lucrarci sopra consenso elettorale, agiscono così, gli altri invece si limitano a raccontare storie.

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