Produzioni trentine e filiera corta: il M5S propone di valorizzarle inserendole nell’elenco dei beni acquistabili con la carta d’acquisti

Per dare sostegno ai prodotti a km zero della filiera trentina servono azioni concrete. Per questo ho presentato un’interrogazione finalizzata a capire se, al di là delle parole, la giunta provinciale si sia effettivamente attivata per fare ciò che aveva promesso ai produttori trentini.

Il Covid 19 sta colpendo duramente la salute degli italiani e dei trentini e quindi anche la loro propensione al consumo, con conseguenze nefaste sulle imprese che da essa dipendono. Ad esempio Coldiretti stima che a livello nazionale i consumi extradomestici siano calati del 48% con una perdita stimata in 41 miliardi di euro complessivi sul 2020. 

Una mano alle imprese, specialmente quelle che offrono prodotti del nostro territorio, potrebbe arrivare dalla legge Provinciale n.6 del 6 agosto 2020, la quale ha stabilito che una parte dell’assegno unico provinciale possa essere erogato non in denaro ma tramite carte destinate all’acquisto di specifiche tipologie di beni secondo criteri stabiliti dalla giunta. A oggi però non è affatto chiaro se sia stato definito un paniere dei prodotti acquistabili tramite carta incentivando il consumo delle produzioni provenienti dalla filiera corta trentina. Allo stesso tempo sarebbe anche utile che nella definizione del paniere di cui sopra venissero prese ad esempio le piattaforme che promuovono la vendita di prodotti trentini a km zero..

Queste sono proprio le domande che ho posto alla giunta. Spero che siano stati conseguenti alle loro promesse perché al di là della polemica politica oggi dobbiamo tutti fare il massimo per sostenere il nostro tessuto sociale e produttivo.

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Segue testo integrale dell’interrogazione 1955/XVI del 13 novembre 2020 “Uso delle carte d’acquisto provinciali per determinati panieri di beni”:

Il comma 2 dell’articolo 1 (Oggetto e finalità) della legge provinciale 13 maggio 2020, n. 3 “Ulteriori misure di sostegno per le famiglie, i lavoratori e i settori economici connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e conseguente variazione al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2020 – 2022” prevede che: “Gli interventi previsti da questa legge sono diretti anche a favorire lo sviluppo socio-economico locale, sostenendo la coesione sociale, nel rispetto della sostenibilità ambientale e della sicurezza della salute […] la Provincia, fino al 31 dicembre 2021, promuove il ricorso a sistemi di approvvigionamento nell’ambito della filiera corta.”;

l’art. 21 della legge provinciale 6 agosto 2020, n.6 (Assestamento bilancio previsionale 2020-2022) ha modificato l’art. 28 della legge l.p. 29 dicembre 2016, n. 20 “Legge di stabilità provinciale 2017” introducendo il comma 4bis che prevede che una parte dell’assegno unico provinciale possa essere erogato, anziché in denaro, attraverso delle carte destinate all’acquisto di determinate tipologie di beni, secondo quanto stabilito con delibera di Giunta;

l’impegno della Provincia autonoma di Trento nello sviluppo e nella promozione della filiera corta nel rispetto della sostenibilità ambientale non è una novità, anzi, il nostro è stato il primo territorio in Italia ad approvare la legge provinciale 17 giugno 2010, n. 13 “Promozione e sviluppo dell’economia solidale e della responsabilità sociale delle imprese”)” che riconosce il ruolo e promuove lo sviluppo dell’economia solidale. In attuazione di tale legge sono stati individuati 13 settori economici nei quali operano gli Attori dell’Economia Solidale (anche detti AES) e altrettanti disciplinari cui aderire e attenersi per beneficiare delle azioni di promozione e incentivazione. (Chi Siamo, L’Economia SolidaleEconomiasolidaletrentina.it, ultima visita: 11 novembre 2020);

l’economia solidale, come riportato nel sito dedicato a questa iniziativa, comprende “l’insieme delle attività economiche che favoriscono l’emersione di esternalità positive ovvero gli effetti (positivi) di cui beneficia l’intera comunità per il fatto stesso che quell’attività economica sia realizzata”. L’agricoltura biologica rientra fra queste attività;

la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza provinciale 2020-2022 (NADEFP), all’interno dell’Area strategica 2 “Per un Trentino che fa leva sulla ricerca e l’innovazione, che sa creare ricchezza, lavoro e crescita diffusa”, prevede l’incentivazione della produzione di beni basata sulla filiera corta;

in particolare, uno dei punti dell’obiettivo di medio-lungo periodo 2.4 “Rafforzamento della competitività del settore agricolo provinciale, con particolare riferimento alle piccole imprese, secondo i criteri della triplice sostenibilità, economica, ambientale e sociale, valorizzandone il ruolo di presidio del territorio e per un’immagine distintiva” prevede il seguente fine: 

“2.4.9 Puntare su produzioni di qualità e tracciabili, sulla filiera corta e, in particolare per il settore vitivinicolo, sul patrimonio varietale autoctono, da valorizzare in una logica di promozione delle peculiarità e delle specificità che caratterizzano i prodotti agro – alimentari trentini in stretto raccordo con un territorio di qualità, anche attraverso specifici strumenti di qualificazione e riconoscimento […] valorizzando, per quanto possibile, le produzioni tipiche, tradizioni e quelle locali. Valorizzazione delle produzioni autoctone, attraverso l’introduzione di priorità e criteri premianti. Definizione di un programma organico di valorizzazione dei prodotti agro-alimentari locali, rivedendo coerentemente le politiche di promozione degli stessi”;

la NADEFP prevede pertanto che al fine di attuare concretamente la promozione dei beni della filiera corta, la Provincia definisca delle politiche di valorizzazione dei prodotti agro-alimentari locali e che queste siano periodicamente riviste;

oltre all’iniziativa sopra segnalata, è stato dato avvio ad un’altra lodevole proposta volta a favorire lo sviluppo dei beni agro-alimentari del territorio. Nel 2017 infatti è nato il progetto “Nutrire Trento” da una collaborazione tra Comune e Università di Trento, insieme a produttori, categorie economiche, ricercatori, professionisti, scuole, gruppi e associazioni di cittadini. Questi attori si sono uniti al fine di:

  • promuovere un consumo più consapevole;
  • sensibilizzare a una produzione più sostenibile;
  • accorciare le distanze tra produttore e consumatore, tra città e campagna;

durante il periodo di lockdown dell’emergenza Covid 19, alcune aziende agricole hanno dato avvio all’iniziativa “NutrireTrento #Fase2”, iniziando così ad effettuare consegne a domicilio ad un gruppo di 65 famiglie partecipanti al progetto che, oltre a fornire gli ordini settimanali di beni come frutta, verdura, uova, carne e salumi, hanno anche compilato tre questionari utilizzati per capire motivazioni e preferenze nell’acquisto;

nella pagina istituzionale dedicata al progetto si può leggere che “In questa crisi si sono ridotti anche i nostri rifiuti domestici. Recenti dati Nielsen pubblicati in questo periodo rilevano inoltre un aumento significativo nell’acquisto di prodotti ortofrutticoli bio, oltre che di un aumento generale delle vendite di frutta e verdura” (NutrireTrento#Fase2 #ritornoalfuturo; Socioecologico – Nutriretrento.it, 10 novembre 2020);

come specificato nel servizio giornalistico dedicato all’iniziativa “NutrireTrento#Fase2”, un limite del progetto è stato relativo alla mancata diversificazione dei partecipanti, vi hanno partecipato infatti solo persone istruite e benestanti (Nutrire Trento, frutta e verdura a domicilio non solo per il lockdownTGR Trento, 22 agosto 2020);

le istituzioni quindi dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella divulgazione delle proposte per l’organizzazione delle piattaforme digitali legate alla vendita dei prodotti, affinché tutti abbiano la possibilità di conoscere realtà di questo tipo e di aderirvi;

secondo le considerazioni fin qui esposte, al fine di favorire la transizione ecologica del territorio e lo sviluppo di sistemi alimentari salutari ed ecocompatibili, si ritiene utile venga definito un “paniere” di beni acquistabili con la carta dei servizi di cui all’art. 4 bis della Lp 16/2020, che rispettino i criteri definiti dalla Giunta per la salvaguardia delle risorse naturali, la tutela della biodiversità, il perseguimento della sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica e la valorizzazione della filiera agricola locale e degli operatori attivi nella catena del valore alimentare;

oltre all’acquisto dei prodotti alimentari, il paniere potrebbe essere utilizzato anche per l’acquisto di prodotti per la salute e il benessere femminile e per l’abbigliamento e l’istruzione dei figli minori, secondo i criteri definiti con delibera di Giunta;

tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere

se abbia definito o intenda definire, un paniere di beni acquistabili con la carta di cui all’art. 4 bis della Lp 16/2020, secondo criteri stabiliti con delibera di Giunta e, sentite le commissioni consiliari competenti, che prediliga prodotti locali agroalimentari della filiera corta, prodotti per la salute e il benessere femminile e per l’abbigliamento e l’istruzione dei figli minori e quale sia stato l’esito;

se nella definizione del paniere di beni acquistabili con la carta di cui all’art. 4 bis della Lp 16/2020 e nella comunicazione sociale collegata al lancio della carta intenda considerare l’esperienza del progetto “NutrireTrento” e in generale delle piattaforme digitali che promuovono la vendita di beni basati sul concetto di filiera corta e di chilometro zero;

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