Il Governo ha impugnato la legge per mettere i segretari comunali sotto il controllo dei sindaci. Ora le opposizioni continuino la battaglia in Consiglio regionale!

Il Governo ha stabilito di impugnare la legge regionale della maggioranza Lega-Svp (ma valida solo in Trentino…) che da ai sindaci il potere di scegliere i segretari comunali a loro più graditi.

Il M5S trentino condivide e applaude questa decisione del Governo. L’idea di assoggettare i segretari comunali ai voleri degli amministratori locali non è solo incivile ma è proprio la testimonianza plastica della volontà che anima parte della classe politica nostrana di porre sotto il proprio insindacabile controllo anche chi dovrebbe far rispettare le regole e a cui spetta la responsabilità del personale di ciascun Comune, cioè i segretari comunali.

Anche un bambino capisce che se si da a un sindaco e alla sua maggioranza la possibilità di decidere autonomamente chi dovrà assumere compiti così importanti, in moltissimi casi essi saranno portati a indicare le persone che ritengono più “disponibili” verso di loro e non certo quelle che agiscono con senso di giustizia, equità e imparzialità, con l’aggravante di rendere “premianti” in termini di risultati professionali proprio i comportamenti più censurabili che talvolta si possono riscontrare in seno alla pubblica amministrazione.

Benissimo ha fatto allora il Governo ad impugnare una proposta che se applicata trasformerebbe con ogni probabilità gli enti locali in un sistema clientelare caratterizzato da scarsi controlli sulla regolarità degli atti.

A dicembre avevo mostrato le mie perplessità su questa legge (video sotto) anche perché è stata fatta passare praticamente a tradimento tramite la conversione di un emendamento collegato alla finanziaria senza passare dalle commissioni competenti e quindi facendo in modo di non confrontarsi con le categorie interessate. Una cosa che secondo la nostra “diversamente democratica” maggioranza andava benissimo, perché loro avevano incontrato tanti sindaci che gli avevano chiesto espressamente di potersi scegliere da soli il segretario comunale… cioè l’ammissione che la maggioranza si impegna a fare tutto quello che viene richiesto dal sistema di potere locale nella speranza di entrare poi nelle sue grazie.

All’epoca avevo anche chiesto al resto delle minoranze se fossero disposte ad accompagnarmi una battaglia ostruzionistica per rinviare la legge in commissione in modo che potesse essere affrontata nelle sedi e nei modi previsti dal regolamento ma era stato deciso di non procedere con l’ostruzionismo, lasciando che fosse il Governo a valutare gli eventuali profili di incostituzionalità. Ora che questo è avvenuto non ci sono più scuse per non fare la nostra parte. Chiedo quindi fin da subito a tutte le forze politiche d’opposizione che siedono in Consiglio regionale di trovare una posizione comune in modo da avere più forza per riaprire il confronto con la maggioranza su una legge profondamente sbagliata nel merito e, vista la prepotenza con cui venne approvata, pure nei modi.

Spero che tutti comprendano l’importanza di quella che è a tutti gli effetti una battaglia di civiltà democratica e che stavolta la si possa affrontare in modo costruttivo, senza dividere un’altra volta la provincia di Trento da quella di Bolzano. Così non fosse il M5S andrà avanti con chi ci sta, o anche da solo, se ciò dovesse dimostrarsi necessario.

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Il Consiglio dei Ministri impugna la Legge regionale Trentino Alto Adige n.8 per l’istituzione di un albo unico dei segretari comunali perché vìola il principio di Uguaglianza

Il Consiglio dei ministri si è riunito giovedì 13 febbraio 2020, alle ore 20.56 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha esaminato ventitré leggi delle Regioni e delle Province autonome, e ha quindi deliberato:
– di impugnare la legge della Regione Trentino Alto Adige n. 8 del 16 dicembre 2019, “Legge regionale collegata alla legge regionale di stabilità 2020”, in quanto una norma riguardante l’istituzione di un unico Albo dei segretari comunali viola il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, nonché il principio di buon andamento della pubblica amministrazione sancito dagli articoli 51 e 97 della Costituzione;

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Sentenza 95/2021
(ECLI:IT:COST:2021:95)
Giudizio GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA PRINCIPALE
Presidente: CORAGGIO – Redattore ZANON
Udienza Pubblica del 13/04/2021    Decisione  del 14/04/2021Deposito del 11/05/2021   Pubblicazione in G. U.Norme impugnate: Art. 3, c. 1°, lett. g), della legge della Regione Trentino-Alto Adige 16/12/2019, n. 8.

C. Cost. 95/2021

“LA CORTE COSTITUZIONALE

1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 3, comma 1, lettera g), della legge della Regione Trentino-Alto Adige 16 dicembre 2019, n. 8 (Legge regionale collegata alla legge regionale di stabilità 2020), nella parte in cui introduce l’art. 148-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, nella legge della Regione Trentino-Alto Adige 3 maggio 2018, n. 2 (Codice degli enti locali della Regione autonoma Trentino-Alto Adige);

2) dichiara, in via consequenziale, ai sensi dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l’illegittimità costituzionale degli artt. 148-bis, commi 5 e 6, e 163, comma 1, ultimo periodo, della legge reg. Trentino-Alto Adige n. 2 del 2018;

3) dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 3, comma 1, lettera g), della legge reg. Trentino-Alto Adige n. 8 del 2019, nella parte in cui introduce l’art. 148-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 5, nella legge reg. Trentino-Alto Adige n. 2 del 2018, limitatamente alla durata quinquennale dell’iscrizione nella prima sezione dell’albo e al sistema relativo allo status giuridico ed economico del segretario comunale nella Provincia autonoma di Trento, promosse, in riferimento agli artt. 3, 51, primo comma, 97 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri con il ricorso indicato in epigrafe.

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 14 aprile 2021.”

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