Ricordate quando nel 2003 l’attore di origini austriache Arnold Schwarzenegger divenne Governatore della quinta economia mondiale dopo Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania?
Ecco, nel 2021 la storia potrebbe ripetersi anche se le probabilità che il Governatore in carica della California, il Democratico Gavin Newsom, sia rimosso dal suo incarico sono piuttosto basse. È praticamente certo però che gli elettori californiani nei prossimi mesi saranno chiamati ad esprimersi in un’apposita consultazione popolare per decidere se rimuovere Newsom ed eventualmente con chi sostituirlo.
Un simile processo democratico è possibile in considerazione del fatto che in questi giorni la Segretaria di Stato della California – l’afroamericana Shirley Nash Weber nominata dallo stesso Newsom nel gennaio scorso in sostituzione di Alex Padilla che nel frattempo è stato eletto nel Senato Federale – ha comunicato di aver ritenuto valide 1,19 milioni di firme rispetto ai 2,1 milioni di firme consegnate entro la scadenza del 17 marzo e che rimangono ancora 380 mila firme da elaborare per raggiungere la soglia delle 1.495.709 firme (numero corrispondente al 12% degli elettori che si sono recati alle urne in occasione dell’elezione del Governatore) per attivare la procedura elettorale del recall.
Una volta che la Segretaria di Stato avrà terminato la procedura di verifica delle firme che sono state raccolte, il Vice Governatore (in California il “Lieutenant Governor” è eletto direttamente dal popolo con una votazione separata da quella del Governatore) sarà tenuto a convocare l’Election Day tra i 60 e gli 80 giorni dopo la certificazione delle firme. Il Vice Governatore potrà comunque scegliere di accorpare il voto per il recall con le prossime votazioni regolarmente programmate se queste sono previste entro 180 giorni dalla certificazione.
In California dal 1911 ad oggi ci sono stati 55 tentativi (uno ogni 2 anni) di richiamare un governatore in carica anche se nella maggior parte dei casi non si sono tradotti in una vera e propria campagna di raccolta firme. L’unica campagna di “recall” riuscita si registrò tuttavia nel 2003, quando gli elettori, dopo aver raccolto un congruo numero di firme, con una votazione popolare scelsero di rimuovere l’allora Governatore Gray Davis (1° quesito) e di sostituirlo con Arnold Schwarzenegger (2° quesito – vedasi scheda di voto a piè di pagina).
Nella storia degli Stati Uniti d’America si sono svolte solo tre votazione per il recall di un governatore. Oltre al caso californiano sopra citato, fu richiamato il Governatore del Dakota del Sud nel 1921 mentre nel 2012 il Governatore del Wisconsin Scott Walker fu confermato nel suo ruolo con la maggioranza dei voti validi. Il caso del richiamo di Newsom rappresenta pertanto di un evento storico, sia per le specificità delle procedure democratiche che sono state attivate sia per l’attualità del confronto politico.
In California la campagna elettorale sta dunque per ripartire e come al solito la sfida si giocherà sui temi e sulle politiche progressiste che da sempre caratterizzano il Golden State: la lotta per l’uguaglianza salariale, l’aumento del salario minimo, le misure per contrastare i cambiamenti climatici, l’abolizione definitiva della pena di morte e le scelte in materia di immigrazione.
I big politici americani stanno già prendendo posizione. A livello nazionale i primi ad esporsi sono stati i popolarissimi senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, ma anche il presidente Biden si è già schierato dalla parte del Democratico Newsom. Di certo la battaglia elettorale sarà sotto i riflettori del mondo intero. Oltre al merito della sfida politica, la California è osservato speciale anche per le procedure democratiche: raccolta delle firme libera e senza ostacoli burocratici, possibilità di rimuovere i vertici del potere esecutivo seguendo una procedura attivata direttamente dagli elettori, voto per corrispondenza e possibilità di accorpare in un’unica data il voto per il recall, i referendum e le iniziative popolari di modifica costituzionale che in California non mancano mai e come al solito inseriscono nell’agenda politica temi d’avanguardia. Tutti elementi di democrazia sostanziale ai quali in Italia possiamo solo guardare con invidia, visto che da noi ogni richiesta di avanzamento rispetto ai diritti politici dei cittadini è osteggiata con veemenza sia dal sistema partitocratico che dal mondo degli interessi economici cui esso risponde.
Segue facsimile della scheda di voto del recall del Governatore Gray Davis del 2003:

Alex Marini (M5S) * post del 31 marzo 2021
Consigliere della Provincia autonoma di Trento 2018
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